rapiti-4

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Il vento freddo che gli accarezzava il viso lo fece rabbrividire, l'atmosfera intorno a lui era quasi surreale. Il cielo si consumava in fretta, le nuvole si allontanavano sempre di più, mentre la terra si avvicinava molto velocemente.

Ciò che Ethan vedeva era confuso, tutto intorno a lui si girava, mentre lui si contorceva nel vuoto.

L'uomo cercò con lo sguardo la donna, che come lui scendeva velocemente verso il suolo.

Gli sguardi dei due si incrociarono, e poi...un gelo infernale gli assalì, creando nel loro corpo un torpore che per poco non gli fece svenire.

subito Ethan risalì a galla e gridò fra le alte onde:-Alexis...Alexis...dove sei?-

Nessuna risposta...

L'uomo chiamò ancora:-Alexis...-

Ancora niente.

chiamò ancora...e ancora...niente.

Ad un certo punto tra le onde si intravide un qualcosa di rosso, l'uomo si avvicinò.

Si, era lei!

La donna era tenuta a galla dalla corrente dell'immenso mare.

Ethan si avvicinò nuotando con tutte le sue forze.

Arrivò deve l'esile corpo di Alexis galleggiava stentatamente.

La prese con cura, e cercando di rammentare le lezioni di salvamento che gli erano state impartite quando era un bambino.

Arrivarono sulla riva, la donna cominciò a tossire, senza bisogno di massaggi o di respirazioni assistite.

Alexis si riprese dopo pochi minuti, con stupore di Ethan.

Ma la cosa che lo stupì di più, fu il fatto che erano ancora vivi.

intanto l'aereo, in una nuvola di fumo nero, era precipitato in una zona imprecisabile del vastissimo mare.

La polizia accorse sul posto subito, Ethan vide le barche della guardia costiera partire, per recarsi nel punto in cui si era visto cadere l'aereo.

I due furono portati all'ospedale per gli accertamenti del caso. A parte qualche livido ed un normale shock, stavano miracolosamente bene.

Probabilmente se l'aereo fosse stato di poco più alto non ce l'avrebbero fatta.   

Li lasciarono comunque, per quella notte in ospedale.

Erano nello stesso grosso stanzone, l'area era deserte, nessuno a parte l'oro.

Si scambiarono qualche parola.

 Entrambi crollarono, distrutti.

Il sonno li assalì, nella sua calda morsa.

La loro notte fù pervasa da incubi terribili, Ethan riviveva tutti gli avvenimenti che erano successi durante quello stranissimo giorno.

Gli sembrava di cadere e cadere,  per metri e metri, sprofondava sempre di più fra le morbide lenzuola.

Al di fuori dell'ospedale, alla luce della luna la fresca erba , era mossa da un lieve venticello.

il mare, calmo come l'olio, veniva rotto da qualche rara onda.

tutto taceva...il silenzio innaturale di quel luogo venne rotto dal rumore delle pastiglie consumate di un furgone scuro.

La luce argentea della luna illuminò i volti degli uomini che scesero dal veicolo...

le pettinature originali e i tatuaggi tribali aiutavano la determinazione della loro classe sociale.

Il rumore dei loro piedi che battevano sull'asfalto umido si avvicinava alla finestra dell'ospedale.

 Un forte rumore di vetri infranti pervase la stanza, Ethan si risvegliò, un uomo con la cresta e i pearcing glì infilò sul capo una bandana nera...tutto si fece scuro improvvisamente, l'ultima cosa che vide fù Alexis che si dimenava fra le braccia di un uomo.

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