Capitolo 3

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<<Allora, chi sa rispondere alla mia domanda?>> chiese la Brown scrutandoci speranzosa, ovviamente solo quello "smidollato" di Carl alza la mano quasi dimenandosi sulla sedia per farsi notare. <<Altri?>> sospira domandando ancora una volta ormai rassegnata. E' così sono qui in questa maledetta classe di matematica a sentire cosa dice la Brown, io non ci ho capito proprio niente come secondo me tutto il resto della classe.

C'è chi scherza e ride non facendosi beccare, chi lancia palline di carta nei capelli delle compagne e chi come me mordicchia il tappo della penna sperando che giunga un miracolo a salvarci da quella stupida lezione.

<<Bennett, vuole anche lei degnarci della sua presenza?>> alzo di scatto la testa rendendomi conto della figura che ho fatto, le guance mi si tingono di rosso e si sentono delle lievi risate per tutta la classe. <<Ehm......si..ecco..io>> non è possibile io che balbetto per una stupida insegnante, <<Bene, venga a risolvere questa equazione, prego>>. So che lo sta facendo apposta per farmi fare brutta figura, ma io siccome non mi lascio mettere i piedi in testa da nessuno mi alzo lo stesso e vado alla lavagna.

Neanche il tempo di leggere la consegna che subito suona la campanella, faccio un sonoro sospiro, per fortuna mi è andata bene. <<Salvata dalla campanella>> disse la prof guardandomi con un sopracciglio alzato, faccio un sorriso falso e prendo il mio zaino dal banco. Guardo il nuovo orario e per fortuna non è nulla di pesante, anzi devo ammettere che è la mia materia preferita ovvero arte.

Per me l'arte è un modo per sfogarsi, per trasmettere tutte le emozioni che proviamo dentro. E' un metodo che mi fa estraniare dal mondo, che mi fa entrare in uno tutto mio, non dico un mondo tutto rosa e fiori perché non fa per me, ma un mondo alla Katy Bennett. Dove i colori che prevarrebbero su tutto sarebbero di sicuro tutte le sfumature del blu e dell'azzurro, i miei colori preferiti.

Assorta nei miei pensieri quai come sempre mi accorgo di aver sbattuto contro qualcuno, appena alzo lo sguardo penso subito che la fortuna abbia deciso di abbandonarmi, visto che ho davanti proprio Eric.

<<Ehy bambolina io e te abbiamo un conto in sospeso>> disse fissandomi con quegli occhi che si ritrova, ma perché deve essere così bello e stronzo allo stesso tempo? <<Non ho proprio niente in sospeso con te, quindi se mi fai passare mi faresti solo un piacere>> dico mettendomi le braccia sotto il seno. <<Mossa sbagliata bambolina>> disse fissandomi le tette, <<Smettila di chiamarmi così pervertito>> dico subito mettendomi con le braccia ora distese sui fianchi. <<Che lezione hai ora?>> mi chiede <<Lennort, da quando tempo ti interessa delle lezioni che ho?>>, <<Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda>> dice facendo uno di quei sorrisi mozzafiato. <<Ho arte contento ora?>>, <<Certo andiamo ti accompagno>>, <<Non c'è bisogno mi ricordo benissimo la strada>>. <<Non era mia intenzione offenderti ora vogliamo andare stiamo facendo tardi>>. 

Alzo gli occhi al cielo e con lui al mio fianco mi incammino per l'aula di arte, non mi piace proprio la sua presenza, mi irrita a dire la verità, ma devo ammettere che è davvero un bel ragazzo: insomma chi non lo desidererebbe?

Tu sciocca

Mi ricorda la mia amata coscienza, ma non posso fare a meno di guardarlo sembra una forza magnetica che mi induce a fare questo. Camminata sicura, testa alta, sguardo duro, fisico che sembra scolpito da un artista, per non parlare del suo sorriso. E' una delle poche cose che apprezzo di lui, e subito dopo viene la fossetta che gli spunta appunto quando sorride.

