04 - Sorgi Vendicatore dalle mie ossa

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"E sorgi, vendicatore, dalle mie ossa,
e perseguita col ferro e col fuoco i coloni dardanii,
ora, in seguito, o quando se ne presenteranno le forze.
Lidi opposti ai lidi, onde ai flutti
auguro, armi alle armi; combattano essi e i nipoti"

(Virgilio)

Didone

Sventurato il mio amore, sventurata la mia corona che non bastò a trattenerlo. Ah, gli dei lo richiamano, il grande padre volle la sua partenza, mandò il suo messaggero alato per farsi obbedire. Come un ladro in quella che avrebbe potuto essere casa sua, come un ladro sussurrava di notte preparando la sua fuga mentre la Fama vorace, dai mille occhi e dalle mille bocche parlava e parlava di noi ai pretendenti respinti. Ecco il mio castello mi cade addosso, le mura del mio palazzo mi opprimono: sarò ricordata come abbandonata, la mia casa come devastata. Solo una cosa mi rimane della stirpe della tessitrice di inganni che dalle acque è emersa. Non le promesse, non il suo viso ma la sua spada, la bella e terribile spada della stirpe iliaca. Mi ha ucciso l'eroe, ha ucciso il mio cuore, la mia anima, la mia città. Vedo come versano in abbandono le costruzioni mai finite, le strade mai iniziate. Sventurato il giorno in cui la sua nave arrivò nelle mie coste. Per mano tua morirò, così ha deciso il Fato. Per mano della tua spada, la bella e terribile spada della stirpe iliaca. Morirò, ma maledetta sia la tua stirpe. Io invoco la vendetta della mia stirpe sulla tua stirpe. Sempre inimicizia scorrerà tra le nostre città, nemici eterni le coste di Cartagine e la terra d'Italia dove il tuo sventurato piede si poserà. Sarà versato sangue e dolore ma il mio corpo non resterà invendicato, molte anime della le cui radici affondano a Troia se ne andranno all'Ade a causa dei guerrieri cartaginesi; le nostre stirpi rimarranno nemiche quanto due astri ugualmente splendidi, quanto due dei che si giurano guerra.

Ora il sangue macchia il mio petto e la candida veste da sposa che presto sarà cenere. Dov'è il mio sposo, dov'è? E' partito il mio sposo, è partito e non tornerà. Mi ha ucciso il mio sposo, mi ha ucciso e non se ne pentirà. E mentre la vita abbandona il mio corpo mortale per sottomettersi al signore degli Inferi, un tintinnio risuona. E' caduta per terra la spada, la bella e terribile spada della stirpe iliaca.



*Dolòplokos: tessitrice di inganni; Anadiomene: che nasce dal mare. Erano epiteti dati a Afrodite nel mondo greco (anche se per Virgilio lei è Venere, ho preferito mantenere gli epiteti greci visto che Roma non è ancora nata e parlo in prima persona.)

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