Capitolo Quattro.

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Quella fu l'ultima volta che parlai con lui. Per ben quattro mesi continuai a vederlo dappertutto, ma mai venne vicino a me per parlare di nuovo. Solo un giorno ebbi diciamo uno scontro ravvicinato con lui. 

Flashback

Ero fottutamente  in ritardo per la lezione e stavo correndo come una pazza per il corridoio. Come già ho detto in precedenza il destino è un bastardo, così mentre io ero impegnata a non cadere, andai puntualmente a sbattere contro qualcuno. 'Miseriaccia' .Sentivo perfettamente il calore delle sue dita strette intorno alla mia vita, anche se indossavo una felpa pesante. Subito lo riconobbi. Alzai timidamente lo sguardo e rimasi incatenata a fissare i suoi occhi. Ricordo che il primo pensiero che feci era che aveva degli occhi così grigi che sembravano gemme preziose. Rimanemmo in silenzio e in quello strano abbraccio finché una mano si appoggiò alla sua spalla.- Ehy Stephan che succede?- interruppe Bob, un mio compagno di classe, lanciandomi un occhiata curiosa, così lo salutai e allo stesso tempo mi staccai da quel corpo caldo- Ehy Bob. Ero di fretta e sono andata a sbattere contro di lui.- gli dissi indicando il ragazzo di fronte a me e che mi fissava intensamente- Avete già cominciato? - chiesi riferendomi alla lezione di geografia.-Si, ormai non credo sia una buona idea entrare. La prof.ssa Sandret si incazzerà di brutto se vede che sei entrata in ritardo.-mi disse, così rivolse un'occhiata inquisitoria a Stephan.-Che fine ha fatto Julie? L'hai scopata e poi sei passato ad un'altra, eh birbantello?- chiese scherzosamente puntando gli un dito contro e muovendolo,  come se lo stesse rimproverando. Rimasi paralizzata dalle sue parole. Stephan mi lanciò un occhiata. -I-io veramente non l'ho ancora vista da ieri...- disse guardandomi di nuovo. 'okay ho sentito abbastanza'. Facendo un passo indietro e girandomi, salutai entrambi con una mano mentre l'altra era sprofondata nella tasca posteriore dei jeans. -Ci vediamo in classe Bob. Stephan.- E me ne andai. Sapevo che era un'idiota.

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Mi sono sempre distinta dalla massa sin da bambina. Quando ero piccola tutte le bambine giocavano con le barbie, io facevo la lotta coi maschi. A 12 anni tutte le ragazzine sognavano di diventare ballerine o cantanti. Io desideravo essere un astronauta. A 15 anni le ragazze sognavano il vero amore, mentre io sognavo solo comprare una moto. A 16 anni le ragazze ormai non pensavano ad altro che a scopare e a divertirsi. Io sognavo invece un tatuaggio. Come vedete sin da piccola ho avuto idee contrastanti dalle altre ragazzine. La maggior parte delle ragazze che  mi circondavano non erano altro che brutte copie di persone famose. C' era chi vestiva con capi firmati e di alta moda. Chi aveva quintali di trucco sul viso, solo per sembrare più grande o chi bullizzava i ragazzini più piccoli. Non sopportavo affatto questi comportamenti e chi si approfittava delle persone più deboli, perché anche io ci ero passata alle medie. Brutto periodo. Da dimenticare. Dunque mi ritrovavo alle superiori  a cercare di difendere quelli che non riuscivano ,purtroppo,  a difendersi. Facevo quel che potevo, ovvero chiamare i bidelli o il primo prof che vedevo, oppure quando la situazione era insostenibile mi buttavo letteralmente nella mischia.  Era per questo che a volte tornavo a casa piena di lividi e davo la colpa alla mia goffaggine. 'No mamma ho cercato di aiutare qualcuno in difficoltà e mi sono presa con lui le botte'. Che situazione assai simpatica...

Ero sdraiata sull'erba fresca di Dicembre approfittando degli ultimi raggi del mese. Eh si. C'era ancora un pò di sole a Dicembre e quasi tutti gli studenti della NSHS ne approfittavano. A me personalmente piaceva più la notte che il giorno, tanto che a volte rimanevo alzata fino a tardi e guardando il cielo, mi perdevo in mille pensieri. In quell'ultimo periodo stavano accadendo cose strane.  Forse ero davvero impazzita. Da quando ho avuto il primo incontro/scontro con Stephan le cose erano cambiate. Riuscivo a sentire conversazioni anche lontane chilometri, oppure riuscivo a sentire ciò che sussurrava sottovoce una mamma al suo bambino . 'Questo non dovrebbe essere normale cazzo. ' pensai per la milionesima volta. 'Non è scientificamente poss...' -Lasciatemi andare stupidi caproni!- Delle urla attirarono la mia attenzione. Da sdraiata riuscivo a vedere solo un gruppo di ragazzi in cerchio. Aja si mette male. Mi girai verso Aaron seduto affianco a me, e lui, capendo le mie intenzioni, iniziò a scuotere la testa. -No D. cazzo. Pessima idea. Quelli sono di quinta, vuoi farti per caso ammazzare?- disse gesticolando verso di loro. -Esagerato - dissi mentre mi alzavo e mi scuotevo l' erba secca di dosso. Stavo per incamminarmi quando sentii la mano di Aaron stringermi il  polso.- D. sono serio, lascia perdere. Vado a chiamare qualcuno ma tu non andare!- disse alterandosi. Stavo per rispondergli quando sentii ciò che quei maiali le stavo dicendo a bassa voce.- Sappiamo benissimo che tua madre fa la puttana. Proprio ieri mi ha fatto un servizietto niente male. Ora mi chiedo se anche la figlia è cap...' mi buttai come una furia sul ragazzo che le stava parlando e iniziai a prenderlo a pugni. Sentivo delle grida, mani che mi strattonavano, ma era come se il mio corpo avesse vita propria. Vedevo rosso, come il sangue che volevo vedere uscire da quel suo naso di mer... 'Ehy aspetta ma io non sono così'. Questo pensiero mi fece fermare di botto e venni subito spinta a terra. Vidi che quell'omone si era rialzato e ora mi fissava con sguardo truce. Piano alzò la mano e toccò il suo labbro rotto, dove usciva del sangue che si mescolava anche quello che gli stava colando dal naso. 'Che magnifico spettacolo' pensai e sghignazzai. -Ah bene, ora la troietta si è trovata una nuova amica che la difende?!?- disse con sguardo derisorio rivolgendosi verso la ragazza che mi guardava stupita. Era ancora bloccata da due ragazzi e cercava di liberarsi inutilmente, dato la sua piccola statura. -Senti non so chi tu sia e non me ne frega nemmeno,  solo non dovresti giudicare una persona che non conosci nemmeno.- gli risposi guardandolo negli occhi mentre mi alzavo. - voi vi credete  tanto belli,  tanto fighi,  ma siete comunque delle persone di merda se ve la prendete coi più deboli. - indicai tutti loro. Rimasero tutti in silenzio fino a quando una voce non ci fece girare tutti verso la porta principale. -La ricreazione è finita già da un quarto d'ora e voi siete ancora qua. -James, Vladirom,  e i due Enhos tutti nel mio ufficio.-  il Generale mi guardò attentamente.- tutti gli altri in classe. Subito. - E così detto, tutta la folla riunita intorno a noi si disperse ma riuscii a sentire perfettamente ciò che mi disse l'omone con cui avevo fatto a botte.- Me la pagherai cara stronza.- e mi lanciò un'occhiata disgustata asciugandosi per la centesima volta il sangue che non smetteva di colare dal suo naso. La ragazza era scomparsa. -Si può sapere  perché fai tutto di testa tua? Dio Diana mi hai fatto cagare sotto dalla paura.- il mio amico Aaron mi guardò attentamente per vedere se mi fossi fatta male.-Però cazzo sei stata grande!! Dove hai trovato quella forza, eh ramoscello?-mi prese in giro abbracciandomi  forte. -È un segreto.- gli sussurrai.  'Col cazzo. non so nemmeno io da dove è uscita tutta quella forza' Di bene in meglio vedo. Cosa può succedere di peggio ora? Ecco le ultime parole famose...

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Angolo autrice:                                                                                                                                                          

 Nel prossimo capitolo inizierete forse a capire cosa sta succedendo a Diana. Ma solo nel sesto capitolo accadrà davvero qualcosa di speciale. Continuate a seguire la mia storia, e se volete, fatemi sapere se vi piace o no. Ciao a tutti :)  ve se ama. 

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