03 - Weeping Willow

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A Clarke non sfuggì l'occhiata che le due donne si scambiarono, e costretta sia mediante le corde strette attorno ai polsi che in quella dolorosa posizione, l'unico altro pensiero per lei era capire quanto la sua precedente ammissione fosse stata rilevante. Era stato saggio da parte sua, svelare la presenza di un individuo sconosciuto nel cuore della foresta alla leader dei Grounders? Data la reazione di entrambe le Terrestri la Skaikru intuì presto quanto l'uomo misterioso non facesse parte dei piani orchestrati dalla Comandante, né tantomeno della tribù alla quale ella apparteneva. Se si fosse semplicemente trattato di un membro del clan o di un qualsiasi altro facente parte della delegazione, le espressioni di Lexa ed Indra non si sarebbero incrinate a tal punto da divenire cupe. Il sospetto si insinuava negli occhi della donna più matura, come nella medesima quantità la pacatezza nelle giovani iridi della mora. Pareri discordanti, eppure unanimi nel pensare che tale faccenda dovesse essere chiarita nel più breve tempo possibile. Nei minuti che seguirono Clarke spiegò con dovizia di particolari la fisionomia del terrestre senza nome, incrociato nel bosco poco prima della propria cattura . La fanciulla volle essere quanto più precisa possibile, di modo da non venire nuovamente accusata da Indra di esporre il falso. Descrisse quindi tale persona di media altezza ed avente un capo di vestiario simile al popolo della Foresta, una spada riposta nel fodero ed un pesante trucco da battaglia su tutto il viso. Il colore le parve un bianco cadaverico, spalmato quasi frettolosamente sul volto dell'individuo. Tale disegno non possedeva minimamente la simmetria evidente nei tribali della Heda. Esso si espandeva a partire dalla fronte fino a terminare sul mento, nulla era stato tralasciato sull'epidermide se non gli occhi, un castano spento simile ad un buco nel terreno fangoso. Un fantasma a tutti gli effetti, privo d'identità. Le donne ascoltarono con attenzione le parole della ragazza, soppesando quanto potessero essere veritiere e se vi fosse del tentennamento in esse, ma Clarke non vacillò nemmeno per un istante. Sapeva ciò che aveva visto. La paura che vi fosse una spia in agguato nel campo superò anche il più intricato scoglio della diffidenza di Indra, che attese fremente gli ordini della Comandante su come agire. Non tardarono ad arrivare.

«Manda un gruppo di scalatori nella foresta, un contingente di esploratori sarà guidato da me attraverso la grotta dell'uomo in bianco. Può rivelarsi una minaccia per il clan.»

«Heda può essere pericoloso per te uscire allo scoperto. Ti suggerirei—»

«Sono io che prendo le decisioni Indra.» Fulminei gli smeraldi della Comandante si incollarono alle iridi dell'altra, quasi a volerla pietrificale col solo sguardo. Indra, pur mantenendo il contatto visivo non proseguì oltre nel parlare. «Fa ciò che ti ho detto.»

La scura Terrestre annuì anche se visibilmente contraria alle decisioni intraprese dalla Leader ed uscì dalla tenda, lasciando le disposizioni della sua superiore. Reclutò diversi uomini, secondo il suo giudizio validi, ed in breve i soldati si disposero in formazione dinnanzi alla tenda di Lexa. Quest'ultima guardò per brevi seppur intensi istanti Clarke, che cercò di abbassare lo sguardo di fronte a quell'impavido gesto traboccante lussuria e potere. Il corpo sfuggì al suo controllo, per quei veloci secondi, e si ritrovò senza fiato a scrutare la profondità di quel verde sgargiante, in balia di quelle occhiate che tutto parevano tranne che innocenti.

«Quando tornerò, tu sarai pronta al mio desiderio, Clarke.»

"Sia come sia, ti avrò"

Pensò la Heda nel mentre scostava elegantemente i lembi della tenda, lasciando la bionda in balia dei suoi pensieri.

[...]

La grotta descritta da Clarke si trovava sul lato destro del sentiero, arrivarci senza perdersi in quel groviglio di rami esposti era la difficoltà maggiore per gli esploratori. Nonostante ciò essi, temprati dalle passate battaglie, si orientavano facilmente nell'intrico di alberi e fogliame, senza che l'ausilio delle istruzioni della Skaikru potesse essere loro di aiuto. Dopotutto, si trattava di abituali uomini delle foreste, la natura che li circondava non aveva segreti per loro. Dopo numerose ricerche ed una sfiancante corsa contro il tempo, finalmente i Terrestri capitanati dalla Leader giunsero nei pressi di quell'ammasso roccioso, dimora momentanea dello sconosciuto fantasma. Lexa si era armata di tutto punto ed aveva perfino indossato la propria armatura con annesso mantello rosso, che strisciava sul terreno calpestato da innumerevoli piedi prima di lei. Un'occasione quella per sfoggiare il proprio potere, nell'eventualità che l'uomo si fosse rivelato una minaccia, come in cuor suo la mora temeva. Il trucco da battaglia bianco non veniva mai utilizzato dal clan delle Foreste, né dagli altri con cui aveva stretto il patto. Solo la nazione del Ghiaccio si riservava il diritto di dipingersi il volto e gli arti di quel colore, chiaro monito di morte per loro mano a tutti coloro che li avessero incrociati.

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