Rinchiuso-6

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Si risvegliò qualche tempo dopo.
Appena rinvenì, aveva la vista offuscata e stanca, sentiva come sei il corpo gli si fosse staccato in tante piccole parti.
Cercò di muoversi, era seduto sul pavimento freddo di quella che sembrava una piccola cella.
Sulle pareti uno strato di almeno due dita di polvere e muffa, rivelava una scarsissima pulizia del luogo.
Avvertiva un forte dolore alla testa, una calda sostanza gli colava da sopra l'occhio fino ai pantaloni.
Cercò di toccarsi la ferita con la mano, ma entrambe le braccia erano legate strette a dei vecchi tubi arrugginiti tramite delle manette.
Si guardò in torno, la stanza era calata in una semi oscurità inquietante.
Il luogo che più di qualche metro quadro non poteva essere, era pervasa da un flebile chiarore, proveniente da una finestra posta molto in alto rispetto alla posizione dell'uomo.
Forti rumori provenivano dalle pareti della stanzetta, il piccolo luogo, si muoveva seguendo un ondula tura familiare e tutt'altro che irriconoscibile, si tratta e del movimento tipico del mare in tempesta.
Il movimento gli fece venire la nausea, aveva freddo ed i forti rumori dei fulmini, provenienti da oltre quelle sottili mura, lo spaventavano.
Non sapeva dove si trovava, non sapeva dove si trovava Alexis e non sapeva dove, quella che ormai aveva identificato come una barca, si stesse dirigendo.
Sentendo delle voci, urlò.
Immediatamente sentì un forte cigolio è una porta nascosta nella semi oscurità si spalancò.
Due figure, una più bassa e tarchiata e l'altra magra e snella, fecero il loro ingresso nell'angusta stanzetta.
Vedendoli entrare Ethan decise di azzardare e chiese di bere, aveva molta sete.
I due quasi ridendo uscirono, ma poco dopo rientrarono, portando con loro un grosso tubo flessibile.
Lo attivarono ed un forte getto di acqua fredda e salmastra colpì l'uomo in pieno, la testa gli venne sbattuta contro il muro di ferro e perse nuovamente i sensi.
Passarono diverse ore, forse un giorno.
Quando riprese i sensi, l'uomo che lo aveva colpito alla testa era lì di fronte a lui.
L'uomo sul volto aveva stampato un ghigno, così da mostrare denti sporchi e malandati.
Ethan tentò di parlare, ma gli si mossero solo le labbra, la voce era quasi come se gli si fosse bloccata all'interno della gola.
Ethan aveva freddo, era inzuppato dalla testa ai piedi, era scosso da brividi, aveva molta fame.
Riuscendo, gesticolando a far vedere che era affamato, riuscì a farsi dare qualche testa di pesce.
Divoro in pochi secondi la sua misera cena, non sapeva che ora fosse. Comunque stanco e scosso chiuse gli occhi e dormì per qualche ora.
Si risvegliò udendo dei forti passi e delle urla. La porta venne aperta ed entrò Alexis, tutta piena di lividi e tagli.
Ethan cercò di sapere il motivo di quelle ferite, ma ancora una volta non riuscì a parlare, la donna comunque intuì le sue perplessità, e gli disse una sola frase:-ora tocca a te.-

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