Two

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Non faccio tempo a girarmi che una chioma bionda e due occhi color mare mi si presentano davanti. Faccio un salto di almeno tre metri per il "leggero" spavento e mi porto una mano sul petto. «Niall ma sei impazzito! Ho perso dieci anni di vita!" dico al mio migliore amico prendendolo a pugni sulla spalla. Ovviamente non gli ho fatto manco il solletico. «Perfetto, dieci anni in meno per sopportarti.» dice scoppiando a ridere «Ah ah ah, davvero simpatico Horan.» ribatto mettendomi un gradino più alto di lui per arrivargli almeno alla fronte. Mentre saliamo le scale inizio a raccontargli dello strano incontro con quel ragazzo avvenuta l'altra sera al parco. «Vuoi dirmi che un secondo prima era lì e l'attimo dopo non c'era più.» chiede incredulo Niall «Esatto, la cosa è parecchio strana ma devo ammettere che è un gran bel ragazzo, con degli occhi stupendi.» dico ripensando all'intensità che si era creata nel suo sguardo. «Ehi, guarda che sono geloso.» Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere «Ti prego Neil.» dico ancora tra le risate. Alza gli occhi al cielo sbattendo le braccia contro i fianchi «Sono serio Ali, sei come una sorellina per me, mi devi chiedere il parere su ogni ragazzo.» sospiro «C'è già Harry che ricopre questo ruolo, ma ti tengo buono come consigliere.» Sorride e mi scompiglia i capelli prima di dirigersi verso la sua classe, la 4ªD. Noto come delle ragazze lo spogliano con gli occhi mentre passa. Alzo gli occhi al cielo consapevole del fascino che sprigiona quel ragazzo. Entro nella mia classe un minuto prima che la campanella suoni. Mi siedo al mio solito posto, nell'ultimo banco vicino alla finestra. Stranamente non vedo la mia fastidiosa compagna di banco Jenna. Meglio, così non mi dovrò subire cinque ore di vestiti e make up. La campanella suona e puntuale come la morte entra la professoressa Wilson, il mio incubo. È una donna di mezza età magra e ossuta con quintali di truccho in faccia, sempre stretta in tubini grigi con delle orrende scarpette con un minimo di tacco che manco mia zia indosserebbe mai. Al suo fianco c'è una ragazza che non ho mai visto prima. Ha due grandi occhi blu e una cascata di capelli castani chiaro. La Wilson fa passare i suoi occhi piccoli e vispi su ognuno di noi finché non si decide a parlare «Ragazzi!» urla con la sua fastidiosa vocina «Da oggi avrete una nuova compagna di classe, lei è Camille Benson. Può pure sedersi in fondo all'aula, signorina Benson.» conclude la frase guardando la ragazza che dopo aver capito che l'unico posto libero in fondo era accanto a me, si dirige a passo spedito e disinvolto allo stesso tempo verso il banco accanto al mio. Butta a terra lo zaino e si siede. Mi lancia una rapida occhiata e mi scruta attentamente, ricambio lo sguardo appogiandomi allo schienale della sedia.
La professoressa si siede dietro la cattedra e comincia a fare l'appello. Dopo svariati cognomi arriva alla "S" tra i quali c'è anche il mio. Non appena pronuncia "Styles" Camille si irrigidisce di colpo guardandomi come se fossi una ex carcerata. Pronuncio un flebile "presente" non dando tanta importanza alla profe, che non avendomi sentito lo ripete chiaramente alterata «Signorina Styles può almeno degnarsi di rispondere quando la chiamo.» «Ho detto presente!» urlo per farmi sentire chiaramente. La Wilson mi lancia un'occhiataccia, ma non me ne curo, piuttosto mi concentro sull'espressione, oserei dire, quasi sconvolta, della mia compagna. Tento di non dargli importanza e disegno tutta l'ora sul mio quaderno non ascoltando la lezione di geografia, materia che tanto odio. Al contrario Camille mi sembra piuttosto nervosa e continua a torturarsi le unghie tenendo la testa bassa.
Poco prima della fine della lezione la Wilson annuncia ad un progetto da fare a coppie sui paesi orientali. Fantastico, non so un emerito cazzo su quei paesi. «Le coppie le decido io e non si discute chiaro!» un lieve boato di disaccordo si alza nell'aula «Zitti! Ho detto che non si discute!» dice con voce stridula «Allora vediamo, Smith e Evans farete la Cina, Brown e Davies l'India, Benson e Styles voi farete il Giappone..» non da tempo alla profe di continuare, appena sentite quelle parole Camille scatta in avanti «Cosa!» quasi urla «Ha sentito bene signorina Benson.» risponde acida la prof. Camille si risiede e mi lancia un occhiata seria ma allo stesso tempo truce. Che cazzo vuole? Nemmeno io sono al settimo cielo per questo progetto. Appena suona la campanella di fine lezione si precipita fuori dalla classe. Mi alzo di scatto con l'intento di seguirla per sapere che cazzo di problemi ha. Mi guardo intorno e la intravedo alla fine del corridoio, mi avvio nella sua direzione ma mi blocco quando vedo con chi sta parlando. Il presunto Zayn e un altro ragazzo con i capelli castani le sono davanti. Riesco ad intercettare poco su cosa stanno dicendo ma vedo Camille gesticolare piuttosto nervosa. Mi avvicino cercando di sentire qualcosa di più «Non hai capito Zayn, è una Styles!» dice Camille a denti stretti.
«Non siamo ancora certi che sia come lui.» ribatte secco il moro. Mi nascondo il meglio possibile dietro la colonna quadrata sperando di non farmi vedere
«Mmmh, dio mio, è la loro discendenza Zayn! Sono tutti così!» continua ovvia e incazzata la ragazza «Lo sai anche tu cosa bisogna fare per far sì che ciò avvenga, cerca di reprime il tuo odio Camille.» «Come fai tu? Sei l'ultima persona a dover dirmi una cosa del genere Zay.» mi scopro leggermente fuori dalla colonna e lo sguardo di Zayn verso Camille non promette nulla di positivo «Vabbè dai, staremo a vedere adesso calmiamoci.» sento dire dall'altro ragazzo che cinge la vita con il braccio a Camille «Col cazzo che mi calmo! Come se non bastasse devo fare una fottuta ricerca con lei! Cos'è devo andare a casa sua? Neanche per sogno e dubito che venga lei.» dice ormai esasperata. Zayn e l'altro ragazzo si lanciano un'occhiata d'intesa. «Staremo a vedere, tu stai tranquilla amore.» la tranquillizza il ragazzo del quale non so il nome. La vedo calmarsi e si allontana mano nella mano con il suo, a quanto pare, ragazzo. Mi giro appoggiando la schiena contro la colonna e prendo un gran respiro. Non ho ancora realizzato bene cosa sia appena successo e mi lascio scivolare fino a terra. Sento dei passi avvicinarsi a me e una voce calda e profonda mi giunge all'orecchio «Tutto bene?» Alzo lo sguardo fino a incontrare l'imponente figura di Zayn. Mi porto le ginocchia al petto e mi passo le mani sul viso e suoi capelli «Non potrebbe andare meglio, no?» farfuglio. Non so se era una domanda diretta più a lui o a me stessa. «Beh, sei tu quella accasciata a terra dei due, quindi deduco che non vada tanto bene.» si appoggia contro la parete bianca della colonna e mi guarda dall'alto. Alzo la testa «Che problemi ha la tua amichetta con me?» gli domando tutt'un tratto «Che problemi dovrebbe avere?» «Ah non lo so, sembra che non le vada a genio il mio cognome.» Ridacchia, ma non in modo tranquillo «Che hai da ridere?» gli lancio un'occhiataccia e lui si inginocchia difronte a me e poggia una mano sulla mia testa spettinandomi leggermente i capelli «Oh tesoro, la tua ingenuità non è cambiata affatto.» La mia ingenuità? Ma che sta blaterando. E cosa vuol dire che non è cambiata affatto? «Eh? Ma cosa stai dicendo?» mi lancia un sorrisetto ambiguo per poi alzarsi e pormi la mano per aiutarmi ad alzarmi di conseguenza. Lo fisso, ancora confusa, prima di accettare il suo aiuto ed alzarmi. Mi sbatto i pantaloni con le mani sul sedere per pulirmi quel poco di polvere, dato che il pavimento della scuola non è il più pulito «Serve una mano?» dice avvicinandosi. Tiro su di scatto la testa dai miei jeans «Non serve grazie.» sorrido in modo sarcastico e lui sbuffa in modo divertito. Mi volto. Non lo avessi mai fatto. Lo sguardo furente nonché meno di mio fratello è diretto nella nostra direzione. Mi rigiro verso il moro. Mo so cazzi.

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