Capitolo 5

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Milo lo guardava con un'espressione devastata, neanche avesse visto invertirsi i Poli magnetici. Per chiunque sarebbe sembrato tutto perfettamente identico a sempre, solo che adesso il Sud era il Nord, e viceversa.
<< Santa Athena, Mu ... >>.
<< Ora vieni di là, se non ti spiace >>.
<< Perché ... perché dovrei? >>.
<< Perché voglio fare l'amore, o comunque tu voglia chiamarlo >>. Sfilò la maglia appena indossata e la gettò per terra. Levò i sandali, e abbassò i calzoni, restando coperto solo della sua splendida pelle candida e vellutata. << E voglio farlo nel tuo letto, così quando tornerò giù avrai il mio odore addosso ancora, e ancora, e ancora, e saprai che ci sono >>. Strattonò la treccia, e al lieve gemito di Milo, sorrise provocante.
<< Cammini da solo o devo portarti io? Aspetta, ho un'idea >>. Con un lieve balzo gli montò addosso, serrandogli le lunghe gambe alla vita. << Portami così >>.
Milo obbedì, portandolo in camera e adagiandolo con cautela sul giaciglio ancora intatto. Mu lo trascinò giù con sé, chiudendolo nella doppia morsa di braccia e cosce.
<< Io non me ne vado >>, ripeté, prima di carpirgli la bocca per un secondo, succhiandogli le labbra ora fresche e leggermente tumide per i baci precedenti. << Continuerò a dirtelo finché non ci crederai >>. Qualche argine interiore di Scorpio dovette crollare, perché lunghi fiotti amari di lacrime presero a scorrergli giù per le guance ora lisce. Mu le raccolse una ad una come perle, con una pazienza infinita, in punta di lingua; gli accarezzò i capelli, la schiena le scapole e Milo lo abbracciò affondando il volto nel suo sterno, nascondendosi tra i capelli sparsi del compagno. << Tranquillo, Milo, va tutto bene. Non fa niente ... va tutto bene >>. Scorpio sollevò il capo cercandogli le labbra e Mu si fece trovare subito. Si baciarono a lungo, con tenerezza, assaporando la bocca dell'altro e continuando ad accarezzarsi e toccarsi finché Milo non si placò addormentandosi tra le braccia di Aries, al sicuro.
Mu chiuse gli occhi anche lui, e si assopì venendo svegliato qualche tempo prima dell'alba da un contatto insistente e bagnato nell'incavo della gola. La lingua di Milo, realizzò, abbandonandosi con un mugolio che destò il suo compagno.<< Ehi ... >>, lo salutò. << Ti ho svegliato. Mi dispiace >>.
<< Scusa tu >>, fece Scorpio, la voce impastata, ma bella come sempre. << Che ore sono? >>.
<< Le cinque, più o meno >>.
<< Mhmm mhm >>, sospirò, e Aries sentì gli occhi di zaffiro bruciargli la pelle della schiena, anche se non erano del tutto snebbiati. << Sei rimasto ... >>.
<< Perché, avevi dubbi per caso? >>.
<< No, non ... >>. D'un tratto gli afferrò il mento, voltandolo verso di sé e catturandogli le labbra. Mu si aprì lasciandosi invadere, e il bacio si fece sempre più profondo e rovente finché Milo provò ad issarselo addosso, incontrando la resistenza di Mu.
<< Così >>, disse Aries semplicemente.
<< Così? Sei ... sicuro? >>.
<< Sì. Ieri tu, oggi io >>. Strusciò il bacino contro il sesso del compagno, già turgido, pronto per lui.
Anche se intontito, Milo ebbe la lucidità necessaria a sfilargli i calzoni e individuato l'accesso al suo corpo, lo penetrò piano, pianissimo, passando le mani tra le sue cosce seriche, sugli addominali in rilievo, affondando il viso tra i suoi capelli, nella sua nuca.
Mu ansimò, non di dolore ma di piacere, inarcandosi contro di lui, aderendogli quanto più possibile, entrandogli dentro a sua volta col suo profumo, i suoi gemiti, col calore che Milo aveva prima supplicato e poi rigettato, spaventato dalla sua potenza.
<< Mu ... >>. Lo girò a pancia in giù, inchiodando le ginocchia al materasso per avere più presa; gli si chinò addosso e Aries mormorò qualcosa.
<< Cosa c'è? Ti faccio male? >>.
<< I capelli >>, mugolò. << Scioglieteli >>.
Immediatamente una cascata di onde violette gli si riversò sul volto, quando Milo lo schiacciò giù entrando ed uscendo senza sosta da lui. Si inebriò di quel manto odoroso di verbena e un pensiero fugace gli attraversò la mente.
Lo Scorpione aveva perso la sua coda. Non l'avrebbe più infettato col suo veleno.
<< Milo ... >>. Gli sfuggì un rivolo di parole incomprensibili appena Milo gli strinse il membro in mano e la frizione si fece ben presto insostenibile. Le fitte crudeli e soavi di un intenso orgasmo gli frustarono le reni, facendolo esplodere.
Scorpio si sfilò lentamente da lui, lasciandosi cadere sul letto. Mu sospirò, voltandosi a guardarlo mentre era ancora stravolto dal piacere appena colto.
Ma il suo compagno non si fermò. S'inabissò tra le sue cosce e lo prese in bocca, leccandolo con cura, nutrendosi di ogni goccia, ogni traccia anche infinitesimale del suo seme cristallino, neanche fosse ambrosia, facendolo tremare dagli spasmi con quei piccoli tocchi di lingua dove ormai era ipersensibile.
Infine, lo abbracciò.
<< Abbiamo ... fatto l'amore >>, disse, tenendogli la mano nelle proprie. A Mu venne spontaneo sorridergli, fissando il viso del compagno che rifletteva il pesco e l'oro dell'alba incipiente lì fuori. Bello come il sole. Di nuovo pieno della sua forza e della sua luce.
<< Sì, Milo. Abbiamo fatto l'amore. E lo faremo ancora, ogni notte, tutte le notti, se lo vorrai >>.
<< Naturale che lo voglio. Ma più di ogni altra cosa voglio stare con te >>. D'improvviso un'ombra saettò nei suoi occhi, e Mu se ne accorse. << Forse non sarà facile, non all'inizio, almeno ... >>.
<< Non fa niente >>. Mu lo azzittì con un lieve tocco delle dita sulle labbra. << Io resto al tuo fianco >>.
Milo guardò quel dono inaspettato piovutagli dal cielo tra le braccia. Sapeva che con lui non aveva di che temere: Mu era fedele alla parola data a costo della vita. Non l'avrebbe mai lasciato.
<< Ti adoro, piccolo agnellino testardo >>, bisbigliò prima di sistemarsi sulla schiena e serrarselo al petto. Guardando nel suo cuore scoprì un sentimento ancora piccolo e indifeso, non appena spuntato ma curiosamente mutato. Un'innocente margherita divenuta promessa di una maestosa orchidea.
Si ergeva tenera e fragile nella terra della sua anima, che credeva inaridita.
Sarebbe fiorita presto con tutte quelle cure. E aveva tutti i presupposti per crescere salda e bellissima, piena di sfumature e con un odore inebriante.
Strinse più forte Mu e assieme con lui quel delicato bocciolo, pronto a proteggerli entrambi a discapito di qualunque cosa. << Ti adoro >>, gli ripeté, baciandogli la tempia. Mu sollevò la testa e gli scoccò uno splendido sorriso, prima di tornare a quello ch'era ormai il suo posto, sul pettorale sinistro di Scorpio, uno scudo caldo e morbido come una coperta ma a prova di esplosione come il Crystal Wall, per quel cuore dalle ferite in via di guarigione.
Sì, sarebbe fiorita molto presto. Ne era più che certo.

You and I, beyond the ice.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora