11. Drake: So che mi vuoi.

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Eccolo lì il fenomeno di turno. Se ne stava comodo seduto sulla sua sfacciataggine a sorseggiare quello che pregavo fosse cianuro e gratificarsi gli occhi con qualche oca di passaggio. Fino a quel momento non ne aveva persa di vista nemmeno una: le aveva mangiate tutte a golosi bocconi...e il cianuro ancora non stava facendo effetto o quantomeno gli stava andando di traverso.

Le ingiustizie della vita.

Mi ci voleva uno sforzo di volontà non indifferente per non andare dal caro Martin e fargli il culo prima del tempo. Sapevo benissimo che Cami era a casa ad aspettarlo...quello che ancora non riuscivo a capire era come fosse possibile che quella pazza della mia sorellina si fosse innamorata di un essere immorale ed immondo come quello. Certo, il suo bel muso lo aiutava, poco ma sicuro. Dopo il mio passaggio ero sicuro che gli sarebbe servito molto di più un chirurgo plastico.

Ma dovevo portare pazienza...ancora ventiquattro ore.

Ma la pazienza era letteralmente andata a farsi benedire quella settimana. Forse era andata a farsi un giro alle Hawai con mamma, il suo secondo marito e Genewieve, la mia sorellina acquisita. Sorellina per modo di dire. Ma non avevo intenzione di pensare a lei in questo momento specifico, i miei nervi non avrebbero retto. Non con un boccale di birra sotto il naso, il numero x di un numero ancora più x di boccali di quella sera, e la voce di Cami che ancora mi rimbombava nella testa con quella sua brillante uscita di metà serata.

"Ho un ritardo."

Non sono cose che vai a dire a tuo fratello, presumo, ma la mia è sempre stata una famiglia diversa e io sono tutto quello che a mia sorella è rimasto della sua famiglia. Un padre, un fratello ed un amico tre in uno. Non importa che lei abbia mantenuto meglio di me un quantomeno civile rapporto con mamma, non è a lei che ha il coraggio di dare una notizia del genere. Non dopo che mamma si è risposata e ha ben deciso di andarsene a fare la bella vita con il nuovo marito e la figlioccia modella. Non poteva sopportare di restare qui con i suoi figli naturali, non quando il suo maggiore correva il rischio di farsi ammazzare prima o poi come era successo al padre. E soprattutto visto e considerato che il suo maggiore non aveva intenzione di cambiare lavoro per farla contenta.

Cami era rimasta con me di conseguenza.

Ero diventato io l'uomo di casa...e come tale mi sarei comportato anche ora che quella stupida innamorata si era persa dietro ad un elemento che rientrava in pieno tiro nel mio mirino. Non importava che lei non sapesse che cosa fosse successo per sfibrare il mio rapporto con mamma, ossia la mia intenzione a continuare a vivere come un ombra dell'esercito come aveva fatto papà, e che di conseguenza non avesse idea di che cosa facessi veramente per vivere.

Era incinta di quello stronzo.

E io morivo dalla voglia di spaccargli la faccia.

Ma quel che era peggio non potevo dire a Cami che di lì a poco, se avesse deciso di tenere il bambino come era intenzionata a fare, ingenuamente sicura che le cose con Martin si sarebbero appianate con il tempo, si sarebbe ritrovata a fare la mamma single...tutto per merito mio. Sapevo che l'avrei aiutata, che mi sarei fatto in quattro per darle tutto il supporto di cui aveva bisogno, pregando Dio che riuscisse a trovare un uomo decente poi, che la aiutasse nonostante tutto, ma questo non mi permetteva di mettere a tacere la mia coscienza. Così come non potevo conciliare, nemmeno dopo tutti questi mesi, l'idea della mia dolce sorellina insieme a quel rifiuto della società.

Non mi era mai piaciuto a pelle quando Cami me lo aveva mostrato in foto, figuriamoci ora che lo avevo nel mirino dal vivo. Lui non aveva la più pallida idea di chi fossi io e questo, per Martin, era solo che un bene: fondamentalmente la ragione per cui aveva ancora i suoi connotati intatti e i gioielli di famiglia al loro posto.

Firestones (Fireworks 0.5) [SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora