Capitolo 6

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-Signorina Preasley non c'è bisogno di fare così solo per aver messo in mostra un bel paio di gambe!- quasi urlò lui dalla cucina, mentre io scappavo via in preda all'imbarazzo.

Non appena lui citò la parola gambe la porta della sua stessa stanza si chiuse. L'avevo chiusa io entrandoci dentro, dovevo trovare qualcosa da mettere che non comprendesse restare seminuda.

Dio santo quello nella stanza accanto era il mio capo! Come poteva avermi visto in simili condizioni?

Frugai delicatamente nei suoi cassetti, nell'armadio, nello scompartimento sotto il letto ovunque! Ma niente. L'unica shance che mi era rimasta, era una porticina nella stessa stanza di Stark con su scritto "Vestiario Iron Man". Capii subito che non ci sarebbero stati vestiti comodi, ma tentai lo stesso.

Aprii delicatamente la porta. Al suo interno ci saranno state circa 5 o 6 tutine in microfibra, completamente nere e grigie. Solo la parte centrale della maglia era leggermente sul blu, disegnata esattamente come il Reattore che il Signor Stark aveva al posto del cuore.

Non avendo molta scelta, tolsi la precedente canottiera di Stark e indossai quella tutina. Stranamente non era fatta su misura, era come se fosse taglia unica.

Si adattava perfettamente al corpo e valorizzava molto le forme, non che questo mi piacesse, ma era di una comodità spaventosa. 

Aprii delicatamente la porta e ancora imbarazzata, tornai in cucina.

-Credo che le tute che avrei dovuto usare solo ed esclusivamente io solo ed esclusivamente per l'armatura diventeranno le future divise della Stark Industries. Sei uno schianto tesoro.- ripose lui osservandomi, tenendo un gomito poggiato sul tavolo mentre lui stava comodamente seduto su una sedia.

-Grazie Signor Stark, ma la leverò non appena avrò qualcosa di indossare.-

-Che peccato che lei non abbia niente da indossare- disse in tono sarcastico, quasi falsamente dispiaciuto

-Mi dispiace infrangere i suoi sogni erotici Signor Stark ma adesso io me ne torno a casa.-

-N-non sono sogni erotici, semplicemente le stavo facendo i complimenti per via del suo magnifico corpo tutto qui. E comunque non può tornare a casa-

-Come sarebbe non posso tornare a casa?-

-Signorina Preasley da ieri sera la sua casa è la Stark Tower, e penso comprende che si trova ad ore di viaggio in macchina da qui, e che quindi sarebbe leggermente impossibile accompagnarla..- rispose lui alzandosi, e iniziando come di suo solito a gironzolare per la stanza.

-Andrò da sola, lei non si disturbi.-

-E con quale auto Signorina Preasley? Se pensava di andarci con la mia Audi R8 beh la risposta è palesemente, no.- rispose, fermandosi un secondo dal suo gironzolare per poi riprendere

-Beh allora tornerò nel mio vecchio appartamento, non mi faranno problemi se..-

-Lei si ostina a non capire le cose vero? Siamo a solo dio sa quanti chilometri da New York Signorina Preasley, non può, tornare, a casa.- disse quasi esasperato di sentire la mia voce

-Devo correggerla signore, facendo un veloce calcolo, ho scoperto che New York dista da Malibu ben più di quanto pensa. Siamo arrivati qui in armatura ed è un po come volare in aereo quindi, la distanza è di 4530km signore.-

-Grazie Jarvis ma ero ironico prima-

-Inoltre se può interessarle sapere che ci vogliono circa 45 ore e 18 minuti, sfiorando i 100km orari signore.-

-Si Jarvis ho capito, adesso resettati okay?- disse quasi stufo rivolgendosi alla parete illuminata su schermo

Lui tornò a guardare me, io non avevo mai smesso di guardarlo.

Non avrei dormito a casa del mio capo, cascasse il mondo non lo avrei fatto. 

-Signorina Preasley capisco che si sente frustrata dalla situazione, ma deve capire che non posso mettere in funzione la mia armatura per fare un giretto di tre ore e mezza.-

-Sono tre ore e circa venti minuti non tre ore e mezza- dissi io tenendo lo sguardo basso, come se questo cambiasse le cose.

-Lei è davvero stressante, questo lo sa vero?-

-E lei è un incosciente! Perchè mi ha portata qui? Non poteva lasciarmi dormire per terra?-

-Quale essere umano lo avrebbe fatto?-

-Perchè, non è tipico di lei usare le persone?!-

La lite si era intensificata, il tono di voce di entrambe aumentava ad ogni risposta, fin che non risposi io, costringendo Stark ad un immediato silenzio.

L'espressione sul suo volto cambiò rapidamente, quasi come se si fosse rattristata. Non appena mi resi conto di averlo al 90% ferito, cambiai espressione e tono a mia volta.

-M-mi dispiace Signor Stark non volevo.. ecc..-

-Nono lei ha perfettamente ragione Signorina Preasley, io per voi sono questo ovvio. Avrei potuto lasciarla il mezzo all'immondizia e andarmene, tanto a me delle persone non mi interessa giusto? Avrei tranquillamente potuto lasciare che quello scorbutico della festa della sera precedente la picchiasse, giusto? Avrei potuto fare tante cose ma non le ho fatte, se lo chieda perchè di tanto in tanto.- Rispose in tono seccato, esausto per il lavoro, prendendo la pezza dal lavello uscendo dalla stanza

Io restai per un secondo ferma li, non sapendo che dire. 

-Aspetti Signor Stark..- non ebbi neanche il tempo di inseguirlo fuori dalla cucina che lui già stava scendendo le scale per il piano inferiore.

Io restai per un momento ferma li, a sospirare, poi tornai in cucina.

Misi apposto tutto quello che potevo, lavai ogni piatto, teglia o cucchiaio che avevo usato.. il cibo che avevo cucinato lo sistemai sul tavolo.

Si erano ormai fatte le 22:00PM, e io tornai nuovamente ad essere stanca. Presi una delle scatole della cucina, e scrivendo un biglietto sul tavolo scesi sotto, nella speranza che Stark fosse ancora sveglio.

Stava sul suo enorme divano a semi-luna, ma già dormiva. Poggiai la scatola sul tavolino davanti ad esso e mi sdraiai sul divano, addormentandomi a mia volta.

L'indomani mattina mi alzai circa alle 06:00AM, non appena fece luce. Stark non era più nel posto dove lo avevo lasciato la sera prima, ma dai rumori provenienti dalla cucina sembrava essere a casa.

Ad un certo punto spuntò dall'angolo della porta, come se sapesse che mi ero svegliata in quel preciso istante.

-Allora sei ancora così? Dobbiamo andare o a lavoro ci arriviamo tra 4 ore invece di 3.- disse lui mentre mangiava uno dei Muffin salati che avevo preparato.

Non si era capito quasi niente di quello che aveva detto, per via della bocca strapiena di cibo ma nel complesso riuscii a capire cosa intendeva.

-Sono tre ore e circa venti minuti, non tre e basta.- risposi ironicamente con un tono del tutto insonnacchiato, rigettandomi sul divano.

Notai solo allora la coperta sulle mie cambe, di sicuro opera di Stark.

Project  A.R.C ||Tony Stark||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora