2 CAPITOLO

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Accetta - mi incoraggiavano - accetta il lavoro di stagista allo studio. Quando ti capita più un'occasione così? Mica verrai sfruttata? Mica ti faranno lavorare dieci ore per una paga misera? Vedrai, imparerai tante cose!- dicevano.
Appunto. Ho avuto un contratto di sei mesi. Ne ho fatto già uno su sei e quello che ho imparato è stato:
Punto primo: passare dal fare un buon caffè a fare un caffè molto buono, a detta dell'avvocato. Una mansione che, devo dirla tutta, mi responsabilizza oltremodo. Ovviamente, è ironica la riflessione.
Punto secondo: il perno centrale delle mie occupazioni lavorative consiste nel disporre in ordine alfabetico l'archivio. Mi sembra necessaria una precisazione poiché, se prima il mio alfabeto era composto da ventuno lettere fonetiche, adesso conosco il perfetto ordine della "J" e"K" rispettivamente prima della "L" e dopo la "I". Senza considerare la serie "W,X,Y" prima della "Z". Fondamentale. Queste sono importanti conoscenze acquisite, da riportare nel prossimo Curriculum vitae aggiornato. Certamente.
Punto terzo: ho imparato a rispondere al telefono in modo aggraziato, dando tutte le informazioni del caso con un solo respiro, precedute dal rituale "pronto". Sacrosanto. Facciamo un esempio: suona il telefono, rigorosamente non si risponde prima del terzo squillo, per dare l'impressione all'interlocutore di essere indaffarati. Alzo la cornetta faccio un respiro profondo e, magicamente, la mia voce cambia di due tonalità in falsetto. "Pronto, studio-dell'avvocato-Mureddu-sono-Sara-Come-Posso-Esserle-Utile?" espiro. Non male per una novellina venticinquenne.
Punto quarto: ultimo ma non di minor difficoltà, quello di accogliere i clienti nella sala d'aspetto, sbattere le ciglia dieci volte al secondo e nel contempo sorridere in modo naturale e grazioso. Per non parlare delle rare volte in cui l'avvocato viene allo studio, puntualmente si dimentica di avere una nuova stagista e chiede alle collaboratrici, senza ascoltarle veramente, io chi sia e cosa ci faccia lì. A turno, le colleghe, con superficialità rispondono all'incirca così:
"Ah, Sara? Solo la stagista di turno. L'ha selezionata l'agenzia interinale per lei, non ricorda?"
Certo, certo. Adesso lasciatemi lavorare - risponde meccanicamente l'avvocato, poi mi guarda accenna ad un sorriso e congeda l'informatrice con un gesto della mano.
E quindi, per farla breve, detta a parole loro io sarei "Sara, la schiav... ops intendevo, la stagista di turno alias zerbino usa e getta, con in tasca una laurea in Giurisprudenza."
Per i miei gusti questo ufficio è troppo affollato. Forse sono di troppo, ma il lavoro mi serve.
Lo studio è composto da un ingresso ampio dove c'è una prima scrivania, la postazione di Tanya, la segretaria che si occupa dell'accettazione. Lavora part-time di mattina e quindi il pomeriggio quella postazione è riservata a me che sono l'ultima arrivata. Il lavoro vero e proprio si svolge nella stanza appena giri l' angolo a sinistra dove ci sono in bella vista tre scrivanie disposte in modo che le impiegate abbiano le spalle rivolte verso il muro e il viso rivolto l'una verso l'altra. Due sulla sinistra e una sulla destra, lasciando così lo spazio centrale per accedere alla balconata panoramica. Parallelamente vi è una stanza, riservata all'avvocato Mureddu, che ha le due pareti laterali di un color rosso fuoco mentre, la parete alle sue spalle è dello stesso grigio della sua borsa da lavoro onnipresente. Ma la particolarità è che tutta la quarta parete è composta da una porta in vetro soffiato trasparente che divide le due stanze. Come fosse una specie di divisorio tra la postazione dell'avvocato Mureddu e quella di noi collaboratori. La mia è quella singola sulla destra. Frontalmente, se alzo lo sguardo vedo Bea l'assistente professionista, la veterana, soprannominata anche "Miss Sotuttoio" da Tanya e me. Al suo fianco invece c'è Sally, una ragazza senza grandi qualifiche, ma con una chioma rosso rubino che rapisce al solo sguardo. E noi tutti nell'ufficio crediamo che sia questo il motivo per cui abbia ricevuto il mese scorso il rinnovo del contratto firmato dall'avvocato, con il quale si scambia sguardi complici ogni volta che è presente allo studio. Infine c'è Giorgio, l'addetto alle commissioni esterne. Un mio coetaneo, non credo abbia più di ventisei anni. È un ragazzo allegro ed intelligente, sempre pronto ad alleggerire le nostre giornate con degli indovinelli assurdi, eventi straordinari che accadono proprio a lui, o a qualche conoscente, tra una commissione e l'altra, e la mattinata trascorre con grande ilarità. Tranne quelle volte durante le quali l'avvocato è in studio. In quei momenti Giorgio cerca di darsi un tono ed assume delle espressioni del viso quanto più serie ed affidabili possibile sotto quei grandi occhiali blu. Oggi, ad esempio, è uno di quei giorni. Nessuno se l'aspettava, eppure l'avvocato ha appena bussato al citofono e Tanya, tutta presa a messaggiare con il suo amoroso, ha prontamente spento il cellulare e l'ha riposto nel cassetto. Ha aperto l'agenda ad un giorno a caso ed ha cominciato a controllare una lista inesistente di appuntamenti per quella settimana. Io sono seduta dietro la mia scrivania, butto con un gesto furtivo della mano, il bicchierino di  plastica con quel poco di caffè rimasto sul fondo, ed inizio ad esaminare l'archivio dei casi precedenti, studiando attentamente,o quasi, ogni singolo elemento. Sally oltre a volumizzare con la mano la sua chioma di fuoco non ha fatto altro che, accavallare le gambe e sorridere. Mentre Bea anche stavolta, è arrivata in ritardo, si lamenta che è impossibile trovare parcheggio in questo lato del quartiere mentre posa la borsa nel suo armadietto ed appeso il cappotto bianco sull'attaccapanni. Giorgio, si è offerto volontario per aprire la porta, al secondo suono di campanello. L'avvocato, questa mattina ha un'aria più bizzarra del solito, ha accennato un veloce ed impersonale "buongiorno a tutti" e con fare sospetto, si è curato di rinchiudere la porta di vetro alle sue spalle, attraverso la quale, è evidente che ha avuto un risveglio NO.

LA CHIAVE DEL PIACEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora