IV. (Arizona's POV)

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Giorno 7, Agosto 2014

Mi alzai con la testa che faceva male. Mi girava, molto. Non capii immediatamente dove mi trovavo, ma la bottiglia di tequila di fianco a me mi fece capire quello che era successo la sera prima.

Io, Callie ed Erica ci eravamo ubriacate, molto probabilmente. O almeno, io ero ubriaca.

Non ricordo molto, quindi voleva dire che avevo bevuto. E tanto.

"Callie?" chiamai, ma nessuno mi rispose. Cercai di alzarmi in piedi, ma il mal di testa era peggiorato. Mi appoggiai debolmente al muro, quando una persona alta, mora mi venne incontro.

"Arizona," Mi afferrò e mise le sue mani sotto le mie spalle e mi trascinò nel letto. "Hai bevuto troppo ieri sera,"

Non appena ebbi la testa sul morbido cuscino del letto, aprì gli occhi e tutto non si muoveva più. Quando finalmente vidi il volto di Callie, notai che aveva del trucco che le colava dagli occhi, e subito, preoccupazione mi assalì.

"Che è successo? Perché stai piangendo?" chiesi preoccupata, alzandomi nei miei gomiti.

"Nulla," rispose, strofinandosi le mani furiosamente contro le sue guancie.

"Calliope, dimmi cos'è successo," la comandai, e lei strinse le labbra, sembrando minuto dopo minuto di nuovo sul punto di lacrime.

"Ieri sera ho detto ad Erica che mi piaceva, ma lei mi ha rifiutata. È tornata a casa con un taxi," spiegò, e qualcosa dentro di me iniziò a festeggiare, mentre un'altra parte di me era dispiacuta per Callie.

"Mi dispiace," sussurai, abbracciandola e spiengendo il suo capo contro il mio petto. Speravo che le mie braccia le davano almeno un po' di conforto.

"È stata stupida, perché tu sei una ragazza intelligente, bellissima, e comprensiva. Devi solo dimenticarla, che nel mondo ci sarà sicuramente qualcuno che è innamorato e che si innamorerá di te. Fidati di me," dissi. I suoi pianti si calmarono, e quando alzò il suo viso, capii quanto era vicina a me, e per un secondo guardai le sue labbra invitanti.

"Lo pensi davvero?" chiese, tirando su con il naso.

"Che cosa?" chiesi, leggermente confusa.

"Che sono bellissima, intelligente. Che troverò la mia anima gemella. Lo pensi davvero?" spiegò.

Non feci a meno che pensare che quella persona ero io, che ero innamorata di lei fin dal primo giorno. Che ero io la sua anima gemella.

"Lo penso davvero," affermai, accennando un piccolo sorriso.

Ci fu un momento di silenzio, e una vocina insulsa, nel mio cervello, gridò immensamente di baciarla, di stringerla a me e sentire la sua pelle tonica sotto le mie dita.

Ma ho combattuto con tutte le mie forze contro quella voce, e invece dissi, "Forza andiamo," e mi alzai in piedi.

Callie mi afferrò la mano e il mio cuore si fermò per un secondo.

"Arizona?"

La guardai, e i suoi occhi brillavano, quando un sorriso si dipinse sulle sue labbra.

"Grazie," mormorò.

Le sorrisi. Che cosa potevo dire?

"Figurati," replicai, e lei si alzò con me, tenendomi stretta la mano.

Se solo lei sapesse quante farfalle cominciarono a volare quando lei mi strinse la mano in quel modo.

Reckless || CalzonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora