10. Taylor: Si vede che ancora non mi conosci.

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Ovviamente, Adam era passato. Mi aveva lasciato la solita tazza di latte e cioccolato e una confezione di Ringo al cacao questa volta. Ma non si era limitato ad appoggiarli sul tavolo, constatare il mio coma profondo, ed andarsene. Aveva spostato la borsetta di carta dal pavimento al tavolo, sfilato fuori tra tutta quella velina un piccolo sacchettino di velluto nero che fino a quel momento mi era sfuggito e l'aveva lasciato ad aspettarmi accanto alla tazza di latte. Come lo sapevo? Dalla sigla Victoria's Secret ricamata con un sottile filo d'argento.

Mi sarei accontentata di un tazza di latte e cioccolato e dei Ringo per cominciare un po' meglio la giornata. Ma quel sacchettino proprio non potevo reggerlo!

Quindi lo ignorai deliberatamente per il momento, tenendoci lo sguardo fisso per tutto il tempo infinito che impiegai ad inzuppare, masticare ed ingoiare mezzo pacchetto di Ringo e finire in un solo sorso l'intera tazza di latte e cioccolato freddo. Non avevo idea di cosa aspettarmi e francamente questo non mi aiutava a venire a capo di quella situazione. Ancora meno per capire che cosa fosse successo precisamente il giorno prima. Come non mi aveva minimamente aiutata la nottata. L'avevo passata in un susseguirsi di sogni senza senso di cui non capivo nemmeno ora il nesso logico, ammesso che un nesso ci fosse, per quanto mi fossi sforzata di ricordare cosa avessi sognato, era tutto troppo confuso per capirci qualsiasi cosa.

Filai in bagno, mi vestii sforzandomi di ignorare quanto anche questo mio cambio avesse disperato bisogno di essere lavato e stirato, grata che finalmente le mie brasiliane di pizzo verde fossero tornate utilizzabili. Era una sensazione piacevole sentirmele addosso. Ma non potevo andare avanti a quel modo, dovevo in qualche modo spiegare le mie necessità a qualcuno che potesse capirle, magari la Lance. Forse da donna a donna avevo qualche possibilità in più che mi fossero concessi un paio di cambi in più di cui disporre.

In fin dei conti quella donna mi aveva promesso vitto ed alloggio diversi da quelli attuali. Ma fino a prova contraria ero ancora sistemata in quella triste stanzina sotto stretta sorveglianza dei miei carcerieri, più o meno insofferenti alla mia presenza.

Quando uscii trovai Nolan al varco. Cambiava Fedora e sciarpa ogni sacrosanto giorno: ma quante diavolo ne aveva?! Mi fermai sulla porta del bagno, presa alla sprovvista. Era arrivata l'ora delle domande? Prima o poi le avrebbe fatte, ero rassegnata a questa certezza, solo non capivo perché non si fosse ancora deciso a chiedermi che cosa fosse successo tra me e il suo collega. "Adam dov'è?"

Kane mi sorrise divertito. "Buongiorno anche a te, Taylor."

Arrossii, in imbarazzo. "Buongiorno." Borbottai dirigendomi al letto per infilarmi le scarpe. Mi servivano disperatamente anche dei calzini. Ma queste sottospecie di esseri umani non lo capivano? Daves poco ma sicuro. No, calma, fuori dalla mia testa alle otto del mattino. E' troppo presto!

"Adam non c'è oggi, aveva un appostamento da ultimare per il blitz di domani notte, da quel che so."

Mi accigliai studiandolo mentre finivo di infilarmi l'ultima scarpa. "Non sono informazioni queste che non è il caso io sappia?"

"Taylor: per quanto tu possa fare ancora fatica ad accettarlo, fino a prova contraria o contrordine della Lance, sei e resti una mia collega. Una nostra collega per la precisione. Non hai nemici qui dentro. E poi non ti ho detto poi molto di compromettente."

Non ho nemici. Si certo! Se non volevamo considerare l'idiota re degli idioti, no, non avevo nemici. Nolan e Adam si erano premurati di farmi capire fino a quel momento che non volevano essermi ostili. Forse faticavano a fidarsi di me quando mi mettevano tra le mani qualcosa come un portatile o un tablet, ma umanamente parlando non potevo contraddirlo. Erano stati entrambi gentili e disponibili nei miei confronti fino a quel momento.

Firestones (Fireworks 0.5) [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora