Invecchiare.
Che strano processo era l'invecchiamento. Da giovani si diventa più maturi mentre da adulti si tende ad invecchiare, quando principalmente succede lo stesso processo ma visto in due modi differenti.
Avrei dovuto compiere 19 anni, ma ero pronto?
Quest'anno avrei concluso un capitolo fondamentale della mia vita: la mia formazione.
Dovevo finire la scuola di Danza ed anche il liceo, ma ciò richiedeva delle forze costanti ed un salto nel vuoto.
Cosa avrei fatto dopo? Chi poteva saperlo.
Giovedì festeggiai a casa dei miei amici, Alessandro e Simone, per aspettare la mezzanotte del Venerdì. Tornai da danza e a casa rimasi da solo, strano perché di solito avevo l'abitudine di farlo insieme al mio amico-coinquilino, Alessandro.
Non potevo credere che il giorno successivo avrei finalmente festeggiato 19 anni e l'avrei fatto con la mente apposto. La stavo dimenticando, stava svanendo.
In quel periodo mi cominciai a sentire con un'altra ragazza. Una ragazza d'oro: gentile, dolce, bella e simpatica; non potevo desiderare di meglio.
Con lei non ebbi mai l'opportunità di fare qualcosa di più, ci limitammo solamente ad uscire qualche fine settimana senza baciarsi o smancerie del genere, non ero pronto.
Ero in cucina, guardavo dalla finestra il laghetto dei pesci del signore al piano di sotto ed improvvisamente sentii la serratura scattare. Non erano solamente Alessandro e Matilda, la sua fidanzata, ma c'erano anche l'altro Alessandro e Simone e sinceramente in quel momento mi sentii leggermente spaesato.
"Cosa ci fate qui?" chiesi con aria sospettosa.
Erano giorni che cominciavano a confabulare tra di loro e ero certo che parlassero esplicitamente per il mio regalo, visto che gli diedi nessun suggerimento visto le mie scarse idee sui regali personali.
Entrarono come un battaglione nella cucina e cominciarono a guardarmi. Odiavo essere osservato, soprattutto se veniva fatto di proposito.
"Cosa avete da guardare?" cominciai ad arrossire.
Alessandro B., il coinquilino di Simone, sorrise con quel suo fare malizioso.
"Stasera aspettiamo la mezzanotte e vieni a festeggiare da noi, intesi?"
Qualcosa non mi tornava e nonostante tutto ancora mi stava sfuggendo. Avevo uno sguardo da complice e a vedere il resto delle facce, tutti mi guardavano con la stessa intensione.
"Okay.. ci sto! Cioè mi fa piacere.. ma a costo che non la invitate, va bene?" gli implorai.
Non volevo che ci fosse anche lei, mi vergognavo di portare una ragazza al mio compleanno e soprattutto temendo il loro giudizio. Non volevo vederla quel giorno, forse perché preferivo che così era meglio. Sarei rimasto più tranquillo.
"Sì, va bene Marco" disse Simone "Allora ci vediamo alle 21 a casa nostra. Mi raccomando puntuali!" mi fece l'occhiolino ed insieme ad Alessandro se ne andò di casa.
Guardai Alessandro e Matilda.
"Verrà vero?" lo sapevo, non riuscivano a nascondermelo. Era come una sensazione dentro il cuore, un peso troppo grande da sorreggere.
"Compà " chiamava a tutti così Alessandro. "stai fresco e vedrai che andrà tutto bene. Confido in te! E' la buona volta che potrai finalmente essere felice"
Le sue parole mi riempirono il cervello. Essere felice, forse era quello che cercavo da tempo. Forse era quello che pensavo di avere ma mi stava accecando.
***
Arrivammo a Villa Iglesias. Ormai avevo compiuto i miei anni.
Era notte inoltrata e forse era meglio andare a dormire, ma la mia ingenuità a volte si mostra più furba di me stesso. Ero insieme all'altra ragazza. Lei si era messa tutto di punto, voleva sembrare impeccabile e lo era.
"E insomma ormai sto diventando vecchio" le dissi.
"Esagerato Marco! Adesso dovrebbe cominciare il bello!" mi rispose.
Era spontanea e ciò mi spaventava.
Entrammo nel complesso dove vivevano la maggior parte dei piccoli di danza. Lì c'era Martina, ma non volevo pensarci. Dovevo dimenticarla, così mi aveva detto e dovevo farlo.
Ci sedemmo sopra la scalinata davanti al cancelletto d'ingresso e sopra di noi padroneggiava una finestra. E se fosse stata della camera di Martina, se ci avesse sentito sarebbe stato il finimondo.
"Se ci pensi.. abbiamo parlato sempre di tutto quando uscivamo ma mai di noi" le dissi.
"E cosa vuoi dire su di noi?"
Martina. No, dovevo dimenticarla.
"Posso dirti che mi sono trovato benissimo con te. Sei una ragazza veramente socievole. Sei carina e tutto quanto, solamente non sono mai stato con una ragazza e a volte mi risulta estremamente difficile. Proprio mi blocco perché non so come comportarmi e ho paura del giudizio delle persone.."
Lei mi guardò negli occhi.
"Senti Marco.. io volevo darti un altro regalo di compleanno oggi! Devi solamente rilassarti e tutto andrà bene"
Mi si avvicinò e presi la palla al balzo. Ci baciammo e sentivo il mio cuore battere a mille. Le nostre lingue si incrociarono e cominciarono con una strana danza a me sconosciuta. Era tutto così nuovo, mi piaceva ma non avevo la scintilla dentro. Mi mancava qualcosa per rendere questo bacio indimenticabile.
Dopo un po' la salutai, imbarazzato.
Martina, era quello che mi ripetevo in testa. Non volevo quella ragazza che mi ero appena baciato. Il bacio non poteva essere sensazionale senza provare un sentimento e io non ne provavo al momento. Non volevo prenderla in giro, mi sentivo vuoto.
Non riuscivo a dimenticarla. Dovevo provare con l'alcool o con qualcosa ma sarebbe stato un tentativo invano. Mi stava uccidendo, ogni volta che rivedevo la sua foto con Vittorio piangevo e non potevo permetterlo più. Dovevo farlo ma non volevo. Perché amavo sentirla, vederla e averla accanto.
Ero in conflitto. Volevo odiarla ma sapevo di tenere a lei, troppo.
Volevo Martina e basta.
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Nei Tuoi Riflessi
RomanceL'Amore è un sentimento troppo vasto per riuscire ad etichettarlo con un insulso sostantivo. L'Amore va definito in base all'esperienza e solamente dopo averne avuto la piena conoscenza si può provare a denominarlo. Può essere brutto come può essere...