Frustrazione. Un rumore assordante riempì la stanza delle armi.
Frustrazione. Il drago corazzato poggiò la spada sul tavolo da lavoro. Erano ormai mesi che andava avanti a fallimenti. Se Mahrt aveva il potere della veggenza, allora perché non poteva vedere cosa stava succedendo a Coalron? Doveva saperlo, ma l'unico modo era stoppare gli allenamenti, e ciò non gli andava proprio a genio. Sbatté un pugno sul tavolo di ferro. Riprese la spada e iniziò di nuovo a menare fendenti contro il manichino di legno. Le piroette che eseguiva erano perfette: colpiva, spostava il piede indietro, si voltava colpendo, affondava, saltava in una schivata immaginaria, si abbassava.
Lo faceva ormai da due giorni di seguito, aveva perso il sonno dato che il tempo stringeva. Stava diventando più forte a causa degli esercizi a cui Luriud lo sottoponeva, però non era abbastanza. La velocità a cui si spostava adesso era inimmaginabile per un drago corazzato. Ormai era riuscito a capire che la forma perfetta non esisteva: poteva migliorarsi, ma sarebbe sempre esistito qualcosa di più potente.
Sbatté le palpebre, ma prima di poterle riaprire, vide un bosco con al centro una radura.
Una fanciulla si ergeva sopra a molte persone, attorno ad essa inginocchiati. Alzò le mani. Il viso di lei era sereno, ma dalle mani sì spargevano filamenti di magia. Stava facendo incantesimi, e li legava tra di loro per rapì coesistere e proteggere a vicenda. Un braccio di lei si avvicinò alla propria faccia, per scostarsi una ciocca di capelli dalle orecchie.
L'immagine della vosione divenne meno nitida, come se fosse un riflesso sullo specchio di un lago. Sehrt alzò quindi lo sguardo e si trovò dinnanzi a Mahrt. -Non puoi usare il mio potere come preferisci. Ci vuole prima fiducia, e conoscenza. Conoscenza del tuo stesso nome.- Detto questo Mahrt scomparve, lasciando spazio solo alla visione delle orecchie di quella figura.
Sbatté le palpebre e si riprese. Aveva avuto la prima visione dopo due anni. Era riuscito a raggiungere lo stato d'animo adatto al suo potere. Sorrise, scoprendo le zanne. Quel sorriso era dovuto al fatto che, prima che la visione svanisse completamente, era i uscito a vedere un esercito armato, con armature e protezioni d'oro e di platino.
Riprese la spada e con la massima potenza che potesse raggiungere con un solo braccio, menò un fendente al manichino, il quale non poté fare altro se non frantumarsi.
Il suo allenamento, dopo la visita del "Sorsaiti", si era incentrato nel potenziare ogni aspetto della sua persona: gli attacchi di Luriud alla sua mente erano serviti a concentrarsi su ogni cosa al momento opportuno; la continua simulazione di battaglia contro manichini, alberi, spettri di luce, era servita a rafforzare i suoi muscoli come se non avessero altro scopo nella vita.
Da quando era diventato cosciente della magia, riusciva a percepire quella che agiva dentro di lui. Essa interferiva nel suo metabolismo, nel suo sonno, nella sua capacità di concentrazione, persino nella capacità di percezione dello spazio. Grazie a ciò poteva essere più veloce di qualunque drago corazzato avesse mai incontrato. Questo però non lo faceva sentire speciale, anzi lo faceva sentire "anormale" dato che nessun altro aveva le sue stesse possibilità, ma se ciò sarebbe servito per proteggere il suo Re, allora così sarebbe stato.
