Capitolo 3

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Corro, corro veloce come mai sono stata per scaricare tutta la rabbia e il dolore, non so nemmeno dove sto andando, improvvisamente mi rendo conto sia inutile scappare, ma non mi fermo, ho bisogno di scaricare l'energia negativa fino ad accasciarmi a terra.
Gli urli di Ash che mi insegue non mi fermano, mi ha praticamente raggiunto, ma d'un tratto le mie gambe smettono di andare avanti, e con un contraccolpo mi fermo iniziando a cercare di respirare, ma nulla, la mia gola è saldamente annodata.
Lui fermandosi mi afferra i polsi credo per impedirmi di correre via nuovamente, non si sa mai di cosa potrei essere capace di fare.
<<Calma>> cerca il mio sguardo con insistenza, ed appena lo trova inizia a ripetere <<Tranquilla, tranquilla, tranquilla>>
Molla la presa dei miei polsi solo dopo aver visto che sono annullata e priva di forze, impossibilitata a fuggire.
<<Ora fai dei lunghi respiri, apri bene la bocca e prendi tutta l'aria che puoi>> mormora con un tono di voce calmo, misto a preoccupazione.
<<Imitami>> provo a fare come fa lui e abbasso lo sguardo sulle sue labbra che si aprono e sulle sue narici che inspirano l'aria e cerco di ripetere le sue stesse azioni, ottenendo, però, scarsi risultati, non posso farcela.
Lui nota il mio sguardo impaurito e che non sta funzionando, perché immediatamente afferra il mio volto fra le mani e posa la sua fronte contro la mia, asciugando con i polpastrelli caldi le mie lacrime nere.
<<Passerà subito, passerà subito tranquilla>> bisbiglia, soffiando sul mio viso piccoli respiri caldi e regolari che mi fanno rilassare mentre sento innumerevoli muscoli del mio corpo rilassarsi.
<<Non sentirai più nulla>> chiudo gli occhi priva di energia, immediatamente sento che la forza che mi sta stringendo la gola tentando di soffocarmi inizia a scemare sempre di più, mentre l'aria comincia ad entrare dalle mie narici e dalla mia bocca ed a diffondersi sempre più velocemente fino ai miei polmoni.
<<Brava>> sussurra sulla mia fronte lasciandoci un piccolo bacio, avvolgo le mie braccia attorno al suo busto cercando riparo dai miei stessi sentimenti, sentendomi tradita, umiliata, presa in giro, e con quel gusto di amarezza ed odio anche nei confronti di me stessa.
Le sue braccia mi avvolgono totalmente, come mai aveva fatto, e sento un calore dentro al petto, che combatte per essere sprigionato dappertutto nel mio corpo, senza pensarci metto le mani alla sua nuca ancorandomici mentre affondo col viso nel suo petto caldo che si alza e abbassa fuori tempo e che asciuga le mie lacrime fredde che non riesco a calmare, una sua mano che era posizionata sulla mia schiena sale alla nuca che stringe affondando le dita sotto la mia chioma e graffiando forse per sbaglio la mia cute, come volesse tenermi stretta a lui.
<<Non piangere, ci sono qua io>> sussurra contro la mia testa, io di colpo mi ricordo di una cosa.
<<Ash! Il mio zainetto! Devo riprenderlo cazzo>> sbotto staccandomi da lui che mi guarda senza capire con un espressione confusa <<Spiegati meglio>>
<<Prima mi sono preparata a casa di Jack ed ho lasciato lo zainetto con il resto della roba a casa sua, cazzo! Andiamo subito a riprenderlo!>>
<<Gli chiedi che te lo restituisca?>> domanda vagando con lo sguardo altrove, io nego con la testa <<Non ne ho il coraggio. Non voglio più nemmeno vederlo>>
<<Quindi come pensi di fare?>> inaspettatamente prende la mia mano destra e mentre provo a pensare ad una soluzione inizia ad accarezzare delicatamente il palmo e il polso con i polpastrelli caldi.
<<Entriamo in casa sua>> esordisco iniziando a mia volta ad accarezzare le sue grandi mani che mi danno un'ineffabile senso di protezione dal mondo.
<<Okey, ma hai le chiavi?>> chiede alzando un sopracciglio, poi si afferra il labbro inferiore torturandolo un po con simil insofferenza, mi fa strano che non abbia obbiettato alla mia idea di andare a frugare in casa di Jack quasi come dei ladri.
<<No, ma intanto andiamo, in qualche modo faremo!>> esclamo certa e decisa, lui mi porta alla sua macchina facendo tutta la strada della mia "folle corsa" a ritroso, e guida spavaldo fino a quella strada a lui ben nota dove vive Jack, difatti loro abitano l'uno davanti l'altro, agli opposti della strada.
Sfiga o fortuna? Non lo so nemmeno io.

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