Capitolo 5

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La porta sfortunatamente si chiude con un tonfo, terrorizzata di venir scoperta corro come una pazza, forse anche più veloce di prima, Ash mi afferra la mano destra, l'unica libera, e trascina oltre la strada verso casa sua, ma si blocca subito.
<<Cazzo! I miei sono a casa!>> sbotta di colpo cambiando direzione stringendo di più la mia mano, dandomi la sensazione che abbia paura di perdere la mia presa.

Si ferma nel suo giardino, dietro ad un albero sul quale mi poso per riprendere fiato, accanto alla sua cantina, la cui porta è illuminata parzialmente dalla luce fioca e tremolante di un lampione.
Lui inizia ad armeggiare nella tasca dei suoi stretti jeans fino ad estrarne un mazzo di chiavi che tintinna nel silenzio della notte.
<<Cosa intendi fare?>> domando incrociando le braccia sospirando, dovendo poi scacciare alcune lacrime residue dai miei occhi appesantiti.
<<Bere nella mia cantina, tirarti su il morale, volerti bene, vederti ridere e dire cazzate, vederti libera...vederti come eri una volta>>
La sua voce sembra tremare uscendo dalle sue labbra che si piegano in un sorriso particolare, io non riesco bene ad assimilare i mille input di idee nella mia testa, quindi ci rinuncio seguendolo ciecamente nella sua cantina che procede anche in un piano interrato dove si ferma.
Guarda vittorioso la cantina come fosse un territorio appena conquistato e lui il re di questo ipotetico ed immaginario esercito, cammina su e giù iniziando a prendere e spostare oggetti, lo vedo sparire in un angolo e tornare con un materasso avvolto in una plastica trasparente.
Apre il nylon e mette il materasso a terra, si gira ed inizia a cercare con impazienza qualcosa camminando su e giù per il perimetro di questo piccolo spazio, fino a voltarsi con una pila di plaid in mano.
<<Non ti sembra un po caldo per i plaid?>> ironizzo poggiata al muro freddo, in contrapposizione con il clima soffocante e i plaid strettamente invernali che lui sta portando.
<<Semplicemente li metto sopra al materasso così stiamo più comodi>> asserisce con ovvietà, e dopo averli sistemati accuratamente mi siedo sul giaciglio da lui appena creato.
È morbido, e potrei volentieri starci per lungo tempo a non fare nulla e soprattutto a pensare a nulla, ignorando la mia vita che ora si sta ribellando contro di me.
Mentre lui traffica in un armadietto, inizio a stappare la mia bottiglia di vodka, esito un attimo, ma decido di buttare giù tutte le mie paranoie con un sorso consistente.
Brucia la gola, ma è piacevole, molto piacevole.
<<Non mi hai aspettato, uffa>> ride Ash mentre poggia dei cuscini un po sgangherati accanto a me.
<<Sorry>> accenno un sorriso di scuse mentre si sistema seduto in modo opposto a me, con la schiena contro al muro.
Stappa la sua bottiglia ed inizia a sorseggiare il liquido colorato, ma al contempo trasparente.
La sua espressione presenta una smorfia, e poi il suo sguardo si posa su di me.
Non sembra avere intenzione di spostarlo.
<<Sei bellissima>> sbotta di colpo facendomi rimanere sorpresa, non mi aspettavo questa sua uscita, così dal nulla.
<<Grazie, ma non ti credo>> ridacchio pensando a quanto non mi piaccia il mio corpo nonostante mi dicano io sia bella.
<<Oh devi credermi, fidati>> alza gli occhi muovendo la testa ed annuendo.
<<Naah>> faccio un cenno in aria con la mano come per dissolvere le sue parole rimaste sospese fra noi.
Sospiro poggiandomi di più al muro.
<<E ora?>>
<<E ora niente piccola>> sussurra.
Quel "piccola" mi colpisce, molto.
<<Ora ti racconto qualcosa>> ritira ciò che ha detto con queste poche parole, e intanto inizio a fremere di impazienza per sapere cosa vuole farmi sapere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 20, 2016 ⏰

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