Capitolo 3

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Capitolo tre.


Zayn continua a guardarmi e ciò mi intimorisce molto, lo si vede a chilometri di distranza.

Mi sento tremendamente osservata, ma non posso farci niente, perchè è ancora piazzato dinanzi a me.

"Come.. eh.. come si va avanti adesso?" chiedo titubante.

"Semplice, non potrai più andare a scuola, però c'è qualcosa che puoi fare."

"Sarebbe?" stavo iniziando ad agitarmi. Mi preparo al peggio, ma ciò che mi dice lo è molto di più.

"Dovrai lavorare per me." sgrano gli occhi a quella affermazione. No. Proprio no. Non può essere vero.

"Di cosa parli?" non ci posso credere. Perchè deve capitare proprio a me?

"Rilassati piccola, dei ragazzi ed io abbiamo un posto dove potrai rifugiarti, facile, farai la stessa cosa che faccio io."

"Dovrei far parte del tuo gruppo? Cosa ne esce fuori per me?" non avrei fatto niente per nessuno senza avere qualcosa in cambio.

"Wow..come vedo sei anche brava anegoziare, è proprio quello che ci manca nella nostra squadra. Dimmi cosa ti serve e lo avrai. Vestiti? Gioelli? dai dimmi." pensa veramente che io abbia bisogno di questw cose ? Non ha proprio la minima idea di chi ha davanti. Anzi, meglio che non lo sa.

"Non mi serve niente, grazie." sento le lacrime farsi strada tra i miei occhi. Non posso fidarmi. Non di una persona come lui. Non posso raccontargli dei miei problemi che ho in famiglia e tutto il resto. Lo conosco da poco più di un'ora e non mi sono mai confidata con nessuno, perchè dovrei farlo con lui. Sento il suo sguardo fisso su di me e continuo a non parlargli. Non posso farlo.

E se invece fosse proprio quello di cui ho bisogno? Confidarmi con qualcuno.. sembra strano solo a pensarci.

"Dai parla." dice lui con un tono calmo. Alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi marroni.

Davvero vuole sentire cos'ho da dire? Sono sicura che si sarebbe annoiato dopo pochissime parole.

"Bene, cerco di tagliarla corta. Vivo da più o meno un'anno in un Caravan con mio padre e mio fratello minore, da quando è morta mia madre per causa di un incidente stradale. Mio padre ha perso il suo lavoro non potendo portare più soldi, quindi cerca in ogni modo di procurare il necessariol, anche se vuol dire agire illegalmente. Ho dovuto cambiare scuola e non ho amici, beh ed ora, eccomi qui." dico abbassando lo sguardo. Non voglio guardargli negli occhi, non so se riuscirei a reggere il suo sguardo, credo proprio di no.

"Oh..mi dispiace" dice senza guardarmi.

Mi viene difficile credere che gli dispiaccia.

"Non deve diapiacerti e non voglio la tua compassione, grazie. Sto passando questa vita di merda da più di un anno e me la sono sempre cavata da sola. Non mi sevre ne il tuo aiuto, ne quello di qualcun'altro." questa volta il mio sguardo è fisso nel suo. Ho accumulato tutte le forze per non sembrare debole e credo di esserci riuscita. Il suoi occhi non smettevano di scrutarmi, era come se stesse cercando di capire cosa mi fosse successo per reagire in questo modo. Come se stesse cercando di guardrmi l'anima, cercando di comprendere.

"Vieni con me al rifugio, sarai al sicuro." al sicuro? Ma dice sul serio? Non credo di essere al sicuro avendo lui che mi gira intorno, non dopo quello che mi ha mostrato oggi.

"Non ci penso neanche. Non lascio la mia famiglia in quel Caravan diroccato e di certo non vengo con te. Ci rinuncio." mi guarda in modo quasi deluso. Ma cosa vuole da me, chi lo conosce.

"Tu verrai con me. Aiuteremo la tua famiglia in ogni modo. Cercherò di darvi dei soldi e di occuparmi di voi." non avrei mai accettato il suo denaro. Poi la storia non mi quadra, perchè dovrebbe aiutarmi. Non sa chi sono e non voglio che lo sappia, anzi gli ho già detto troppo.

"No grazie." cerco di convincerlo ma non ne vuole sentire.

"Vuoi per caso crepare in quel Caravan che ti ritrovi? Pensaci Emma, posso offrirti tutto ciò di cui hai bisogno, il mio aiuto, i miei soldi. Fidati di me."dice guardandomi. Sembra innervosirsi, anche se quella a dovers innervosire dovrei essere io. Un perfetto sconosciuto che mi chiede di fidarmi di lui.

"Come fai a dire che devo fidarmi se dieci minuti fa mi hai dimostrato di essere un assasino che ha ucciso il preside della mia scuola. No tu spiegami come dovrei fidarmi di te dopo una situazione del genere. Mi fai paura,lo ammetto e non ho idea come dovrei fidarmi di te se a stento mi fido di me stessa." distolgo lo sguardo e gli rivolgo le spalle. Voglio andarmene, non dovrei essere qui.

Sento una salda presa al mio polso e vengo girata di scatto. Sembra infuriato ed i suoi occhi si sono oscurati rendendolo ancora più inquietante.

"Se ti sento nominare un'altra volta ciò che è successo al preside, giuro che sei la prossima sulla mia lista e non te lo ripeterò una terza volta." la sua presa al mio polso si fa sempre più stretta facendomi uscire un gemito per il dolore che sto provando.

Mi trascina verso la sua macchina aprendo lo sportello.

"Sali." mi spinge verso il sedile facendomi sedere bruscamente.

"Dove abiti?" chiede senza degnarmi di uno sguardo.

"Guida verso il bosco, poi dopo il grande albero in centro giri a sinitra." spiego e lui anniusce mettendo in moto la sua auto. Dopo dieci minuti si ferma dinanzi al Caravan. Certo mi vergogno di dovergli mostrare la mia abitazione, ma non posso farci niente, è pur sempre casa mia.

"Grazie..per avermi accompagnata." sussuro guardandolo.

"Prego. Ti passo a prendere domattina alle 8, sii puntuale. Ah e dammi il tuo nummero, se dovesse esserci qualcosa, per poterti raggiungere in qualche modo." mi porge il suo cellulare e digito il mio nummero salvandolo.

-

Zayn ormai se n'è andato da più di un ora ed io sono ancora sommersa nei miei pensieri. Mi ero semplicemente preparata per poter andare a scuola come ogni giorno, ma come sempre è stato il destino a decidere su di me, come se una volta non fosse stata abbastanza.

Sento il cellulare vibrare e lo prendo, notando un nuovo messaggio da un nummero sconosciuto.

'Ecco il mio nummero. Puoi salvarlo sotto il nome 'Amore';) -Zayn.'

One secret, thousand problems.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora