19 Capitolo(special)

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La famiglia Viscardi si precipitò all'istante in ospedale, i miei arriveranno domani dato che devono venire da Bari.

Signorina, vorrei proprio sapere che ospedale di merda è questo! Come cazzo si può. Come cazzo si può,dico io! Può entrare e uscire una persona di nascosto da qui? Ma lei capisce la gravità della situazione? Urlò contro l'infermiera il padre di Sofia.

Si calmi signore, non è colpa della ragazza il suo turno è iniziato adesso. Disse un infermiere.

E la ragazza che c'era prima eh? Urlò nuovamente, urla urla e urla..dopotutto ha ragione sua figlia è scomparsa.

La ragazza che c'era prima ha finito ed è andata a casa. Rispose con calma.

Se l'è svignata eh?! Che gente di MERDA. MERDA pura MERDA. Ha ragione.

Nel mentre la madre di Sofia piangeva e provava invano a chiamare Sofia.

Shh, la ritroveremo sta tranquilla Amore, non piangere ok? Sofia sta bene, sicuramente è uscita a comprare un gelato chi lo sa? Dissi facendo ridere la bambina, Maria la sorella di Sofia, che non la smetteva di piangere ed essere preoccupata.

Albe, la ritroveremo allora? Disse mostrandomi quegli occhioni.

Certo che la ritroveremo! Dissi lasciandole un bacio sulla guancia.

E se non la ritroveremo, a chi farò i dispetti, a chi ruberò le caramelle che le fan le regalano? Disse guardandomi aspettando una risposta.

Tu sta tranquilla che la ritroveremo e continuerai a farle dispetti principessina.

Grazie Albe ti voglio bene! Disse per poi abbracciarmi

Anche io te ne voglio. Le lasciai un bacio tra i capelli.

Maria è in pratica Sofia in miniatura.

Mi avvicinai alla mamma di Sofia che intanto non la smetteva di chimare e piangere.

Vieni qua.

Le spalancai le braccia e lei si precipitò all'istante e nel mentre le dicevo parole di conforto.

In poche parole sto confortando tutti, quando invece quello che ha bisogno di conforto sono io.

La polizia si fece largo tra la folla di persone che ormai erano lì per capire la situazione, in pratica alle 3 del mattino c'era uno spettacolo, spettacolo ecco.

Dicevo: la polizia si fece largo tra la folla e sciolsimo l'abbraccio.

Mi avviai immediatamente nella direzione della polizia per capire la situazione.

Allora, lo spettacolo è finito! Ognuno ritorni nella propria stanza altrimenti sono guai.

All'ordine tutti se ne andarono.

Allora signor Viscardi mi spieghi meglio la situazione.

Disse lo stesso uomo con cui avevo parlato io per il fatto del messaggio.

In pratica mia figlia ha ricevuto un messaggio che

Scusi, questo lo so già, il signorino De Giglio era venuto a denunciare. Vorrei sapere la continua.

Mi feci coraggio.

Allora parlo io, Scusa papà Viscardi.
Ritornavo dalla stazione della polizia qui in ospedale.
Arrivato mi sono precipitato all'istante davanti la camera 122, quella della signorina Sofia.
Dopo aver bussato un paio di volte, senza alcuna risposta, decisi di entrare, dopotutto è la mia ragazza.
Entrai ma lì Sofia non c'era, e la finestra della stanza era aperta.

Le lacrime inondarono le guance e Maria venne ad abbracciarmi.

Ok grazie Alberico devo indagare, chiamerò degli indagatori, ma nel mentre mostratemi la stanza.

Pov Sofia

Aprii gli occhi: ma dove cazzo mi trovo?

Ero sdraiata su un letto, mi trovavo in una stanza orrenda sembrava quasi un carcere. Le pareti erano di un giallastro sbiadito, al centro di quest'enorme stanza si trovava un tavolo con una sedia. Né una porta, né una finestra, niente. In questa stanza non c'erano entrate. Infine il letto su cui ero seduta io.

Una voce mi fece saltare letteralmente dalla paura.

Ben svegliata tesoro.

Era una voce camuffata,sembrava quasi quella dei computer per intenderci.

Chi cazzo sei? E poi tesoro? Ma chi ti conosce!

La paura si era fatta possesso di me, mi stavo letteralmente cagando sotto.

Umh, io non direi. Mi conosci bene, più di quanto tu possa pensare.

Ma vaffanculo.

Chi cazzo sei dillo. Dillo chi cazzo sei. Ormai la rabbia aveva preso posto su di me.

Sei bella quando t'incazzi. Ma adesso guarda la parete di fronte a te.

Ma chi cazzo si crede questo a darmi ordini? Ad un tratto foto di Albe e della mia famiglia cominciarono ad apparire sul muro, come se provenissero da un monitor.

Se parlerai o non farai come dico, questi qui...NON LI RIVEDRAI MAI PIÙ. Disse le ultime parole seguite da una risata malefica.

Ah ma aspetta. Continua. Non puoi parlare perché non hai nemmeno il cellulare. Continuò con quella risata.

Brutto stronzo di merda. Cosa cazzo vuoi da me eh? Dimmelo e la finiamo qua.

Sono disperata sto parlando in pratica con qualcuno che non vedo e non so nemmeno chi sia. Sono qui senza una porta o una via d'uscita rinchiusa in questa stanza. Per giunta da sola con questo pazzo maniaco del cazzo. Perché? Cosa ho fatto?

Non sarà così semplice BAMBOLINA Rispose alla mia domanda.

Alberico&SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora