Prologo

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La neve candida cadeva sulla terra bagnata per colpa della pioggia recente.
I miei genitori sono andati a caccia, si sono affidati a me per controllolare che nessuno venga nel nostro territorio.
Con una zampa prendo un fiocco di neve che scende dal cielo, lo osservo attentamente, ha la forma di una stella a punta, bellissimo.
Pian piano si tinge di rosso sangue, come quello degli umani, tutti i fiocchi che scendono dalle nuvole grigie diventano così, il battito cardiaco aumenta molto velocemente; all'improvviso sento delle urla da dietro.
All'inizio ovattate e lontane, col passare dei minuti che mi parvero ore, comincio a sentirle sempre più vicine. Annuso l'aria e sento odore di sangue,comincio a correre e lascio cadere il fiocco di neve tinto di rosso.Quando tocca terra quel colore da me odiato si espande su tutto il terreno circostante, sugli alberi, sui cespugli...tutto diventa di quel colore, la neve rossa raggiunge pure me, stò correndo più veloce che posso, ma quando le mie zampe non possono far altro che toccare la neve colorata sento un dolore lancinate dentro di me, nell'anima, nel cuore.
Mi fermo, sono stremata dalla corsa, ma le urla le sento lo stesso, anzi più vicine ora, riesco anche a distinguerle.
Sono di un uomo e di una donna, mio padre e mia madre. Non ci penso due volte che mi giro correndo dalla parte opposta seguendo l'istinto, ignorando il dolore lancinate al cuore.
-No! Lei no! Uccidete me, uccidete me!- Lancio un guaito di dolore e disperazione quando mi storgo una zampa, riesco a nascondermi dietro ad un cespuglio, anch'esso rosso. Apro gl'occhi anche se mi costa un dolore enorme, mia madre è accasciata al suolo immersa in una pozzanghera bianca, il suo sangue. Mio padre è sopra il suo corpo privo di vita, le lacrime non aspettano ordini e mi cascono copiose dagl'occhi oramai stremati e ricoperti dalla neve rossa.
Lancio un ululato di dolore e gli sguardi degli assalitori dei miei genitori si spostano nella mia direzione.
I loro occhi sono privi d'anima.
-La loro figlia! Prendetela! Ora!- Chi parla deve essere il capo perchè mi indica e non muove un muscolo, noto che ha un paletto di quercia bianca in mano. Con quello ha ucciso mia madre, un vampiro originale, la rabbia mi accarezza il cuore e mi avvolge come una coperta in un inverno così freddo.
-Corri Alison! Scappa, mettiti in salvo!- Osservo indecisa mio padre per altri secondi, il capo con un pugnale ricoperto di strozzalupo prende la mira e lo conficca nel cuore di mio padre, un licantropo. Escono dei rivolini di sangue nero dal petto e poi vedo i suoi occhi perdere il suo prezioso color nero, che adoravo vedere prima di andare a letto. Il mio ululato di dolore si confonde con la rabbia che ho dentro, le lacrime mi bagnano il muso ghiacciato dal freddo improvviso. Le sue ultime parole sono servite per salvarmi e non lo deluderò, non stavolta, mi giro e corro, corro e non smetto. Le mie zampe sembrano quasi volare sul terreno ricoperto prima dalla neve candida, ora rossa come il sangue degli umani, sono affaticata dal dolore lancinante al cuore e alla zampa, ma li ignoro continuando la corsa imperpeuta. Mi guardo indietro solo un attimo per essere certa di non essere inseguita, ma il mio udito capta uno spostamento d'aria e mi abbasso al suolo.
Volto lo sguardo sul mio assalitore, uno degli inseguitori, un vampiro.
-Guarda quant è piccola Lucios, la uccidi tu? O io?- Un ringhio di rabbia mi sale sulla gola e li maledico; la disperazione, la rabbia, la frustazione e soprattutto la voglia di uccidere si fanno strada nel corpo fino a raggiungere il mio cuore.
Non sento più dolori, nè fisici, nè mentali, solo la voglia sfrenata di vedere le loro teste rotolare sulla neve e tingerla di bianco, il loro sangue. Chiudo gl'occhi un attimo e li riapro maledicendomi di averlo fatto, il pensiero si è magicamente avverato, non ci credo, ma non ho tempo per osservare più attentamente quella scena raccapriciante, corro ancora, in lontanza sento odore e rumori di una cascata. Il cuore mi si riempie di gioia al solo sguardo, mi tuffo subito per togliere dal manto rosso gli spruzzi di sangue bianco; le mie orecchie si drizzano per i rumori di passi e metto in allerta tutti i muscoli. Non ci penso più sentendo che finiscono, l'acqua è gelida e mi risveglia ogni ferita, ogni arto, ogni muscolo. Ne rimango estasiata e comincio a bere avidamente pensando che non sarà nociva.
Il rumore di passi si fa risentire e più veloce che posso risalgo in superficie avvicinandomi alla riva, mi nascondo dietro un cespuglio. Noto il colore, verde.
Un normale verde, non sangue umano. Sarà stato solo un sogno? Comincio a pensare alle ultime ore, o minuti..non lo so; non sapevo accorgermi del tempo scorrere quando vedevo le uniche persone al mondo che amo, morire sotto i miei occhi, sotto il mio sguardo.
Alzo lo sguardo verso il cielo e rimango a fissarlo aspettando che brillino due stelle nuove; quando era piccola ed era da poco morta mia nonna, mia madre mi raccontava che quando un vampiro, o un licantro, o addirittura un umano moriva, le loro anime salgono al cielo e sbocciano nuove stelle. Resto lì per non so quanti minuti, ma non succede niente. Mamma mi hai mentito. Non siete eterni come il vostro dolore lasciato nella mia anima o cuore, come vi pare chiamarlo. Mi avete lasciato qui, senza guide, senza affetto, senza una spalla su cui piangere il dolore che provo per voi. Le lacrime mi accecano la vista, ma il rumore di prima lo sento ancora più veloce e vicino. Mi alzo proccupata, la mia vista da vampiro più quella da licantropo mi aiutano a vedere meglio nella notte e scorgo una figura dove poco prima avevo preso la rincorsa per tuffarmi nel lago. Lo osservo meglio, i capelli sono lunghi e grigi dovuti alla vecchiaia probabilmente, è alto, ma abbastanza in ciccia; forse sarà un guardiano del bosco. Stà guardando le orme di lupo lasciate da me sulla riva e si accovaccia sui talloni per osservarle meglio.
Annuso, ma non sento niente, nemmeno l'odore stravagante degli umani, non capisco e sono confusa. Nessuno può non far trasparire il proprio odore, nemmeno io che sono un'ibrida. Mi sporgo un pochino in avanti cercando di vederlo meglio, ma inciampo su una radice di un albero, casco in avanti, ma i riflessi sviluppati mi aiutano a non far nessun rumore e a non farmi cadere. Trattengo il respiro vedendo che l'uomo si è girato nella mia parte, verso il bosco; resto ferma nella mia posizione. Come può aver captato anche un minimo spostamento d'aria? Almeno togliamo la categoria umani. Uno di loro non se ne sarebbe nemmeno accorto. Il lato positivo che ora posso vederlo in faccia, le rughe sono visibili segni della vecchiaia, ma i suoi occhi mi incuriosiscono più che mai, sembrano rubini...rossi come il fiocco di neve. L'ansia si trasmette in tutto il corpo provocandomi un piccolo brivido lungo sulla schiena, gocce di sudore mi scivolano sulla faccia; sono in una maniera un pò scomoda e se mi muovo potrebbe risentirmi quindi capire dove sono. L'uomo vecchio si incammina nella mia direzione, resto immobile e mi appiattisco di più al suolo , l'uomo osserva con i suoi occhi rubino in alto poi in basso fino ad incontrare i miei occhi occhi uno bianco, l'altro nero. Devo arrendermi, sicuramente mi ucciderà.
-Che ci fai distesa per terra, lupa?- Le sue parole mi entra nelle orecchie uccidendomi l'udito; la sua voce è uguale a quello di un corvo. Insopportabile.
-Rispondi lupa! Cosa ci fai nel mio territorio? Volevi derubarmi?- Il vecchio salta a conclusioni sbagliate e la sua faccia esprime rabbia e impazienza. Mi alzo prendendo un respiro profondo; sento nell'aria la tensione e sono sicura che quest'essere mi ucciderà. Chino la testa per la paura.
-Max, la cena è pron...oddio!- Una donna esce dal buio del bosco, non poco lontana da me. È alta quanto lui, ma è molto più giovane e solare. Almeno sembra. Potrei costringerla a uccidere il suo presubile marito, sarebbe divertente, no? Come posso pensare cose del genere? Magari la scena delle teste rotolanti è stata solo un caso.
Ritorno in me e continuo ad osservare la donna, deve avere sulla cinquantina d'anni e mi osserva in modo curioso. Ha lunghi capelli bruni, alcune ciocche bianche e i suoi occhi mi spaventano come quelli del marito. Sono rubino anch'essi e l'ansia mi sale ancora si più..rimango paralizzata per lo shock improvviso. Poi le immagini mi avvolgono di nuovo la vista e svengo nelle braccia di Morfeo, che diventerà sicuramente amico di incubi.
A.A.
Questa è la mia prima storia. Spero vi piaccia e spero raggiunga molte stelline, commenti e visualizzazioni! Non voglio stressarvi quindi vi lascio al prossimo capitolo. Baci da
MoonLight
P.S. scusate eventuali errori. XD

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