Capitolo 2

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Ancora riflettendo sulla proposta di Andreas, mi incammino verso l'università, dove avrei parlato con Stefania di ciò che è successo ieri sera.
Dopo quella proposta, sono scappata in camera liquidando Andreas con un semplice «Devo pensarci Andre, lasciami riflettere.»
«Ludo!» alzo lo sguardo e incontro gli occhi color cielo di Stefania, sorridendole e andandole incontro.
«Buongiorno Stef, tutto bene?»domando abbracciandola leggermente, per poi staccarmi e sorriderle.
«Tutto bene grazie, e tu?» deglutisco giocando nervosamente con le mie mani, ricevendo uno sguardo preoccupato.
«Ho bisogno di parlarti, urgentemente. Possiamo saltare stamani? Tanto manca poco all'ultimo esame.» propongo.
Lei sorride annuendo, prendendomi la mano e iniziamo a camminare senza meta, in silenzio.
Per la mia testa rimbombano mille domande: cosa penserà Stefania? Cosa dirà? Ma soprattutto, qual'è la mia risposta definitiva alla domanda di Andreas?
Dopo una decina di minuti di cammino, arriviamo davanti alla caffetteria in cui lavoro:
Stefania apre la porta e entriamo, togliendoci le sciarpe e il cappotto appoggiandoli allo schienale della sedia in cui ci sediamo, una davanti all'altra.
«Ludo! Che piacere vederti!» mi volto verso la persona che ha parlato sorridendo.
«Marco! Sono qui con la mia migliore amica Stefania.» i due si tendono la mano sorridendo presentandosi.
«Come mai niente università oggi?»domanda sfogliando il taccuino, cercando una pagina libera per prendere le nostre ordinazioni.
«Abbiamo bisogno di una mattinata tra ragazze.» sorrido a Stefania che annuisce per confermare le mie parole.
«Bene ragazze, cosa vi porto?»domanda pronto a scrivere.
«Io una cioccolata calda, mentre Stefania cappuccino con tanta schiuma e cacao. Mentre da mangiare, due brioche al cioccolato.» sorrido a Marco che ricambia per poi andare dietro al bancone.
«Di cosa mi devi parlare?» mi domanda sorridendomi.
«Ieri, durante l'orario di lavoro, ho conosciuto un ragazzo carino.»
«Ma è una cosa bellissima!»

«Ma non è questo il punto...» sussurro vedendo Marco arrivare con le nostre ordinazioni.

«Ecco a voi ragazze.» ci sorride posandoci davanti a noi le rispettive ordinazioni.
«Grazie mille.» diciamo insieme e Marco ci sorride per poi tornare alle altre ordinazioni.
«E allora qual'è il punto?» mi domanda Stefania iniziando a sorseggiare il suo cappuccino.
Prendo un sorso della mia cioccolata, mordendo un poco la brioche al cioccolato.
«Quando sono tornata a casa, ho parlato ad Andreas di questo, ma anche che sono vergine e che non ho idea di come si seduca un uomo, così...»
«Così?..» Prendo un respiro profondo,ora o mai più Ludovica.
«Così mi ha proposto di essere il mio insegnante di seduzione..» sussurro bevendo dell'altra cioccolata.
«Che cosa?!» urla strabuzzando gli occhi, attirando l'attenzione di qualche cliente nei tavoli al nostro fianco.
«Non urlare, cretina. Comunque si, è quello che è successo.» sospiro girando il cucchiaino nella tazza.
«E tu?» Già, e io?

«E io nulla... Gli ho detto che ci dovevo pensare e che gli avrei dato una risposta poi..»

«Vuoi un mio parere?» domanda seria dopo qualche minuto di silenzio impiegato a guardarci negli occhi.
Annuisco seria, e lei si siede meglio sulla sedia. «Per me, potrebbe essere una lezione, appunto, di insegnamento alla seduzione di un uomo.».
Annuisco alle sue parole, in fondo ha pienamente ragione. «Hai ragione.»sussurro.
Stef mi sorride, alzandosi dal tavolo e indossando cappotto e sciarpa, lasciando poi sul tavolo qualche soldo.
«No! Non se ne parla! Pago io.»chiarisco subito mettendole la moneta in mano e lei fa una smorfia contraria.
«Va bene, ma la prossima volta pago io.» annuisco sorridendo alzandomi per abbracciarla.
«Grazie Stef, ti voglio bene.» sussurro al suo orecchio e sento la sua stretta farsi più forte.
«Anche io.» ci stacchiamo sorridendo e dopo avermi salutata, esce dal bar.
Prendo le tazze e i piattini, portandoli dietro al bancone e appendendo il mio giubbotto all'attaccapanni dei dipendenti, per poi indossare il grembiule e iniziare il mio lavoro.

«Sono a casa!» urlo appendendo il cappotto e togliendomi le scarpe, riposandole nella scarpiera.
Vedo la luce della cucina accesa, quindi deduco che Andreas sia proprio lì, quindi mi incammino e entro nella stanza, notandolo alle prese con i fornelli.
«Forza Andre, ce la puoi fare! Fallo per Ludovica.» lo sento sussurrare e sorrido dolcemente, facendo dei silenziosi passi in avanti fino a raggiungerlo.
«Ciao Andre.» sussurro piano, facendolo voltare e mi sorride dolcemente, posizionandomi le mani sui fianchi.
«Ciao Ludo.» sussurra chinandosi leggermente e arrivando a baciarmi la guancia.
«Ho preparato la cena.» sorride mostrandomi i piatti pronti: pasta al ragù, insalata, carne e patate.
«Grazie..» sorrido accarezzandogli la guancia coperta dalla leggera barba che sta ricrescendo.
Mi stacco da lui sedendomi sulla sedia e mi mette i piatti davanti, per poi fare lo stesso coi suoi e sedersi.
Iniziamo a mangiare in silenzio e sorriderci di tanto in tanto fino alla fine della cena, dove Andreas si mette a sparecchiare e lavare i piatti.
Mi avvicino lentamente baciandogli la guancia sussurrandogli all'orecchio un flebile buona notte, per poi uscire dalla cucina e avviarmi verso camera mia.
Dopo aver chiuso la porta ed acceso la luce, mi inizio a spogliare dei miei vestiti, per poi indossare un pigiama composto da pantaloncini e canotta, per poi ricordarmi della proposta.
Sento il rumore dei passi di Andreas salire le scale e la porta di camera sua chiudersi. Sospiro prendendo coraggio,ora o mai più.
Esco dalla mia stanza, camminando nel corridoio incerta fino ad arrivare davanti alla stanza di Andreas: prendo un respiro profondo abbassando la maniglia, scostando la porta leggermente e noto il castano sfilarsi la maglietta e noto che ha già indossato il pantalone della tuta che usa come pigiama.
Entro nella stanza senza fare rumore, camminando fino ad arrivare dietro di lui.
«Si Andre, voglio che tu mi insegni.»sussurro e vedo i muscoli della sua schiena irrigidirsi, per poi rilassarsi.
Si volta verso di me e i nostri occhi si incontrano, facendomi mancare il respiro.
«Allora, iniziamo.»

Seduction || Andreas MullerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora