capitolo 6.

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Il rumore di un motore di una macchina mi svegliò. Ero ancora sul davanzale della finestra, davanti a me c'era Mark ed ero coperta da una giacca, proprio la sua. La luna piena sovrastava i miliardi di stelle e dopo pochi minuti decisi di uscire fuori a prendere una boccata d'aria. Uscita fuori mi sedetti su un muretto e pensai al fatto che era la prima notte in cui non avevo avuto nessun incubo. All'improvviso qualcuno si sedette accanto a me. Mi girai e mi comparve una grande sorriso a vederlo, non so perché ma anche se aveva un comportamento irritante mi piaceva la sua compagnia.
《Perché sei uscita?》
《Non si può neanche prendere una boccata d'aria.》dissi io sbuffando.
《Oh certo che si può ma avvertimi, mi hai fatto preoccupare》rispose accendendo una sigaretta.
Rimasi lì impalata a guardarlo fino a quando non mi guardò. I nostri sguardi si incrociarono per minuti fino ad essere interrotti dal suono della sua voce 《Vuoi che rimanga per parlare un po'?》mi piacque molto quella proposta. Io feci spallucce e iniziò a parlare 《lo sai che io io di te non so nulla? Cioè ci hai dato i tuoi dati anagrafici ma nulla su di te, sulla vera Meredith.》rimasi allibita. Era l'unico che riusciva a farmi rimanere senza risposte e questa cosa non mi piaceva 《ma smetti di curiosare su di me. Tu piuttosto...so solo che ti chiami Mark, nient'altro, neanche dati anagrafici..come li chiami tu. Quando adesso racconta》esordì io. 《Non ti chiedo cosa vuoi sapere perché mi risponderesti "tutto" quindi ti racconto autonomamente...vengo da Madrid,la mia famiglia si trasferì qui a Seattle quando io avevo solo cinque anni e quindi non ho mai avuto problemi. Fino a due anni fa ero il solito adolescente ribelle quindicenne che voleva sfuggire alla giustizia. Adesso però preferisco stare tranquillo per non avere problemi con la giustizia. Ecco qua, ora tocca a te Meredith 》 disse con un sorriso beffardo. Era riuscito a raccontarmi la storia della sua vita in così poco tempo e io non volevo tacere 《Allora i miei dati anagrafici li si già》dissi ridachiando《quindi ti parlo della mia vita. Fino a sei mesi fa ero in un brutto giro, ma ne uscii e i miei genitori decisero di trasferirsi qui per prevenire altri problemi ecco qua》rimase in silenzio. Non disse nulla. Mi abbracciò e rimanemmo su quel muretto fino ad addormentarci.

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