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Alle 9 in punto Brian suona il campanello e io, ancora arrabbiata per stamani, esco senza dire niente a mio padre.
Il bowling dove andremo è molto frequentato, poiché unico della città.
Da piccola ci andavo sempre con mio padre quando era a casa, con noi veniva sempre mia sorella che però se ne stava seduta perché aveva paura di potersi fare male con la palla.
Invece a me è sempre piaciuto molto giocare, però quando mi sono fatta un po' più grandicella mi sono ritrovata obbligata a non frequentarlo più perché anche lì come a scuola ero bersaglio di prese di giro.
Dopo circa dieci minuti in motorino, riesco finalmente a vedere l'insegna illuminata del locale.
Parcheggiamo vicino all'entrata. Brian dopo aver riposto i caschi, mi prende per mano e mi conduce fino all'interno del locale.
Ci avviciniamo al bancone e prendiamo le scarpe.
-Sai, credo proprio che ti straccerò-
-Non montarti troppo la testa Brian-
Mi sorride e scuote la testa.
-Io non mi monto la testa, sto solo puntualizzando l'ovvio-
-Vogliamo scommettere?- propongo portandomi le mani ai fianchi.
-Scommettiamo. Se vinco io ti bacio, se vinci tu mi baci-
-E che cambia scusa?- gli chiedo ridendo.
-L'andamento dei fatti, almeno sapremo a chi dare la colpa quando ci sposeremo-
Gli tiro un pugno amichevole sulla spalla -Smettila di scherzare-
-Oh, io non scherzo affatto-
Sospiro lievemente - E va bene, accetto-
Tanto che mai potrò perdere?
Prendo una palla gialla con su disegnato uno smile e lancio.
Strike.
-La fortuna del principiante- mormora Brian. Fa anche lui il suo lancio ma ne butta giù solamente sette.
-Fai spazio- lo caccio via e afferro un'altra palla.
E nuovamente faccio strike.
-Mi hai sottovalutata caro Brian-
Si gratta la nuca e afferra un'altra palla, ancora una volta non riesce a buttarli tutti giù.
- Cos'è che dovevi fare tu? Stracciarmi?- scoppio a ridere e mi preparo al mio terzo lancio.
Piego un ginocchio e porto la gamba dietro l'altra. Proprio mentre sto per lanciare, Brian si avvicina e mi fa il solletico ai fianchi, la palla butta giù solo due birilli.
Mi volto e gli salto addosso battendogli pugni sul petto - Che bastando-
Lui impassibile di fronte alla mia furia scoppia a ridere travolgendo anche me nella sua risata genuina.
Non credo di aver mai incontrato una persona con la quale passare serate così, divertirmi e non pensare a niente.
Con James è diverso, lui è il mio migliore amico ma essendoci conosciuti in Accademia non abbiamo mai potuto passare serate del genere. Anche se uno dei miei più grandi sogni è averlo conosciuto fuori dall'Accademia.
Io e Brian continuiamo a giocare per un oretta, ci fermiamo solo per mangiare dei nachos.
Ovviamente ho vinto io perciò dovrò pagare la scommessa.
-Mi hai battuto!- esclama Brian.
-Ti avevo avvisato io-
-Adesso devi pagare la scommessa- si avvicina e mi circonda la vita con un braccio, stringendomi a sè.
-Devi baciarmi-
-Non qui- dico, guardandomi intorno e assicurandomi che nessuno ci stia guardando.
Sarebbe abbastanza imbarazzante.
In fondo al locale noto un gruppo di ragazzi, tra di loro riconosco alcuni studenti della mia scuola.
Una chioma castana cattura la mia attenzione, strizzo gli occhi per assicurarmi non aver avuto una svista.
No è proprio lui.
-E perché non qui?- domanda seguendo il mio sguardo fino a fissare chi sto fissando pure io.
-Dylan- mormora a denti stretti. -Anche lui qui-
Mi stacco dall'abbraccio non appena Dylan ci nota e strattono un braccio a Brian.
-Forza andiamo-
Restituiamo le scarpe e dopo aver rimesso le nostre, usciamo dal locale.
Mi riaccompagna a casa avvolti nel più totale del silenzio, anche se non mi dispiace: con il vento che tira, solo se aprissi bocca, è molto probabile che ingoi un moscerino.
-È stata una bella serata- dico non appena scesa dal motorino.
-Devi ancora pagare la scommessa- mi ricorda Brian.
-Giusto-
-Ora non hai più scuse, forza- mi incita.
Lo fisso negli occhi verdi, uguali a quelli del fratello e mentre mi avvicino alle sue labbra, non so per quale strano motivo, mi immagino che ci sia Dylan lì.
Le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie, quando una macchina passa accanto a noi suonando il clacson.
-Piccioncini!- urla un ragazzo che si sporge dal finestrino. Sarà sicuramente ubriaco.
-Atmosfera rovinata-sospiro, mentre mi allontano.
-Sarà per un'altra volta- continuo, indietreggiando per il vialetto.
Anche se spero che non ci sia.

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Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!•

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2016 ⏰

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