Capitolo 6

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Marco pov's

Suonai insistentemente al campanello a nome Donà sperando di trovarla, sentivo la paura e l'ansia crescere in me e divorarmi la mente e lo stomaco, sembrarono secondi infiniti fino a quando la sua voce squillante si spaziò nella mia testa

"Chi è?" disse urlando cercando di sovrastare un rumore con la sua voce

"Sono Marco" sussurrai mentre mi torturavo le mani sfregandole insieme

Presi l'ascensore e lentamente mi avvicinai alla porta d'ingresso semi aperta, le avrò detto mille volte di non aprire prima la porta, è pericoloso! Ma si sa, la Donà è testarda.

"Ohi Marco!" disse buttandomi le braccia al collo per poi stringermi in un forte abbraccio

"Ehi..." dissi debolmente

Sentii suoi morbidi ricci allontanarsi dalla mia pelle per poi trovarmi i suoi occhi azzurri scrutarmi attentamente, pochi secondi dopo mi ritrovai ancora una fra le sue braccia, ma questa volta fui io a prendere l'iniziativa, forse per tranquillizarmi e convincermi che le parole di Adeline racchiudono falsità, lei mi accolse a braccia aperte con un sorriso stampato sul volto ma che nascondeva un leggero velo di preoccupazione.

"Marco cosa succede?" disse sedendosi silenziosamente sul divano

Rimasi svariati secondi zitto a fissare un punto della stanza cercare di trovare le parole giuste quando esse senza accorgermene uscirono di getto dalla mia bocca e a quel punto un senso di leggerezza mi entrò in corpo.

"Marta ti trovi bene a lavorare con me?" dissi in un sussurro per paura di una sua risposta negativa

"Ma che domande sono? Certo che mi trovo bene" posò la sua mano sulla mia che picchiettava nervosamente il ginocchio per poi tranquillizzarsi al suo dolce tocco, presi ad osservare le nostre mani una sopra l'altra per poi stringerla, un sorriso si spaziò sul mio volto quando realizzai le sue parole

"Ti voglio bene Marta" sussurrai per poi ripeterlo a voce più alta per assicurarmi che mi avesse sentito

"Ti voglio bene anche io P, non dubitare mai più che io mi trovi male con te, perchè sappi che non ti sbarazzerai di me molto facilmente"

"Ma chi si vuole sbarazzare di te, tu sarai sempre la mia dolce e simpatica manager" dissi finalmente sfoggiando un sorriso sincero e ironico per le parole dette

"Inizi a fare il simpatico ora eh? incrociò le braccia al petto per poi dire qualcosa di incomprensibile, sicuramente qualche insulto riservato a me, mi guardò con aria offesa per poi sciogliersi in un sorriso quando notò la mia faccia

"Sei proprio un cretino, sai che non so tenerti il broncio quando mi fai quella faccia.

Bingo. Marco 1 Donà 0. Vittoria.

"Cosa aspetti, abbracciami su" disse la riccia posando lo sguardo su di me

L'abbracciai un'altra volta, a quanto pare oggi ne avevamo bisogno entrambi, dopo svariati secondi allontanò il volto, posato precedentemente sul mio collo, per guardarmi, i nostri visi si avvicinarono sempre più come se non riuscissimo più a controllare i nostri movimenti, eravamo succubi di una magia più potente della consapevolezza, i nostri nasi si sfiorarono delicatamente, gli occhi fissavano le labbra rosse e i respiri si fecero spazio nella stanza facendosi sempre più rumorosi, rompendo il silenzio che ci circondava.

Spazio Autrice💞

Ciao amici! Eccomi qua!
Cosa ve ne pare?
Mi scuso per eventuali errori ortografici, vi mando un grande bacio.
Alla prossima!👑🍓

Le Nostre Parole In Circolo. Marco Mengoni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora