Capitolo 2

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Capitolo due.

Come ogni mattina la mia sveglia suona puntuale alle 6:00. Mi alzo con tutta la calma del mondo ed inizio a preparami per una nuova giornata scolastica.

Prendo qualcosa da mangiare dal mini frigo e mi dirigo verso la mia bici, partendo verso la scuola.

Appena arrivata poso la mia bici al solito posto ed inizio a guardami intorno.

Strano.. a quest'ora il campus dovrebbe essere stracolmo di studenti.

Sento dei passi dietro di me avvicinarsi sempre di più, però non me ne curai più di tanto.

Feci per andare verso l'entrata del College ma qualcuno mi fermò.

"Ehi!" grida qualcuno alle mie spalle.

Mi giro verso la persona a me sconosciuta senza aprir bocca.

"Non mi sono spiegato abbastanza? Avevo detto che dovevate abbandonare il Campus" continua ad urlarmi contro. Non l'ho visto prima d'ora, tralasciando che il suo comportamento è inquietante.

"Sono appena arrivata" dico senza neanche degnarlo di uno sguardo.

"Allora sparisci" ripete con un tono serio, ma io non mi muovo, come pietrificata.

Perchè dovrei ascoltarlo, non è neanche uno studente qui al College e non l'ho mai visto in giro prima d'ora. Chi si crede di essere, venendo qui e cercando di comandarmi come se fosse il Presidente.

"Sei sorda per caso ? Devi sparire"

"Perchè dovrei ascoltarti? Sei uno di quei ragazzi che si sentono non so chi, che credono di poter comandare a bacchetta ogni persona che incontrano per strada. Non è così che funziona, ficcatelo bene in testa. Adesso se non ti dispiace devo andare a lezione." stavo per andarmene ma mi ferma per un polso, tenedolo stretto.

Che gente di merda che c'è in giro.

"Mi piace il tuo carattere, però sarebbe meglio per te se mi ascolti, sai..non mi piace quando qualcuno mi manca di rispetto ed è proprio quello che stai facendo." dice senza distogliere i suoi occhi dai miei continuando a parlare.

"Comunque avevo delle cose da chiarire con il preside, per questo oggi nessuno ha lezione, puoi ringraziarmi più tardi." mi guarda con un ghigno in faccia.

Alcune ciocche dei suoi capelli scuri e scompigliati gli cadono sugli occhi, coprendoli per poco facendo scorgere quello sguardo deciso ed arrabbiato. È molto più alto di me ed anche più abbronzato. Le sue braccia scoperte mostrano dei tatuaggi incomprensibili. Il suo modo di vestire è come diciamo ogni ragazzo oggi giorno, jeans strappati, maglia con scollatura a 'v' ed una giacca di pelle per rendere il tutto più misterioso.

Diciamo che chiunque altro avrebbe avuto paura anche solo a parlargli, ma a me non importa più di tanto. Non è nessuno per sentirsi superiore ad altri.

"Perchè dovrei crederti?" domando stringendo i pugni. Mi sto davvero innervosendo. Chi avrebbe pensato che, invece di poter andare a scuola normalmente, avrei incontrato un'essere del genere che mi sta solo facendo perdere tempo.

"Tu credimi e basta se vuoi che non ti accada niente." mi sorride iniziando a ridere malignamente. Lo guardo come se il suo cervello non si è ancora connesso da quando si è alzato questa mattina. Come se fosse un pazzo in preda ad una crisi isterica. Forse lo è veramente. Semplicemente pazzo.

"Io non mi muovo di qui" ribatto facendogli un sorriso falso.

Smette di ridere e mi guarda negli occhi, come per dire 'non sai di cosa sono capace, non provocarmi'.

One secret, thousand problems.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora