Capitolo Otto.

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Io adoro il Natale. Io adoro il Natale. Già ho detto che adoro il Natale? Ebbene si, come sicuramente avrete capito amo il Natale. Questo periodo che porta con sé la grande festa, il cibo, i regali, i felponi caldi, le giornate passate davanti al camino a leggere un libro. Niente di meglio insomma.

Quel giorno era la Vigilia, e io ero nel panico assoluto. Vi starete chiedendo perché... bhe non ero ancora andata ancora fare shopping natalizio. Panico. Mi svegliai così verso le 8 di mattina, e dato che mi ero già accordata con Dace di andare al centro commerciale, mi sbrigai a prepararmi. Arrivai precisamente in orario, ma dato che sapevo che Dace avrebbe fatto tardi, mi misi l'anima in pace e mi accomodai in un bar. Mentre sfogliavo annoiata il menù, notai due figure molto familiari. Oddio. Stephan e quella stronzetta di Lysa abbracciati e si stavano baciando proprio davanti a me. Ma che cazzo? Mi schiarii la voce per attirare l'attenzione dei due. -Prendetevi una stanza.- dissi non degnandoli neanche di uno sguardo, mentre continuavo a sfogliare il menù. Sentii un sussulto, seguito da un 'Cazzo' e poi sentii la voce fastidiosa di quella nanetta infame, che ora si era avvicinata di più al tavolo, e stava tamburellando le dita su di esso per attirare la mia attenzione. -Bhe se voglio abbracciare il mio ragazzo davanti a tutti lo faccio, che ti piaccia o no. Se lo voglio baciare, lo faccio. Se...- la interruppi battendo un pugno sul tavolo e alzandomi a mezz'aria. -Se non vuoi avere un pugno in faccia, ti conviene girare quel tuo culetto da schizzinosa che ti ritrovi, e andartene a fanculo.- le dissi non proprio calma. Sentivo il sangue ribollire nelle vene. Guardai le loro mani ancora intrecciate e in lontananza sentii Stephan dire- Lysa andiamo.- e poi a bassa voce sussurrarle un 'facciamo i conti dopo, ragazzina'.Sembrava arrabbiato, ma in quel momento non riuscii a capire più niente. Stava diventando tutto rosso. Sentivo come un pizzicore sulle spalle. 'Oh no, mi devo calmare. Calmati cazzo Diana.' Presi un respiro profondo. chiudendo gli occhi. Sentivo ancora la voce di Lysa che parlava, ma dovevo prendere di nuovo il controllo su me stessa, o non potevo assicurare nessuno che Lysa non si sarebbe fatta male. Strinsi forte gli angoli del tavolo, quando all'improvviso sentii un rumore. La mia mano stava piegando il ferro del tavolino. Lysa si zittì improvvisamente e sussultò facendo un passo indietro. Li guardai a occhi sgranati, quando decisi di fare la cosa migliore. Misi a posto il tavolo, spingendo da sotto l'incurvatura che avevo fatto, e con calma mi sedetti. Loro mi stavano ancora guardando quando sentii delle labbra che premevano quasi vicino la bocca. Aaron. Riconoscerei quell'odore ovunque. Mi girai sorridendo grata verso il mio amico che ora guardava con faccia cupa i due davanti a me, e lanciava degli sguardi assassini a Stephan. Di conseguenza vidi che questo ultimo aveva la mascella serrata e chiudeva e apriva i pugni. Fortunatamente in quel momento arrivò Dace a salvare la situazione. Sentii il braccio di Aaron stringersi intorno la mia vita, e udii chiaramente un basso ringhio. Alzai di scatto la testa. Stephan mi guardava dall'altro lato del tavolo con faccia arrabbiata. Alzai il sopracciglio e lo sfidai con lo sguardo a dire qualcosa. Vidi chiaramente che cercava di prendere fiato e con uno smorfia si girò e se ne andò. Poco dopo lo seguì anche Lysa. Dace fischiò. -Ma che stava succedendo qui? - mi guardò e poi rivolse lo sguardo verso Aaron, che alzò le spalle in risposta. Mi staccai dal mio amico, anche se un pò riluttante fece resistenza, e mi sedetti, facendo segno di imitarmi. Intorno a quel tavolo gli raccontai com'era andata, tralasciando ovviamente la parte dove stavo spezzando un tavolo di ferro. -Wow.-dissero insieme contemporaneamente, per poi guardarsi e mettersi a ridere. Mi unii subito a loro. Dopo essermi ripresa mi rivolsi ad Aaron. -Ehy ma tu che ci fai qui?Non è che stai stalkerando qualche povera ragazza? - gli rivolsi un occhiata a metá sospettosa e metà divertita , e lui in risposta arrossì. Aha. - Brutto stronzo, ti piace qualcuna. Dio Aaron perché non me l' hai detto? Magari la conosco!?!?- mi fermai.- Il mio Aaron sta crescendo- gli dissi asciugandomi una lacrima immaginaria. Dace scoppiò a ridere, ma Aaron mi rivolse un occhiata piuttosto strana, prima di scuotere la testa e sorridere. -In realtà si, mi piace qualcuno.- disse facendo zittire Dace, che fece quasi uscire le orbite dagli occhi e sussurrò un 'omiodio' mettendosi una mano sul petto. Aaron la guardò ma poi si girò scuotendo la testa e si rivolse a me facendo un sorriso amaro. -Mi piace una ragazza, ma è così cieca che non si accorge di me. Lei è bellissima e divertente. È unica...- mi guardò dritto negli occhi- un giorno di questi ti dirò chi è.- mi regalò un sorriso esitante. -Perché non me lo dici ora Aaron?- gli chiesi aggrottando le sopracciglia. -Perché voglio che lo capisca prima lei.- mi guardò leccandosi le labbra per poi girare lo sguardo esitante e puntarlo verso una Dace affranta, che guardava il mio amico come come se fosse un cucciolo ferito. Ma che diavolo? Sentii da lontano una voce che chiamava Aaron. -Ehy amico, ti stavamo aspettando.- gli disse Jimmi, un suo caro amico, che usciva a volte con noi, dandogli poi quel saluto che solo i maschi sono in grado di fare. Poi si rivolse verso di noi salutandoci con un bacio sulla guancia. -Ragazze ho un invito speciale per voi. Per santo Stefano ho organizzato una festa in casa con gli amici più intimi. Che dite, volete unirvi alla mega orgia di Natale?- guardò attentamente prima me poi la mia amica con un sopracciglio alzato in un espressione divertita, e la quale annuì subito energicamente prima di mettersi a ridere insieme a me. -Tralasciando il fatto dell'orgia, credo che si possa fare.- Si rivolsero così tutti verso di me aspettando una mia risposta. Ero molto indecisa se andare oppure no, perché avevo sempre trascorso tutte le feste con la mia famiglia. -Andiamo D. Sarà divertente. Faremo una piccola festa e poi un pigiama party. Non saremo in troppi.- mi assicurò quando vide la mia espressione accigliata. Girai la testa verso Aaron che aspettava la mia risposta con in faccia stampata un espressione speranzosa. Li guardai attentamente tutti e tre e lentamente mi alzai mettendo le mani sul tavolino. -Bhe allora dovremmo scegliere un vestito adatto per l'occasione Dace. - Aaron fece un sospiro di sollievo mentre Dace mi si buttò addosso e con lei Jimmi.-Se non fossi gay e felicemente fidanzato di bacerei in bocca D.!- risi per la sua esclamazione. Adoro i miei amici.

Dopo il tragico evento nel bar e la decisione di andare alla festa di Jimmi, io e Dace ci dividemmo dagli altri e andammo a fare compere. 'Prima di pensare al vestito devo assolutamente comprare i regali. Dace non me lo perdonerebbe mai se mi dovessi presentare a Natale senza un regalo.' Entrai in un negozio di bigiotteria e cercai dunque con lo sguardo qualcosa che potesse fare al caso mio. Dace era dall'altra parte del negozio intenta a cercare qualcosa per il suo fidanzato. Una collana attirò la mia attenzione. Era perfetta per Dace!! Era composta da un medaglione a forma di margherita, dove al centro vi era incastonata un pietra brillante gialla. I lacci che legavano la collana erano di ferro verde, e davano l'impressione di essere lo stelo del fiore. Poco lontana dalla collana che avrei regalato a Dace, trovai invece un bracciale color argento, con una scritta dorata 'Min beskytter' .Affascinata seguii le linee morbide delle lettere. -Significa 'Mio protettore'- Sobbalzai sentendo una voce di un ragazzo dietro di me. Mi girai e mi ritrovai di fronte un bel ragazzo. Non aveva più di 20 anni ed era molto alto, occhi azzurri e i capelli erano biondi con sfumature celesti verso le punte. Era molto bello. vedendo che ancora non parlavo si avvicinò e indicò la scritta. -È norvegese.- Mi ripresi velocemente sbattendo gli occhi. -ehm... ah si grazie.- mi morsi il labbro e girai la testa per cercare la mia amica. -Dammi, li metto alla cassa.- mi disse e avvicinò le mani alle mie. Quando mi sfiorò sentii una specie di brivido. Era come se quel ragazzo fosse un mio vecchio amico. Come sentendo i miei pensieri sorrise e mi porse la mano non occupata dai regali .-Darren.- strinsi la sua mano - Diana-. Solo oggi, a distanza di anni, ho capito a cosa stavo andando in contro conoscendo Darren.

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