Corro, corro e non smetto.
Ho il fiatone e i fiocchi di neve rossa mi raggiungono velocemente.
Sono impaurita.
Il mio manto gocciola sangue sul terreno che si dipinge a volte di bianco, a volte di nero.
Sangue di Vampiro, mia madre
Sangue di Licantropo, mio padre.
So che è un sogno, ma i miei occhi non vogliono aprirsi quindi la corsa continua.
-Prendiamola! Ha ucciso una Vampira e un Alpha!- Grida di entusiasmo e voglia di uccidere si fanno strada nelle mie orecchie.
-Lei è l'ibrida dannata! Uccidiamola!- Le voci sono in lontanaza, ma immagino di già le persone con paletti di quercia bianca imbevuti nello strozzalupo che mi inseguono.
Corro più veloce adesso, sto letteralmente volando sulla neve rossa, ma dei lupi neri come la notte mi cerchiano in trappola. Ho paura. Immagino le loro teste volare e...
Spalanco gl'occhi impaurita.
Un altro incubo, lo stesso negli ultimi anni.
Sono sudata, con la camicia da notte blu, appiccicata al mio corpo scosso dai fremiti. La sveglia suona pochi secondi dopo, quel rumore assordante lo lascio continuare perchè ho paura di riaddormentarmi. Io, Alison Forbs non sono ancora riuscita a togliermi di mente gli incubi sulla morte dei miei genitori, nemmeno adesso che sono passati ben quattro lunghi anni e ne ho 15.
Mi alzo con la voglia chiusa nel cassetto più remoto della mia mente, sono come un bradipo la mattina.
Metto apposto il letto, ripiego le coperte che adoro tanto.
Ci sono due lupi, uno bianco/nero che dovrei essere io, un altro completamente marrone caramello con occhi neri come la pece, l'ultimo è mio padre. L'altra persona accanto a me è mia madre,con i suoi occhi bianchi come la neve, i suoi capelli biondi come la cenere, caratteristica che ho preso da lei. Io mi trovo in mezzo, anche se non stata bravissima a cucire riesco a riconoscermi. Dopo aver osservarto il ricamo vado a fare una doccia veloce.Mi dirigo verso l'armadio, scelgo una maglietta nera semplice con la scritta sopra Adidas, jeans neri, le mie solite Converse e metto il tutto sopra una sedia.
Ho sempre amato l'acqua, nella sua gentilezza a scacciare per alcuni minuti, tutte le mie infinite paure, i miei infiniti incubi.
Esco accaldata dalla doccia e indosso l'asciugamano, mi osservo un attimo allo specchio offuscato dal calore.
Gli occhi celesti sono solo una copertura, una magia che ho imparato a manipolare nel corso degl'anni. I miei poteri da vampiro mi permettono di farlo, riesco a nascondere i due colori differenti che mi appartengono: il nero, simbolo dei Licantropi e il bianco, simbolo dei Vampiri. Non posso andare in giro con il vero aspetto dei miei occhi, non ho idea di cosa mi farebbero.
I capelli biondo cenere mi arrivano fino a metà braccio, sono poco mossi e fanno un bellissimo effetto con la mia carnagione bianchissima, gli zigomi sono belli e ben definiti. Mi levo l'asciugamano, tanto non soffro il freddo e mi vesto a rallentatore. Esco dal mio bagno e scendo le scale a chiocciola per andare in cucina a raggiungere Max e Susie per la colazione.
-Buon Giorno Alison. Dormito bene?- Spostai lo sguardo su Max, ovvero il primo a trovarmi dopo la morte dei miei genitori. Gli sarò eternamente grata perche ha deciso di accogliermi a casa sua come una figlia.
Gli voglio un mondo di bene, ma la sua voce mi fa ancora sobbalzare per il solito dolore alle orecchie. Se ne stà su una poltrona a gambe incrociate intento a leggere un giornale sulla politica, alza lo sguardo solo per parlarmi poi lo riabbassa subito concentrato senza darmi il tempo di rispondere.
-Si.- Gli rispondo con un sorriso finto, tanto non se ne accorgerà visto che nemmeno mi ascolta. Sposto lo sguardo su sua moglie, Susie. Lei è tutto il contrario del marito, solare, divertente e socievole; sta mettendo sul tavolo due bottiglie che contengo un liquido rosso, le odio ma sono costretta a berle per sopravvivere, sono per metà vampiro quindi ho bisogno di bere sangue. Al sol pensiero mi vengono brividi di piacere e la fame mi uccide la gola assetata. Mi porto la mano alla gola per istinto.
-Alison bevi, non hai una bella cera.- Susie mi porge un bicchiere di cristallo contente quel liquido che bramo tanto. Mi avvicino a lei titubante, mi rivolge uno dei suoi sorrisi migliori allora lo prendo e lo mando tutto giù d'un sorso, poi con un tovagliolo mi asciugo una goccia di sangue che mi scende dal labbro inferiore della bocca.
Susie distoglie lo sguardo disgustata ed è come ricevere un pugno nello stomaco, butto il fazzoletto nel cestino della spazzutara e mi dirigo al tavolo. Un brontolio scappa al mio stomaco e Susie ritorna porgendomi un piatto pieno di bacon croccante e uova strapazzate.
-Figliola se ti senti male puoi restare a casa e, saltare la scuola per un giorno non è un reato.- La voce melodiosa di Susie mi fa alzare il capo e le rivolgo un'occhiata confusa.
-Sei talmente pallida, sono preoccupata.- Sposta una sedia e si siede vicino a me. La osservo e ancora non capisco come possano i suoi occhi incuriosirmi anche se conosco il loro segreto:Max e Susie sono licantropi 'in pensione' ,quindi mandati a proteggere il bosco da branchi o vampiri non intenzionati alla pace; i loro occhi sono diventati così perchè non possono trasformarsi in lupi per legge e il corpo ne risente.
