Capitolo 9

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"Certo, magari prima mangiamo?" Chiesi retoricamente, prendendo posto a tavola e invitandoli ad imitare le mie stesse azioni.
Annuirono con il capo, ed assieme si sedettero attorno i lati del banco.
Marta aveva tagliato la torta, mettendola poi al centro della tavola bianca.
Guardai Davide, che non perse molto tempo a prendere subito un pezzo del dolce, quello che facemmo poco dopo sia io che Marta.
Non mi sembrava molto tranquilla, anzi potevo dire che era piuttosto a disagio, ed era strano.
Non era stata mai a disagio con me e nella mia casa, nemmeno quando ha dormito qui.
Il mio sguardo domandava che problema ci fosse, rivolgendolo anche a Davide, spensierato nel suo mondo.
Così, notai subito Marta guardarmi prendendo subito un pezzo di torta in bocca. Feci così anche io, assaporandola lentamente.

Dopo svariati minuti, avevamo finito di mangiare nel silenzio, più che imbarazzante, misterioso.
Decisi di lasciar perdere, insomma, se c'era qualcosa da dire non avrebbero pensato due volte a parlare di tutto.

Mi sedetti sul divano, pronto a accendere la TV e fare zapping.
Ma subito un polso mi fermó, quello di Davide.
Girai la testa lentamente, guardandolo storto e scansandomi dalla sua presa, per poi portare lo sguardo su Marta, che la sorpresi a fissarmi e pensare.
Distolse lo sguardo, ed io scoppiai.

"Cosa mi dovete dire? Siete stati in silenzio tutto il tempo!" Li guardai entrambi, mentre le gote di Marta si dipingevano di rosso fuoco. "Ragazzi..."

"Siediti." Mi ordinò Davide, posando una mano sulla mia schiena e conducendomi alla sedia, dove vi era di fronte Marta. "È un discorso abbastanza serio, capisco il tuo nervosismo ora. E capiró anche se ti arrabbierai." Concluse l'ultima.

La mia ansia accelleró, non capendo di cosa si trattasse l'argomento.
La guardai dritta negli occhi, senza esprimere nulla.
Sospirò, ed incominciò a parlare con un espressione ansiosa.

"Sai chi è Adeline, vero?"

Annuii, facendola continuare.
"Ecco io l'altra volta l'ho incontrata per strada, mentre andavo al bar della piazza. Non ho mai avuto una conversazione vera e propria con lei, anche dimostrandosi la ragazza di mio fratello, non l'ho mai sopportata per i suoi modi di fare, di parlare e di comportarsi con lui." Sospirò tristemente, scuotendo il capo e strizzando gli occhi azzurri.
"Ma quel giorno, sembrava... non lo so, diversa?" Si fermò guardandomi. "Non si era mai comportata così con me, non aveva mai osato parlarmi, diceva cose su di me a mio fratello, era una battaglia mai dichiarata fra me e lei, ma i nostri occhi capivano che primo o poi sarebbe arrivato il momento, sia bello che brutto." Sospirò l'ennesima volta. "Sono fortunata, no?"

"Incominciammo un discorso alquanto banale, non so se ero stupida o cosa, ma lei sembrava del tutto un'altra persona, non era la vera Adeline, quella scorbutica. Era un'altra, sembrava più falsa, una recitazione già escogitata e preparata per me. Mi ha chiesto del tutto una cosa che non mi sarei mai aspettata, una cosa a cui avevo dato di tutto pur di farla accadere. Avrei amato tanto quel lavoro, anche solo un giorno, ma lo avrei amato." Sorrise a se stessa.

Non avrei mai immaginato che potesse essere così affezzionata, ad una cosa così tanto, anche se non so cosa sia.

"Da piccola amavo giocarci, avevo solo quello come obbiettivo, anche se non fosse una cosa su cui guadagnare molto, forse avrei potuto realizzare i miei sogni."

Mi stancai. "Cos'è? La storia della tua vita? per favore!" Li guardai male
"Se siete venuti qua per parlarmi dei vostri problemi, indovinate un po'? Non sono quello che può aiutarvi."
Mi sorpresi di me stesso, ero curioso di sapere come fosse finito il suo 'sogno', ma ero anche stanco, non potevo sempre avere del tempo per loro, anche se erano due persone molto importanti per me.

Marta non mi guardò, era improvvisamente arrabbiata. Davide, al posto suo, era solamente dispiaciuto.

"Sai una cosa? Avevo intenzione di dirtelo, dovevo. Ma adesso, lo farò senza che tu possa ribattere. Scoprirai tutto solo guardando." Finì.

La vidi uscire di casa, chiedendomi dove sarebbe andata senza macchina.
Girai il capo verso Davide, a testa china. Lo guardai, ancora e ancora.
Nessun segno. Niente.

"Sei un vero imbecille." Commentò serio, con un sorriso sarcastico sulle labbra.

Risi anche io, non rendomi conto della situazione.

Domani ci saremmo recati agli studi, gli ultimi giorno di lavoro di quest'anno.
Dovevo concludere e cercare ispirazione da Marta, lei ama questo tipo di lavoro.

Angolo Autrice.

Ciao ragazzi! Ecco qua il nono capitolo, spero vi piaccia. Mi scuso per eventuali errori grammaticali

Vorrei tanto sapere cosa ne pensate della storia, vi prego, scrivete un commento su come potrebbe essere migliorata questa fanfiction.

Ne sarei molto felice!💕

Detto questo, lasciate molte stelline e ci vediamo al prossimo capitolo!

Baci.💞

Lechia

Xx.

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