Ancora una volta risvegliandosi, si ritrovò immerso nell'opprimente oscurità della stanzetta. Alexis non si trovava più nella stanza, si chiese se stesse bene, ma non seppe darsi una risposta.
Ruotando la testa, si accorse però che alla sua sinistra una persona lo fissava.
Vedendo Ethan alzarsi fece qualche passo in dietro.
Era un uomo alto, molto grosso e muscoloso, dalla faccia cattiva.
Era costretto a restare chino, il capo sfiorava il soffitto dell'ambiente. Era coperto da una logora canotta senza maniche, sporca di sangue. Aveva la faccia sporca, tagliata e con gli occhi lucidi, grandi lacrimoni gli scendevano lungo la ruvida pelle scura.
L'occhio sinistro era gonfio, di un colore rossastro che si diramava intorno alla pupilla.
Ethan, vedendo quelle norme figura, si spaventò, cercò infatti di spostarsi indietro, ma le sue barcaccia erano ancora legate alla parete retrostante.
Si mosse talmente velocemente che non si accorse del fatto che l'uomo stava curando le sue ferite, infatti Ethan si ritrovò con la faccia ricoperta da vende e cerotti.
Si fissarono per qualche istante, alla fine il gigantesco uomo parlò, con una voce profonda e calma, rotta da sonori singhiozzi:-la mia persona è dispiaciuta di aver spaventato il signore-.
-Non ti preoccupare-, fu la risposta datagli.
-Il signore si sente meglio?-
Disse l'omone.
-si, si grazie, molto meglio...io sono Ethan, Ethan Davis...e tu sei...?-
-La mia persona non possiede
alcun nome, la mia persona non ne ha il diritto, in quanto la mia persona è una proprietà del capitano di questa nave.-
Rispose l'individuo.
-Beh, non credo sia giusto non avere un nome, ti chiamerò...Paul, si Paul.--Grazie signore, grazie alla mia persona...cioè a Paul piace il nome datogli dal signore.-
In quel preciso istante, si sentirono dei passi provenienti dall'esterno, poi la porta si aprì con un cigolio, ed entrò un uomo basso e tarchiato, con catene e bracciali con le borchie.
con qualche parola in spagnolo, fece capire a Paul di andarsene.
Subito l'energumeno si alzò e si diresse alla porta. il capitano, fece cenno ad un secondo uomo di entrare, subito un uomo alto e magro, entrò dalla porta e si posizionò a fianco di Ethan.
l'uomo parlando con uno spagnolo fluido e veloce, si riferì al secondo uomo, che subito tradusse in un inglese scolastico e arrangiato alla parlantina tipicamente sudamericana.
-Soy Alejandro il capitano della barco, tu sei nuestro prisionero te libereremo una volta che estás muerto.-
Ethan, spaventato e colto da un'angoscia paealizzante
-voi chi siete...?-
-sei stato accolto dal mayoría cártel colombiano de la droga, somos el Cartel de Cali.-
Sentendo pronunciare quelle parole, Ethan si seintì sprofondare, aveva sempre sentito parlare di quel famigerato cartello e dei suoi membri...Raul Grajales-Lemo, Luis Grajales-Posso fino al famigerato Juan Carlos Ortiz Escobar. Ethan sapeva bene che tutte le persone prese in ostaggio da quel cartello non fecevano più ritorno, le esecuzioni e le imprese criminiali di quella associazione arano note in tutto il mondo.
Vedendolo così spaventato, i due uomini uscirono dalla stanza con un ghigno malefico sui denti.
Ethan, ancora una volta immerso nell'oscurità, si sentiva malissimo, pensava ad Alexis, si chiedeva come stesse e cosa le stessero facendo.
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Follow the sky
Mystery / ThrillerUn'avventura travolgente, una frase misteriosa ed un intreccio di luoghi magnifici che incorniciano avventure e misteri. Ethan Davis, un uomo affascinante, con un passato da scrittore, alla ricerca dello scoop che potrebbe cambiargli la vita... Per...