Scuoto la testa contrariata, sono appena al secondo anno di liceo e non voglio fare assenze visto la mia poca attenzione a scuola, i miei genitori mi avevano già insegnato tutto all' età di dieci anni, un anno prima della loro morte.-Va bene Ali. Fai la brava a scuola, noi andiamo a perlustrare la zona.- Mi schiocca un bacio rumoroso sulla testa e Max mi fa un cenno di saluto mentre entrambi escono dalla casa. La porta viene sbattuta e rimango da sola, ancora.
Quando finisco di mangiare mi dirigo in camera a prendere la mia borsa.
Dai Alison, sei al secondo anno. Tanto puoi uccidere tutti se vuoi.
Sei una cretina coscienza vampiresca.
Tu sei cretina coscienza lupesca.
Mi sembra di avere due diavoletti sulla spalla, sono in continua lotta con me stessa. Da una parte voglio bere il sangue di ogni persona che incontro, dall'altra voglio o sbranarli, o renderli parte di un branco tutto mio.
Riesco ad uscire di casa senza bere tutte le bottiglie sul tavolo e mi incammino verso scuola. Prendo il cellulare dalla tasca e chiamo Susie.
-Alison? Sei rimasta a casa, vero? Ti senti male?- Mi assale di domande e mi scappa una risata, alcuni passanti si girano incuriositi dalla mia risata cristallina.
-No Sù. Sto andando proprio ora a scuola e volevo chiederti se c'erano novità, tutto qui.- Mentre le parlo ho già raggiunto il liceo, ma aspetto che suoni la campanella prima di entrare.
-Bene. Sono arrivati un branco nuovo, si chiamano Quieliut. Tranquilli, ma molto popoloso. Non farti scoprire, ti chiederanno di entrare nel branco, non accettare, non voglio perderti...sei come una figlia per me. Io..io.- Sta piangendo, lo sento dai singhiozzi. Non so cosa dire e allora resto in silenzio, finchè non suona la campanella. La saluto velocemente tentando di rassicurarla.
Quieliut, bel nome, potrei unirmi...
NO! Mi elimino dalla testa quei pensieri stupidi e corro dentro l'edificio, saluto le bidelle che mi stanno sempre simpatiche quando annunciano uno sciopero totale.
I miei compagni stavano giusto chiudendo la porta della classe, quando la fermai con un piede e lanciai un'occhiaccia alla persona che voleva sbattermela in faccia, oramai quasi distrutta.
-Ragazzi!- Una voce maschile richiama la mia attenzione quando mi siedo agli ultimi banchi. Aveva le braccia spalancate e aveva un sorriso strafottente stampato in faccia. -La prof. di Latino non c'è!- Quelle parole fecero esplodere la classe in grida di entusiasmo, mentre io me ne stavo seduta intenta a leggere il libro di latino, presumendo che ci sarà un supplente. Sono totalmente indifferente ai miei compagni che non mi ricordo nemmeno i lori nomi.
-Ovviamente Alison la secchiona, ripassa!- Non so chi ha detto quella battuttaccia, ma se ne pentirà a ricreazione o fuori scuola. -Non hai orecchie, Forbs?- Alzo lo sguardo dal libro e un ragazzo mi fissa divertito come gli altri compagni. La mia sete si fa più intensa e mi sento esplodere dalla rabbia per questi esseri umani. Come possono anche solo pretendere di parlare con un ibrido che potrebbe sbranarli in un secondo? Poveri illusi.
Gli lancio un occhiata che avrebbe potuto incenerirlo, vedo che ha avuto effetto e indietreggia come se avesse ricevuto un pugno. Ritorno al mio adorato libro, ignorando le occhiate dagli umani presenti in quella classe.
-O poverina, capisco sono morti...- Non fa in tempo a finire la frase che si ritrova sollevato da terra e appeso al muro da una mano. Scende silenzio in tutta l'aula e mi rendo conto che tra poco esploderò..ma fa niete. Ucciderò tutti.
-Sei insignificante per me.- Gli sussuro all'orecchio, sbattendo la sua testa contro il muro. Prendo una pausa stringendo di più la mano attorno alla sua gola. Diventa un pochino viola e allento, di poco, cerca di dimenarsi ma è inutile.
-Ma non voglio comunque che si parli dei miei genitori, hai capito bene coglione?- Lui annuisce e nel frattempo la porta scassinata si apre, provocando tanti brusii. Mi giro anche io per osservare il supplente, è veramente bello con i capelli biondi, alto, corporatura massiccia e le labbra carnose.
Mi basta però annusare l'aria che capisco subito il dovuto eccesso della sua bellezza.
Licantropo.
Rimango paralizzata e lascio la presa di quel bastardo, vedo che il supplente sta per respirare mentre io trattengo l'aria nei polmoni mentre mi siedo.
Lancio uno sguardo verso l'uomo e lui mi sta già fissando con un'espressione scioccata, ma che solo io posso cogliere.
Così inizierà la caccia. Dico a me stessa.
A.A.
So che non attirerò molti lettori all'inizio però ci tengo (se ne avro qualcuno) di scrivermi nei commenti e dirmi dove sono i miei sbagli Baci da
MoonLight
P.S. scusate eventuali errori XD
P.P.S. quella in foto è Alison! Spero vi piaccia!
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Luna Rossa
FantasyUn amore sbagliato secondo le leggende...Licantropi e Vampiri eternamente nemici, eternamente in guerra. Ma si sà che è il cuore a comandare; un amore passionale travolge un Licantropo e una Vampira. Da quest' amore, apparentemente sbagliato nasce u...