CAPITOLO 3"Una serata memorabile"
-Uajù, mandate avanti me, lo so io dove sta sto posto-
Signori e signore, Alessio e il tatto. Parte prima.
Ho abbandonato Alberto alle grinfie di Gessica, Elodie e Gabriele, non lo vedo troppo dispiaciuto comunque, mentre io me ne sto con Alessio e Andreas a cercare questo cavolo di locale sulle mappe del telefono.
-E' di la, ne sono sicuro-
Sospiro rassegnato in direzione di Andreas che sembra per l'ennesima volta aver trovato il posto... sbagliato. Merda, di questo passo ci conviene tornare in hotel.
-Dai chiamiamo Michele, lui è di queste parti, saprà dove sta sto posto no?!?-, asserisco e cerco nella rubrica il suo numero.
-Fermi tutti-, ci richiama all'ordine Elodie.
Mi giro con un sopracciglio alzato.
-Allora miss perfettina... sai risolvere anche questo dilemma?-
Lei mi snobba clamorosamente e continua a parlare con gli altri.
- Andrea dice che sta vicino all'Osteria dei Campi, quindi dobbiamo andare a destra. Grazie amò, ci sentiamo dopo. Si. Certo. Baci-
Sapevo che Elodie era fidanzata, quella pettegola di Gabriele sa sempre tutto, ma non la facevo tipo da stare a scambiarsi smancerie per telefono onestamente. La immagino una tipa passionale, questo si, ma non ... romanticona ecco.
Seguiamo tutti miss perfettina che neanche a dirlo dopo cinque minuti neanche, ci porta dritti dritti davanti a questo famoso locale.
-Oh grazie Andrea!-,esulta un'Alessio più euforico del solito,-Elodie, mandagli un bacio. Questa sera rimorchio ragà-.
Il solito elemento che racimola le risate generali del gruppo e l'appoggio della maggiorparte dei maschietti presenti.
-Bella Alè! Non ti conosco ma già ti stimo!-, Alberto e le sue uscite inopportune.
Ignorando l'uscita del mio amico, mi faccio avanti tra la gente in fila per arrivare al cospetto del buttafuori; basta fare il nome di Michele, che tra le altre cose ci ha fermato anche un tavolo, a detta dell'omone in nero, che siamo dentro il locale.
-E bravo Michelino!-, esclama Elodie guardandosi intorno. In effetti il posto è fighissimo; inoltre non siamo così conosciuti come ho lasciato intendere al mio amico, quindi di ragazze che vengono a sbavarti addosso non ne trovi. Insomma si prospetta una bella serata.
-E' un bomber! Ora lo chiamo!-
-Andrè e falla finita! Pensa a guardarti intorno amico mio-, continua Alessio guadagnandosi uno scappellotto in testa da Gessica.
-Guarda che Andreas ha già la ragazza!-
Alessio liquida Gessica senza tante cerimonie con un'alzata di spalle,-Che centra?-,domanda confuso.
Che elemento, non si smentirà mai.
-Alessio vieni a ballà con me va!-
Neanche a dirlo lui si fa prendere da Elodie e se ne spariscono tra la folla. Questa ragazza è proprio strana.-Cristo Albè, ma dove ti porto conciato così?-
Sono disperato. Ho beccato Andreas e Alessio al bar mentre facevano scommesse su ogni essere umano che passava davanti ai loro occhi; una cosa che fanno spesso, per carità, ma non con Alberto. E lui non sta ad amici, quindi se la scommessa consiste nel bere ogni volta che una ragazza non ti riconosce, bhè caro mio, sei fottuto.
E infatti il mio Bro è fottuto. E io con lui.
Non posso presentarmi in albergo con lui in queste condizioni, soprattutto perché dovrebbe passare inosservato alla vigilanza e in questo stato la vedo molto difficile. Merda. Non posso beccarmi una punizione solo perché ho un'amico idiota.
-Dai Bro, alzati, andiamo a prendere aria...-
Dopo dieci minuti di schiaffi sulla faccia riesco a farlo alzare dal divanetto e più sulle mie spalle che con le sue gambe, raggiungiamo la porta finestra che da sulla città. Mi blocco un solo secondo, quando vedo chi c'è proprio fuori dal balcone, intenta a fumare una sigaretta e con il telefono in mano.
-Certo amò, ti scrivo quando sono in hotel. Buon lavoro.-, la sento sussurrare all'altro capo della cornetta.
Che razza di lavoro fa sto' tipo? Sono le due passate... lo spogliarellista? Non ce la vedo proprio con uno spogliarellista; sarà una saputella so tutto io, ma non è stupida, non è... frivola. Può sembrare strano, ma da quando mi ha dato dello spocchiosetto talentuoso, ho cominciato a tenere in considerazione la sua opinione, quantomeno in fatto di musica.
Lei mette il telefono nella borsa, con le sue solite movenze tanto delicate quanto... sensuali, non posso negarlo. Comunque non ci nota, così sono io a chiamarla; non fraintendetemi, non voglio compagnia.
-Cos'ha il tuo Bro?-, si avvicina a noi con cautela, posando per un solo istante l'ascia di guerra. Come scena non è delle più belle bisogna ammetterlo. La testa del mio amico è malamente appoggiata sulla mia spalla e mentre gli sorreggo la fronte per impedirgli di cadere, continuo a infondergli calore sulla schiena.
Non le rispondo, non ce n'è bisogno.
-Ha bevuto con Ale e Andreas...-, conclude da sola, puntando i suoi occhi nei miei. Ovviamente, penso, -Lei non sbaglia mai...-
Lascio la mia frase così...campata in aria, priva di senso e senza una conclusione.
Strano.
L'unica parola che mi viene in mente è .. strano. Ci stiamo palesemente sfottendo, ma senza cattiveria, senza quel ghigno strafottente che di solito contraddistingue ogni nostra conversazione. Ci stiamo mangiando con gli occhi, ma questa volta non per sovrastare l'altro, non per sfidarlo, quanto per sfidarsi. Chi dei due cederà per primo?
-Mai-, aggiunge lei in un sussurro.
-Bella ragà! Una serata memorabile...-,prova ad articolare Antonio.
Sposto lo sguardo immediatamente e mi passo una mano sul ciuffo ribelle quasi in automatico, solo per spezzare quel filo sottile che si è andato a creare tra i nostri occhi, solo per non dover continuare ad avere davanti a me questa ragazza tanto bella quanto strana che mi sta palesemente lanciano... segnali. Sono un diciannovenne con gli ormoni a palla, l'ho specificato poco fa, e so riconoscerli i segnali. Punto.
-Ho bisogno di un favore-, butto lì, ignorando deliberatamente il commento di Alberto che tanto di qui a poco finirà di nuovo in coma profondo.
-Per forza, in albergo non puoi riportarcelo-,continua lei per me,- Portiamolo da mio padre...-
Spalanco gli occhi per l'offerta, sicuramente non me lo sarei aspettato; la mia idea era semplicemente quella di stare fuori fino a quando non si fosse ripreso e per questo doveva dire in hotel che me ne ero tornato a casa.
-No, questo mi fa fare figure di merda poi...non mi va...-
Lei sorride quasi .. intenerita(?) dalla mia uscita,-Mi padre c'è abituato... fidati. Dai andiamo-.
Mi lascio aiutare a tirarlo in piedi e dopo quelle che sembrano ore riusciamo a trascinarlo fuori dal locale.