Epilogo

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La magia imperversa nel mondo. Gli animali tacciono, in attesa che un giudizio divino scelga la loro sorte. Un lampo rosso si staglia nel cielo. Come fossero state soffiate via, le nuvole si diramano e fanno spazio ad una luce, del medesimo colore del lampo. Quel raggio di luce fa intravedere qualcosa, una figura con braccia gambe e testa. Tutto il mondo viene oscurato da nuvole cariche di tensione; un vento forte anela spazzare via tutto; lampi carmini tagliano il cielo in due. Gli animali corrono verso il cerchio di luce, l'unico punto illuminato in tutto il pianeta. Per qualche motivo strano arrivano al cubo di luce, si fermano e alzano la testa verso l'alto. Centinaia, migliaia, milioni di animali sono accalcati sotto al punto in cui quella figura atterrerà. La luce cambia colore, ora è quella del sole, solo un po' più dorata del normale.
La figura sta raggiungendo il suolo. Gli animali lo guardano senza capire nulla della situazione. Il piede destro della figura è a pochi piedi da terra. Il respiro manca a tutti i presenti, persino le piante sembrano fermare la loro vita, solo il vento e i fulmini scuotono la terra. Il piede tocca terra. Da lì parte un onda d'urto che spazza via ogni cosa che blocchi la tranquillità del pianeta. Il silenzio regna in ogni dove, è secondo solo alla figura incappucciata. Entrambi fu piedi della figura toccano terra, ma il suo peso ancora non si scarica nel terreno. Gli animali ritornano a respirare, e le piante, gli alberi, l'erba, riprendono vita. Il peso della figura grava finalmente sul terreno. Le nuvole riprendono a muoversi secondo il loro schema, gli uccelli spiccano il volo, solo per arrivare nel punto in cui la figura ha toccato terra. Anelli di volatili e di insetti girano attorno alla scena.
La figura poggia un ginocchi o terra, gli uccelli si fermano in cielo, in attesa di qualcosa. Le mani della figura si muovono, togliendo la stoffa a qualcosa che portava in grembo. Una ciocca di capelli argentei, cade e si vede attraverso il cappuccio. Gli animali perdono la paura verso quella figura, iniziano ad avvicinarsi ad essa. Fanno piccoli passi, ma alla fine i primi arrivano a meno di una iarda di distanza. La figura posa a terra un sasso pieno di crosta e muschio. Con una mano pallida inizia a togliere tutti dalla superficie, scoprendo piano piano una roccia ben levigata e lucida. Le mani della figura si sporcano di terra, ma questo non sembra preoccuparla minimamente. Avvicina la testa alla pietra ormai prima di sporcizia. La appoggia su di essa. Porta le mani sotto alla pietra e la solleva. Alza la pietra, portando le braccia che si scoprono verso l'alto. Le mani adesso sono situate sopra alla testa, assieme alla pietra. La luce viene riflessa sulla superficie lucida. La figura mormora qualche parola. Gli animali si acquattano, gli uccelli si appoggiano a terra, come spinti da una forza di gravità di molto superiore al normale. Tutto sembra più pesante. Persino le labbra della figura si arricciano, come a significare un forte sforzo. Lo potenza di ciò che quella figura dice fa tremare la terra, gli animali, persino l'aria sembra vibrare. L'energia scaturita dalle sue parole, fa in modo che qualcosa nel mondo cambi. Appena le labbra della figura smettono di muoversi, tutto torna a fermarsi, e a muoversi come prima.
Un sorriso compare sulle labbra di quella figura. Qualcosa ha smosso i suoi sentimenti, e inizia finalmente a capire cosa significa essere mortali.
Vedere gli animali e le piante per così tanto tempo, creare esseri a loro simili, fa credere a quella figura che si poteva essere migliori di come erano prima. Ha tra le mani la prima creatura creata da un Dio. Sulla pietra sta comparendo una crepa, sembra di stia rompendo, e questo è un segno molto positivo.
Una lacrima sta rigando il viso di quella creatura. La prima che un Dio abbia mai versato. Un'altra crepa si sta facendo strada sulla superficie di quella pietra. Un'altra lacrima cala dai suoi occhi.
Ormai la pietra è piena di crepe, manca poco alla frantumazione. Una parte di quelli che è ovviamente un guscio si stacca, spinto da un oggetto di color nero. Dalla parte opposta accade lo stesso, solo che l'oggetto è bianco. L'uovo si brucia completamente, lasciando all'aria due creaturine indifese, una nera, una bianca.
Guardano verso la figura come se fosse il loro genitore, in effetti è così. Quello nero apre le ali e si sporge verso il viso del Dio: gli occhi della creatura sono curiosi. Quello bianco invece si attacca al mantello e si arrampica sul dorso. Ora uno si trova sopra alla testa del Dio, e l'altro si trova sulla faccia del Dio. Due piccoli ruggiti esplodono dalle bocche delle creaturine. Gli animali che poco prima erano attorno al "palcoscenico" si sparpagliano scappando via il più in fretta possibile. Il Dio mormora qualcosa alle creaturine: solo due parole si riescono a riconoscere: "Drago" e "Carnivori". Le due creaturine si staccano e volano attorno al loro genitore.
Il Dio sta ora ridendo e piangendo di gioia, nel vedere le sue "creazioni" provare sentimenti. I due "draghi" formano spirali nell'aria attorno al Dio, cercando di ipnotizzarlo nella danza. Egli sta adesso alzando una mano col palmo rivolto verso l'alto. Una luce accecante si scaturisce dalla mano, allora le labbra del Dio si arricciano verso il basso, mentre altre innumerevoli lacrime rigano il suo volto. La luce si fa più intensa, quasi fosse un secondo sole pronto a illuminare il mondo intero. L'espressione sul volto del Dio è così triste che niente potrebbe esserlo di più. Le sue labbra si muovono ma i draghi non sentono niente. Ora i draghi hanno capito la situazione, si stanno adesso precipitando verso il loro creatore.
..."presto"...
I due draghi si stanno precipitando alla massima velocità che potrebbero raggiungere. Purtroppo ormai la situazione è grave. Le labbra ora sorridono. La luce imperversa, e il Dio scompare.
Il silenzio cala, e soltanto il lamento dei due draghi rimane.

Il Regno dei Draghi: CoalronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora