Seconda storia

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Quando Henry scese dal treno, abbassò lo sguardo e realizzò che stava stringendo la maniglia della valigia sbagliata. Si volse di scatto, pronto a balzare sul treno in cerca di quella che gli apparteneva, ma le porte dalle quali era appena uscito si chiusero a un millimetro dal suo naso. Troppo tardi: il treno stava ormai partendo.

Stette lì, fermo, non sapendo cosa fare. Iniziò a scrutare ogni persona all'interno della stazione, donne d'affari che correvano sui tacchi per non perdere il treno, bambini che chiamavano la mamma, senzatetto appisolati sulle panchine, ragazzi con lo zaino e la barba lunga. Niente, non riusciva a trovare nessuno che avesse una valigia simile alla sua.

Rivolse il suo sguardo all'etichetta del bagaglio: Amherst Road 34, Hastings. Afferrò il cellulare e controllò su Google Maps, scoprendo che non era lontano dalla stazione.

Sotto l'indirizzo c'era una scritta coperta da una macchia di caffè; riuscì a leggere, di quella parola blu sbiadita, solo le ultime tre lettere di quello che doveva essere il cognome. Non sapeva perché ma, nel momento in cui le lesse, il suo cuore tremò un po'.

Scrollò le spalle come per liberarsi dalla stanchezza del viaggio e, mantenendo il suo consueto passo svelto, uscì dalla piccola stazione e si incamminò verso la casa dello sconosciuto proprietario della valigia: magari anche lui, o lei, aveva preso quella sbagliata dal portabagagli.

Mentre camminava lungo la ripida e faticosa strada in salita, distolse per un attimo lo sguardo dal navigatore del cellulare e guardò verso l'alto, verso il cielo. Per la prima volta dall'inizio di quella settimana si sentì felice. Aveva finalmente trovato un lavoro in Inghilterra, il luogo dove aveva desiderato vivere sin da ragazzo. E, cosa più importante, avrebbe vissuto vicino al mare. Incredibilmente, il cielo era terso, con poche nuvole che non annunciavano pioggia. Sul viso sentiva arrivare, facendogli cadere i capelli ramati sugli occhi, la leggera brezza proveniente dal freddo mare che bagna le coste inglesi. Una voglia irrefrenabile di correre a perdifiato verso la spiaggia lo pervase, ma fece un respiro profondo e si impose di continuare ad arrancare lungo la salita. Era certamente la giornata migliore per iniziare la sua nuova vita.

Dopo circa venti minuti arrivò davanti al numero civico che cercava, con il fiatone e le guance arrossate dallo sforzo. Si era dovuto fermare ben tre volte per riprendere fiato: ormai il suo fisico non era più quello di un ragazzino. Ricontrollò più volte che fosse l'indirizzo giusto e, dopo un profondo respiro, bussò alla porta smaltata di verde. Quando dopo pochi secondi sentì qualcuno correre in direzione della porta, diventò inspiegabilmente nervoso. Per scacciare la tensione si passò una mano sul collo, come faceva tutte le volte che era angosciato per qualcosa. La porta si aprì, e un viso ricoperto di lentiggini apparve da dietro di essa.

Il suo cuore si fermò.

L'aveva riconosciuta. Era lei.

Lei, che era stata il suo primo vero amore e, probabilmente, l'unico che aveva mai avuto. Si erano incontrati per la prima volta a sedici anni, nei corridoi della scuola, quando lei, un giorno che si era dimenticata le lenti a contatto, era andata a sbattere contro di lui, rovesciandogli addosso tutto il caffè - bollente - che aveva appena preso alle macchinette. Che fosse stato per destino, colpo di fulmine o qualsiasi altra forza soprannaturale, da quel momento in poi erano diventati inseparabili.

Erano stati insieme, per l'esattezza, un anno e due mesi, fino a quando un giorno, dopo una litigata particolarmente accesa, lei se n'era andata per sempre. Era sparita.

Alcune settimane più tardi, lei lo aveva chiamato per dirgli che si era trasferita in Inghilterra. Era stata una decisione presa dai suoi genitori, alla quale lei non era riuscita ad opporsi. La cosa più grave che non era riuscita a fare, però, era stata quello di dirlo a Henry. Lo aveva semplicemente abbandonato, senza dirgli una sola parola. Era sparita e lo aveva lasciato solo, senza nessuna spiegazione e nella totale disperazione.

Il cuore di Henry era ancora rotto in mille pezzi. Nonostante ciò, per quanto lui provasse ad opporsi, il sorriso della ragazza stava riuscendo a ripararlo in un colpo solo.

- Ciao, Henry. - disse lei. - Ti va di entrare?

Lui rimase lì fermo, sopra il banale zerbino con la scritta WELCOME, senza dire niente.

Lei era bella, tanto bella quanto lo era stata otto anni fa, l'ultima volta che lui l'aveva vista. Niente era cambiato a parte i suoi capelli, mori e mossi, che ora erano più corti.

La sua espressione era sempre quella, esattamente come la prima volta in cui l'aveva notata. Le sue lentiggini, sparse ovunque, sul naso, sulle guance e persino sulle palpebre, erano sempre nello stesso posto. Tanto tempo prima si divertiva a congiungerle con la punta delle dita, come se fossero state le stelle di un'infinita costellazione. Era difficile trattenersi dal farlo di nuovo.

I suoi occhi, che riflettevano la luce dorata del sole ormai all'orizzonte, erano proprio come se li ricordava. Quante volte li aveva immaginati, desiderati, sognati ad occhi aperti. Ora, invece, erano a un passo da lui. Cercò disperatamente la macchiolina più chiara che era sicuro di trovare sull'iride dell'occhio sinistro: una sfumatura azzurro cielo in quella distesa di increspature blu.

Non rispose alla domanda. Solo, mosse un passo avanti e la prese tra le braccia, tenendola stretta finché le loro anime si fusero in una sola. I suoi capelli avevano lo stesso profumo che deve avere il paradiso, e le sue labbra erano petali di rosa, giovani e perfetti. Quando le sfiorò con le sue, sentì come se l'intero universo fosse scomparso. Aveva aspettato quel momento, sognato, bramato e desiderato per anni e anni, e ora che lei era tra le sue braccia sapeva che non l'avrebbe mai persa di nuovo.

Henry afferrò il suo viso tra le mani e la guardò dritto nei suoi occhi blu. C'era qualcosa di luminoso in loro; forse era solo il riflesso dei suoi.

- Così, finalmente mi hai trovata. - sussurrò lei.

- Sì. E non ti lascerò andare mai più.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 23, 2016 ⏰

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