<<Smettila di fissarmi così mi sciupi>> disse <<Cretino non ti stavo fissando>> dico distogliendo subito lo sguardo sento uno strano calore sulle guance e spero che lui proprio non mi veda. <<Sai ti dona proprio il rosso sulla pelle specialmente se te lo faccio venire io>> disse lui mettendomi ancora più in imbarazzo.

Ma quando vedo la mia salvezza venirmi davanti agli occhi sussurro un "ciao" ed entro quasi correndo nella classe. Chiariamoci subito non sono una tipa ne codarda e ne che fugge, ma in situazioni del genere poi proprio con Eric credo che sia la cosa giusta da fare. Appena entro noto con piacere che sono arrivata prima dei miei compagni e dei professori, ma parlo troppo presto perché in pochi minuti arrivano subito sia i miei "adorati" compagni di classe che il mio prof.

<<Ragazzi ho da dirvi che avremo un nuovo allievo che seguirà questo corso, prego>> dice il prof subito dalla porta entra una chioma castana scompigliata e degli occhi stupendi dello stesso colore, ma certo è Leo.

Ma dai finalmente lo hai capito.

Ma sta zitta tu.

Ti ricordo che sono la tua coscienza.

E di questo mi dispiace.

<<Parlaci un pò ti te...>> si fermò un attimo sul registro <<Leo>> terminò con un sorriso incoraggiante. Già una delle caratteristiche del prof. Smith e che è solare, e sa incoraggiarti in qualsiasi circostanza, <<Sono Leo Price, vengo da Filadelfia e ho 17 anni, spero di trovarmi bene con tutti>> disse terminando con un sorriso. Devo dire che anche lui è davvero un bel ragazzo, si vede da come le mie compagne si sciolgono solo guardandolo, mi guarda e mi fa un cenno con la mano che io ricambio subito.

<<Vedo che hai fatto conoscenza con Bennett, una delle nostre migliori alunne, magari se volete ti può dare delle ripetizioni di teoria per metterti al passo con gli altri che ne dici?>> chiese guardando prima e poi lui. <<Per me non ci sono problemi>> dico io con un sorriso <<Allora si può fare>> disse il prof. <<Vai a sederti vicino a lei>>.

Leo si dirige vicino a me e appena prende posto mi sussurra <<Quindi mi darai lezioni Bennett?>>, <<Ritieniti fortunato e la prima volta che accetto Price>>, <<Quindi sono privilegiato?>> <<Pensala pure così>>, e dopo parecchi minuti suona la campanella e vado nella prossima aula.

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<<Dai sta un po ferma non riesco a pettinarti i capelli>> disse Jess, ormai e da più di qualche minuto che cerca di pettinarmi i capelli ma invano. <<Ma tu mi fai male>> dico lamentandomi, <<Perché tu non stai ferma>> <<Posso sempre evitare>> dico speranzosa. <<No una promessa è una promessa>> dice lei <<Uff e va bene>>mi arrendo io. E dopo un'altra buona mezz'oretta siamo tutte e due pronte. Il trucco che mi ha fatto Jess non è pesante come avevo chiesto, l'ombretto argento mette in risalto i miei occhi circondati da una linea sottilissima di eyeliner, e le labbra ora sono rosse per il rossetto che mi ha messo. Il tutto concluso con il vestito verde acqua, dei tacchi argentati e la pochette sempre dello stesso colore, così pronte e profumate ci dirigiamo a quella dannata festa.



Ehyyy genteeeeeeeeee spero che vi piaccia il libro ma spero che vi piaccia, chissà cosa succederà alla feesta???????? Lascio a voi all'immaginazione, e come ultima notizia volevo dirvi che ho fatto alcuni cambiamenti nel cast, allaaaaaa prossimaaaaaa.

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