Era passato quasi un mese dal nostro primo incontro, ero riuscita anche ad ammettere a me stessa che mi mandava in paranoia, mi ero "innamorata"-se così si può dire- di quegli sguardi per i quali non avevo più saltato nemmeno un giorno di scuola, quelli che ci scambiavamo facendo finta di niente, mi bastavano, sì, sembra stupido da dire ma mi bastava vederlo per tranquillizzarmi, non so come spiegare i nostri occhi che si incrociavano e tanto meno i sentimenti che mi provocavano, era come se i suoi occhi mi bruciassero la pelle ogni volta che li posava su di me, per non parlare di quante volte sono uscita dall'aula solo perché lo vedevo fare lo stesso, o di quante mattine l'ho scontrato, o di quando a ricreazione scendevo solo per poter stare con la schiena a pochi millimetri dalla sua. Lia interrompe il mio pensiero e mi chiede di acconpagnarla a prendere qualche schifezza alle macchinette, chissà che non lo veda giù, accetto.