Volevo uscirne

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Volevo uscirne. Volevo uscire da quel circolo vizioso dettato da quel piccolo oggettino argentato. Da quanti anni andava avanti ormai? Dalla seconda media...tre anni ormai. Ma quando il dolore era troppo da sopportare in quel piccolo oggettino ci trovavo un'uscita,un altro modo per odiarmi sempre di più. Ma almeno ora va meglio dell'anno scorso,era stato un incubo. Mi svegliavo presto ogni giorno per andare in un posto che per me era come un carcere,spesso litigavo con mio padre e venivo minacciata o picchiata da lui per i miei ritardi,e poi in corriera mettevo le cuffiette e affogavo il mio dolore in canzoni che mi rappresentavano e sembravano raccontare ciò che provavo,poi arrivavo in stazione e li dovevo aspettare una seconda corriera per raggiungere quel carcere e nel frattempo stavo immersa tra la musica,una sigaretta e il mio migliore amico. Poi si saliva sulla seconda corriera e spesso nel tragitto insieme al mio migliore amico bevevamo grappa,vodka..o qualsiasi altro superalcolico che potesse farci stare ancora più male di quanto già non stessimo. Scesa dalla corriera raggiungevo i miei amici e si andava a comprare le sigarette o a fumare ehm..altro diciamo e poi si decideva se entrare al carcere o se mandare tutto a fanculo e stare in giro a fare casino. E poi ogni sera a casa,in camera a piangere,senza mai parlare con nessuno,allontanando tutti. Ogni sera prima di dormire l'oggettino argentato in mano,braccia,pancia e cosce piene di tagli e poi vomitare dopo ogni pasto..penso di averle provate tutte per farmi del male. Beh ora ripensando all'anno passato quello di ora non sembra nemmeno tanto male ma non ne sono ancora uscita del tutto,la giornate sono ancora troppo pesanti per superarle senza il mio fidato oggettino. Ma un giorno ne uscirò, ne sono sicura. Il dolore non dura per sempre.

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