Ora che il manichino di legno, l'ultimo che avrebbe dovuto sconfiggere, era stato distrutto non gli restava che andare a prendere quelli di ferro, e allenarsi con la sua Scheddih. Si voltò, portandosi di fronte alla porta, e si diresse verso il magazzino. Ormai conosceva la strada a memoria. Prese il manichino con l'aria più solida, e se lo caricò in spalla. Arrivò nell'ampia sala dell'allenamento. Spostò quindi i resti di quello di legno, per posizionarsi di fronte ad esso. Prese Mahrt, sfilandola dalla sua vulva. La soppesò e caricò il braccio destro con la quale impugnava la spada. Chiuse gli occhi, e quando li riaprì il loro colore era cambiato, come se un'energia cercasse di scaturire da essi.
Odiava fare quella procedura, gli si spezzava il cuore, ma era necessaria. Menò il fendente più forte e potente che potesse mai eseguire. La lama bianca andò in frantumi. Il manico soltanto restava impugnato nella mano di Sehrt. Come se fosse stata un ramoscello, Mahrt si era frantumata davanti ai suoi occhi. Il cuore gli si straziava. Non poteva sopportare la vista di qull'orrore, purtroppo era necessario. I pezzi della lama si alzarono in volo, iniziando a ricongiungerai tra loro, riattaccandosi alla guardia e al manico.
Ormai da tempo aveva capito che quello non era l'unico modo per attivare il potere di Mahrt, tuttavia ella non voleva rivelare il "nome"completo della propria essenza. Appena si fu ricomposta si concentrò al massimo per riuscire a scaturire il massimo dell'energia. Pian piano, a terra, andava formandosi una seconda Mahrt, priva di energia, ma perfetta per gli allenamenti a cui si sarebbe sottoposto a momenti.
Ripose Mahrt nel suo fodero, e raccolse da terra la spada artificiale. Iniziò a menare fendenti al manichino. Qualcosa però non andava. Il metallo non si scheggiava minimamente. Si concentrò sul manichino. Un velo trasparente era comparso tutto intorno al metallo: la magia lo proteggeva. Le sue labbra si arricciarono in un sorriso. Prese con entrambe le mani il filo della spada, e la ruppe a metà. Il colpo secco della frantumazione si sparse nell'aria.
Continuava a sorridere. Fece cadere a terra l'ornai mozzicone di spada. Il clangore si diffuse nella stanza. Mise la mano su Mahrt. Parlò: -Finalmente una sfida in cui possa impegnarsi a fondo... Maestro.- Con un colpo solo, estrasse e colpì il manichino, rimettendo a posto la spada dopo l'affondo. Si mise allora in posizione eretta con uno sguardo pensieroso in viso.
Qualcosa stava accadendo davanti a lui. Una crepa si stava formando, proprio nel punto in cui prima si trovava il manichino. La superficie dell'aria si stava... Crepando!
Colse al volo il messaggio. -Posso tornare a casa!- Il sorriso divenne una vera e propria espressione di felicità. Menò altri fendenti alla crepa. Continuò per qualche minuto. Il varco si stava allargando, ma ancora non gli consentiva di attraversarlo. La spada diventava sempre più pesante mna mano che i minuti passavano.
-...Dillo...-
-Mahrt!- rispose al richiamo della sua Scheddih.
-...Non quello...- Un'immagine fissa andava formandosi sulle sue palpebre. Chiuse gli occhi e si accorse delle rune presenti. -...Pronuncia le parole...-
Con uno sforzo immenso Sehrt caricò il braccio indietro e urlò, con tutto il fiato che aveva in corpo -Sehrt Mahrtren!-
La sua Scheddih, gli aveva rivelato il nome completo. Affondò la spada nel varco. La lama era diventata di un color nero molto profondo. . Quasi a confondersi con il bordo del portale. Menò un ultimo fendente verso destra per rompere la barriera definitivamente. La luce lo invase.
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Il Regno dei Draghi: Coalron
FantasyMahrt, la veggente. La luna cremisi si manifesta per ciò che è: una Scheddih dai poteri inimmaginabili. Delle creature attaccano Coalron, il luogo di nascita della magia. Un essere con le orecchie a punta e immortale, decide di far unire il proprio...