Capitolo 27- Piano

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Importante Spazio Autrice

«Se tu adesso sei un alpha, dov'è il tuo branco?»
Vidi che le tremavano le mani da quando aveva cominciato a parlare e subito capii di aver toccato un nervo scoperto quando deglutii a forza.
«Io... Non ce l'ho.»
Ridacchiai nervosa, «Non è possibile. Tutti quelli come te ne hanno uno.»
«In teoria ho ereditato il suo, in pratica mi hanno disconosciuta.», ammise lei a testa bassa come se si vergognasse di questo fatto.
Dopo un primo attimo di smarrimento le chiesi spiegazioni che non tardarono ad arrivare. «Non hanno preso bene la sconfitta della loro precedente guida.»
La vidi stringersi nelle spalle, portandosi la il colletto della felpa viola, fino alle labbra che nascondeva sperando che non notassi il tremore: non voleva parlarne apertamente. Non osavo immaginare cosa le fosse successo.
Ragionai un attimo, cercando un modo per aiutarla ma l'unica cosa che riuscii a fare fu suggerirle di rivolersi alla persona più indicata in assoluto per questo genere di situazione. «Forse dovremmo parlarne con Scott: lui è il migliore quando si tratta di dare consigli.», azzardai con voce bassa.
«No.»
«No?»
«No.»
Spazientita mi alzai dal divano, portandomi con me la coperta e lasciandola al freddo. Una piccola vendetta potevo anche prenderla ogni tanto.
Lei subito mi lanciò un'occhiata di fuoco, maledicendomi «Ma che fai? Torna subito indietro che sto gelando.»
Feci alcuni passi verso la scrivania ed afferrai il telefono decisa a non mollare la presa. «A patto che tu lo chiami.»
Eve si portò il cuscino sopra la testa, additando stupide scuse come la tarda ora o il fatto che lui potesse essere occupato in quel momento ed io, con poca delicatezza le tolsi anche quello. Con un'espressione rassegnata, raccolse svogliata il cellulare che le avevo lanciato e compose il numero.
La conversazione durò una manciata di minuti  al massimo, durante i quali non smisi di osservarla tentando di capire perché il suo branco la riuscisse a turbare tanto. «Scott arriverà qui tra pochi minuti, accompagnato da qualcuno.»

***
«Allora, dov'è la paziente?», esordì il ragazzo tatuato appena oltrepassata la soglia di casa.
Risi alla sua domanda e al tono professionale che aveva usato: gli mancavano un la ventiquattrore ed un camice bianco e sarebbe stato un perfetto medico a domicilio. «Al piano di sopra: è troppo sfaticata per fare le scale.» Prima di chiudere la porta diedi uno sguardo fugace, certa che sarebbe arrivato l'accompagnatore misterioso del lupo mannaro ma l'unica cosa che notai era la moto verde mela parcheggiata sul vialetto.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Scott disse «Liam sta arrivando. Sai, ha meno flessibilità di me con gli orari ed i suoi genitori sono più protettivi.»
Annuii convinta e accompagnai l'ospite in camera, dove ci attendeva una Evelyn accucciata sul letto con la coperta sulle spalle; ci rivolse solo un cenno di saluto prima di tornare a fissare un punto indefinito sulla parete.
«Sembra più grave di quanto mi aspettassi.»

Scott aveva un carattere davvero espansivo: nonostante conoscesse Eve da pochi giorni non riusciva a non atteggiarsi come se fossero amici di vecchia data, fatto per nulla negativo ma che anzi, ti permetteva di sentirti a tuo agio in sua presenza. Egli si sedette al suo fianco, cingendole lievemente le spalle, esortandola a parlare ed ovviamente, appena mi accomodai al loro fianco, suonò il campanello.

«Vado io, non scomodatevi, mi raccomando.» Lanciai un'occhiataccia ai due ragazzi che nemmeno si erano resi conto che qualcuno era arrivato.
Era infreddolito sulla soglia, sul viso ancora un'espressione assonnata e le mani infossate nelle tasche della felpa nera . «Ciao.»
«Scott è qui?» ,domandò lui con voce impastata.
Fosse stata un'altra situazione mi sarei arrabbiata per il suo comportamento sfacciato ma siccome era venuto in nostro aiuto in piena notte, l'avrei tollerato. Una volta sola.
Annuii e gli feci strada fino agli altri due.
«Ben arrivato! Ti stavamo giusto aspettando.», esclamò sorridente il suo alpha. In risposta Liam grugnì qualcosa sull'ora tarda e andò a rannicchiarsi sulla poltrona di fronte al baldacchino.
«Ora che siamo al completo, possiamo cominciare.», affermai io, prendendo posto ai piedi del materasso.
Evelyn raccontò dettagliatamente ciò che aveva esposto a me poco prima, soffermandosi poco sulla parte relazionale e amorosa, giusto per evitare di annoiarli troppo e non volendo esporsi troppo: sapere che c'era del trascorso tra lei ed il precedente capo la faceva sentire anche peggio.
I due ragazzi non si erano mossi di un millimetro: avevano solo sospirato sommessamente più volte e di tanto in tanto si sfregavano gli occhi -Liam- per tentare di restare svegli.
«Non vedo dove sia il problema fin qui.», disse Scott risoluto una volta terminata la storia. «Certo, hai ottenuto il branco in maniera che personalmente non condivido, tuttavia non è stata colpa tua.»
Eve alzò lo sguardo nella sua direzione, facendo brillare gli occhi, subito rossi. «Lo vedi cosa sono diventata?», Domandò retorica, alzando la voce. «Io non volevo questo e nemmeno loro. Infatti mi stanno dando la caccia.»
Notai che il beta, rimasto tutto il tempo in silenzio, ebbe un sussulto.
«Com'è possibile? Tu sei di diritto il loro leader: per natura dovrebbero seguirti e proteggerti sempre e da tutto.»
«Ed invece mi vogliono morta. Ironico vero?», disse lei sarcastica.
Povero Liam, era davvero convinto delle sue parole, anche se non faticavo a comprendere il perché se ispirato da un nobile capo come Scott. Quest'ultimo mi aveva raccontato brevemente il rapporto tra lui e Liam, le incomprensioni, i litigi, la rabbia ed infine la più totale fiducia l'uno nei confronti dell'altro; io volevo ciò per la mia amica, non la fuga e la paura.
«Mi dispiace ma non è così. Una volta strappato loro il vero alpha, ruolo sostituito da un usurpatore all'apparenza fedele, faticano a fidarsi degli estranei. In tutta sincerità li capisco: anche io,  fossi in loro, non vorrei a capo qualcuno che non conosco dopo ciò che ho passato.»
A quel punto, io che me ne ero rimasta in silenzio ad ascoltare e a spremermi le meningi per tirare fuori un piano, suggerii «Forse dovresti, prima di importi come figura superiore, pari a loro. Conquistandoli come ha fatto Scott: con determinazione e nobiltà d'animo. Lui non ha costretto Liam ad accettarlo senza condizioni, sono entrati in confidenza piano piano. Dovresti essere "gentile". Spesso così si ottengono le cose.»
Dopo un attimo di quiete in cui Evelyn mi guardava stralunata, scoppiò in una fragorosa risata amara che durò fin troppo.«Gentilezza? È la cosa migliore che ti sia venuta in mente? Riprova.» Si asciugò con il dorso della mano delle lacrime che erano scese, di frustrazione probabilmente piuttosto che di gioia. «Io ho provato a fare la carina con loro, non sono scappata subito. Ho provato a farmi accettare in tutti i modi ma sai cosa ne ho ricavato? Questo.» Senza esitazione si alzò la maglietta e ci mostrò una lunga cicatrice ancora rosea che le attraversava quasi per intero la pancia: partiva da sotto il seno sinistro e si estendeva fino al fianco destro. «Volevano sventrarmi e quasi ci erano riusciti. E la cosa buffa è che non è nemmeno l'unica volta che ci hanno provato. Ricordo che un giorno uno dei lupi più anziani voleva rivendicare il ruolo per il comando ed io non potevo rifiutarmi. Era la prima volta che uccidevo consapevolmente.» le sue ultime parole erano intrise di amarezza: mi sentivo così dispiaciuta per lei.
A quel punto Liam non riuscì più a controllarsi e sbottò quasi urlando «Se ti disgusta tanto quello che ti è successo, perché non hai permesso che ti uccidessero?»
Era balzato in piedi, avanzando minacciosamente verso Evelyn; gli occhi brillavano di un giallo intenso. Tanto devoto quanto irascibile quel ragazzo.
In ogni caso, durante quella serata me l'ero chiesta anche io svariate volte, eppure non avevo mai avuto il coraggio di domandarglielo per non vederla soffrire.
Scott fece per intervenire ma la mia amica fu più veloce: si alzò e con altrettanta aggressività aveva ridotto la distanza tra loro.
«Non osare mancarmi di rispetto, beta.»
La sua voce si era fatta rauca, le zanne erano spuntate nella frazione di un secondo così come gli artigli. Non prometteva bene.
«Altrimenti? Mi fai fuori?»
Chiamai Scott a voce bassa, per paura di interrompere quella guerra di ringhi che stava perdurando inutilmente, sperando che lui si mettesse in mezzo e sistemasse la faccenda; ero stufa di dover ogni volta ristrutturare casa affibbiando scuse stupide ai miei genitori.
«Ragazzi, calmatevi.»
Egli si era posizionato in mezzo si due, allentandoli contemporaneamente facendo pressione con entrambe la braccia sui loro petti. «Subito.»
Borbottarono ancora ma infine ritirarono, accomodandosi nel punto in cui erano prima.
Eve prese un respiro profondo, facendosi scivolare via tutta la rabbia e rispose «Ci ho pensato. Più e più volte. Alla fine ho capito di essere troppo egoista per togliermi la vita.»
Annuimmo concordi con lei, tuttavia notai che l'espressione del beta lasciava intendere che non ne fosse convinto e che ci fosse altro sotto ma che comunque evitò di indagare, per il momento.
Scott, che dopo il suo intervento era tornato quieto nel suo angolo, esclamò felice come se avesse avuto l'intuizione più geniale di sempre. «Se la bontà non funziona, perché non provare con una dimostrazione di forza? Non fisica, psicologica semmai. Devi mostrargli che tu puoi fare del bene, che si possono fidare perché tu hai già aiutato molte persone.» Aspettò qualche attimo, permettendoci di arrivare al suo ragionamento, cosa che non riuscimmo a fare. Sospirò rassegnato e si strofinò una mano sul viso prima di proseguire. «Ho delle conoscenze in Europa che potrebbero fare al caso nostro.»



Spazio autrice

Ciao a tutti! Per prima cosa mi scuso per averci messo tantissimo a pubblicare ma purtroppo come aspirante scrittrice anche io ho i miei momenti di blocco. Comunque, mi sono palesata perchè ho notato che dal primo capitolo ad ora ho gia perso circa 60 lettori e voi vi chiederete giustamente "ma cosa le importa lei? Sarà mica una di quelle persone fissate con voti e commenti?": beh, non dico che ci sputerei sopra ma nemmeno mi dispiacciono più di tanto. Il punto comunque non è questo, ciò che mi domando io è se per caso tale perdita può essere riportata al fatto che la storia a lungo andare sia diventata noiosa. Nel caso alcuni mi dicessero sì - fatto che da una parte spero- vorrei che mi diceste quali sono queste parti lente e stoppose che non permettono una lettura fluida.

Grazie in ogni caso del costante supporto che mi date e scusate questa mia fastidiosa intromissione.

A presto

-L.

Luna Nuova || Teen Wolf Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora