Vrailen

16 2 0
                                    

    La sala dorata, era munita di un tavolo circolare. Serviva per consentire a tutti di vedersi in faccia.
    Non vi erano le sedie per tutti i partecipanti: di fatti solo i Corazzati potevano sedersi. Il trono era l'unica sedia di modeste dimensioni, le altre erano molto più piccole. Continuava a scrutare la stanza, come a cercare qualcosa che si stesse nascondendo in quella stanza.
Ammirò il piccolo scranno di fianco al proprio, quello destinato al suo braccio destro. Lo era stato per poco tempo, però si erano conosciuti tempo addietro. Sehrt, colui il quale destino non era stato chiaro finché un Re non era stato nominato. Già quando nacque si pensava ad un "Re" che sarebbe stato nominato, ma niente era stato deciso. Vrailen, quando venne alla luce Sehrt, era il vice-capitano delle forze armate e braccio destro del discendente del principe originale Braidon. Non sarebbe diventato il suo successore, però aveva un ruolo importante nella società.
Quando i Sette avevano deciso di eleggere un Re, Vrailen aveva subito fatto in modo che Sehrt avesse un posto importante nella società, visto il suo nome. Il guardiano del Re, nonché amico dell'eletto, era diventato la guardia del corpo personale di Braidon. Era stato sottoposto ad allenamenti intensissimi per fare in modo che fosse all'altezza del "principe Discendente", e quindi al regno. Quando era stato eletto il Re, era stato egli stesso a proporre di fare un allenamento che lo avrebbe portato a diventare indispensabile per tutti. Tuttavia aveva prima dovuto eseguire delle pratiche burocratiche per poter far allontanare qualcuno con il metodo della magia, e anche dopo aveva dovuto chiedere il permesso al consiglio dei "Sette".
    Quel piccolo scranno con sopra incise le rune del nome di Sehrt, erano due giorni che brillavano, come un tempo brillavano le sue sul trono. Il tavolo rotondo di legno, presentava delle rune incise a mano dai migliori intagliatori di quello che era ormai il regno dei draghi, sopra di esse vi era una patina della migliore resina mai raccolta. Quel tavolo era stato commissionato dal principe ereditario, per celebrare l'ascesa del primo Re dei draghi. Appena era stato annunciato, egli stesso aveva vietato a tutti di toccare quel pregiatissimo tavolo, eccetto che a quelli che avrebbero fatto parte del consiglio.
Completò il giro attorno al tavolo, per poi sedersi sul trono, cercando di mettervisi comodo nonostante ogni tentativo risultasse vano.
Un colpo secco della porta di ingresso lo fece ridestare dal suo stato meditativo. Una guardia si era introdotta per annunciare l'arrivo dei Sette consiglieri della corona. In risposta, egli pronunciò un secco: -Falli entrare!- a seguito delle sue parole, la guardia, girò i tacchi e fece schioccare la lingua, procedendo verso il corridoio. Non era stato lui a volere quella riunione, ma i consiglieri stessi. Una moltitudine di passi si introdusse all'interno della sala. Sette draghi con squame ognuno di colore diverso, con altezze differenti, ma stessa arroganza, si fecero strada nella stanza per poter vedere in faccia il Re. L'unico là dentro di cui poteva fidarsi almeno un poco, era Braidon il suo capo dell'esercito.
Egli era uno dei principi ereditari, e per millenni, loro avevano guidato il popolo di fuoco (i draghi così vengono chiamati nel mondo animale) svolgendo un compito di vitale importanza. Ora però sarebbero diventato i capi dell'esercito, e facenti voce del Re in sua assenza.
Braidon mandò un'occhiata a Vrailen, poi si andò a sedere al suo posto, proprio al capo opposto del tavolo, affinché potessero guardarsi in faccia e potersi concordare. Si sedettero tutti, per ultimo Vrailen. -Grazie per essere venuti qui, cari fratelli!- Un borbottio di assenso di diffuse sui presenti, mentre il principe ereditario era ancora con lo sguardo fisso su di lui. -Sappiamo tutti il motivo per il quale siamo qui. Le chiacchiere che riguardano una nuova "specie" si sono diffuse per tutto il regno!- Ora nessuno più parlava -Si parla di una guerra che non si potrà evitare! Mancano ancora sei mesi al loro arrivo, ma non ci lasceremo trovare impreparati.- Nessuno si era fatto stregare dalle parole del Re, dopotutto ciò che aveva detto era di dominio pubblico.
    Il portavoce dei Sette, Clerdock, si alzò e disse: -Le voci che corrono, parlano anche di macchine in grado di uccidere un drago con un colpo solo!- il colore delle sue squame era sbiadito da quanto era vecchio il drago. -Detto questo, non mi sembra il caso di sminuire il valore di una minaccia. Dobbiamo prepararci alla possibilità che possiamo essere sconfitti.-
Il capo spirituale, Ahìkimina, si alzò e rispose al Portavoce: -Io non mi sento in vena di rispondere a questa nuova specie che v...- venne interrotto da un'altro dei Sette che voleva dire la sua.
Tutti ora si sovrapponevano gli uni con gli altri. Vrailen e Braidon continuavano a guardarsi comunicando mentalmente, ma senza intervenire in una discussione che non aveva motivo di esistere in alcun modo. "Non possiamo giocarci l'opportunità di avere un regno con questi che urlano, mio signore. Dobbiamo far capire loro che non abbiamo tutto il tempo del mondo!" Il principe ereditario non amava le discussioni inutili. Aveva già iniziato a mobilitare le truppe ai confini del regno, per avere una prima difesa contro gli "umani", quella nuova specie che ora minacciava la loro esistenza.
"Hai ragione, però dobbiamo aspettare il ' Suo ' arrivo per poter fare e magari ' sapere ' qualcosa di più. Sappiamo che saranno delle battaglie senza esclusione di colpi, dato che entrambe le parti hanno degli obbiettivi ben precisi" Entrambi sapevano che avrebbero dovuto porre fine a quel litigio. -BASTA!- il silenzio calò inesorabile. Nessuno faceva il minimo rumore. Pochi istanti prima, molti erano in piedi urlando e sbraitando contro gli altri. Il Re aveva raggiunto il limite di sopportazione. -È deciso! Domattina all'alba, l'intero esercito verrà approntato ad una guerra, e nessuno potrà evitarlo! A guidare le truppe sarà Braidon, e nessuno potrà disobbedire ad un suo minimo ordine.- Ora tutti prendevano dalle labbra del Re, il quale si alzò dallo scranno e si avviò verso la sala del trono. Prima di uscire dalla stanza si volto verso il posto del suo amico. Il suo nome era illuminato come non mai. Come ad indicare che sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro.
Vrailen si sedette sul trono e si piego sulla scrivania che aveva fatto mettere lì davanti. Essa poteva essere alzata o abbassata dal pavimento grazie a dei meccanismi complessi, che neppure lui poteva comprendere a pieno. "Firmò" delle carte per l'esercito e, appena finito, si porto in camera sua, dove una cena abbondante lo stava attendendo. Finito di mangiare si accovacciò sul letto, e si addormentò.

Con falcate lunghe ma decise, il Re si diresse verso la sala del trono, dove gli ufficiali, con anche Braidon, lo attendevano impazienti. Dai vetri delle finestre passava una luce dorata, che sulle sue squame dava degli effetti veramente particolari. Alla sua destra vi erano delle cornici alle finestre, con intarsi molto complessi e altrettanto belli. Passando dalla stanza delle riunioni, la vide illuminata a giorno come se una lampada ad olio stesse bruciando tutto il carburante in una volta sola. Cambiò quindi percorso e andò verso quella che credeva e temeva essere l'origine della luce. I suoi dubbi trovarono conferma non appena ebbe fatto un solo passo all'interno della sala: lo scranno destinato a Sehrt, faceva ora risplendere le lettere del nome, come fossero dei piccoli soli. Il motivo di tale stranezza non lo sapeva, ma confidava che qualunque cosa fosse, non sarebbe stata una cosa maligna.
Tornò allora sui suoi passi, cercando di non pensare a ciò che aveva visto là dentro.
Entrò dentro alla sala del trono, assumendo un atteggiamento regale, dovuto alla formalità del momento. Erano presenti tre ufficiali, compresi il critico di guerra, il critico di pace e Braidon. I primi due servivano a coordinare la battaglia (capivano cosa poteva essere fatto senza danneggiare il popolo o la terra su cui combattevano), mentre Braidon era il comandante delle forze armate. Egli decideva le strategie e gli spostamenti da conseguire.
Porse un saluto ed uno sguardo ai presenti. -Buongiorno a tutti. spero abbiate dormito tutti e nel migliore dei modi.- si era portato quindi sopra al suo scranno con la coda sulle ginocchia. -Venendo a noi, sappiamo tutti che è mera burocrazia, ma ciancio alle bande. Alzati Noichi: il tuo valore è stato riconosciuto per le tue conoscenze e capacità perciò il tuo ruolo di capitano delle forze armate corazzate è stato appena riconosciuto!- Noichi si sporse verso il Re il quale si piegò sul Neo-capitano, e gli soffiò sulla fronte. -Che la sorte ti sorrida! Ora vieni tu Ahìnaru: le prove a cui sei stato sottoposto, ti hanno portato ad essere il primo di una classifica di oltre un migliaio di draghi, per quanto riguarda il volo. Perciò il tuo ruolo di capitano delle forze armate del cielo è appena stato riconosciuto!- Ahìnaru si alzò e seguì lo stesso processo dell'altro capitano. -Che la sorte ti sorrida! Infine il tuo turno Nikaar: molti di noi si sarebbero spaventati nel percorrere il sentiero che tu stesso hai seguito. Le tue fantastiche scoperte ci hanno aiutato ad arrivare dove siamo ora, quindi: grazie alla magia e alle nuove tecniche di ricerca, di caccia, di sopravvivenza, e di molto altro ancora, il tuo aiuto è stato fondamentale a tutto il regno. Perciò il tuo ruolo di capitano delle forze armate magiche è stato riconosciuto!- Toccò quindi a Nikaar porgersi al Re e farsi dire quelle cinque parole: -Che la sorte ti sorrida! Come ultima cosa, nomino Braidon Capitano-Comandante delle forze armate dei draghi. Tu hai già preso la mia benedizione alla tua nomina ufficiosa tempo fa, perciò sono libero di congedarvi tutti. Buona fortuna nel vostro lavoro!-
Seguì un -GRAZIE MILLE NOSTRO RE!- Da parte di tutti i presenti.
I cinque draghi si diressero verso la porta, ma prima che potessero arrivarci, qualcosa attirò la loro attenzione da sopra alle loro teste: una fortissima luce filtrava da dietro la finestra. Prima che chiunque potesse cercare di capire cosa fosse, una figura incappucciata e molto grossa colma di magia, attraversò, con quello che molto probabilmente era un enorme salto, la finestra, atterrando in ginocchio dinnanzi al Re! Nessuno si mosse, se non il petto di quel drago corazzato, che ansimava per l'evidente fatica che aveva appena compiuto.
Egli si alzò con ancora il cappuccio del mantello grigio che indossava, ancora tirato sopra al muso. Se lo tirò quindi all'indietro.

Il Regno dei Draghi: CoalronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora