06 - La più bella tra le donne

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Elena di Troia.


Sono tornata, sono a casa. Riconosco le mura della mia città, le stanze, i volti della gente. Non c'è però sorriso nelle loro espressione, non dolcezza. Mi schivano, voltano il loro sguardo o lo sostengono con disprezzo, portano via i bambini e il silenzio mi accompagna fino a incontrare il mio sposo. Menelao, il mio Menelao che si è trascinato in guerra per me ora piange i suoi morti, nulla gli è rimasto se non le tombe di coloro che una volta gli erano cari. Ci sarò io per lui, la moglie per la quale ha combattuto. Sono cambiata, forse. Gli dèi mi hanno usata come merce di scambio, come regalo per un uomo pieno di sé e privo di onore, un uomo che io non ho mai voluto. La bellezza, quella mia bellezza che vorrei strapparmi dal corpo come un vestito rovinato, lei è stata la mia rovina. Lui non si volta a guardarmi e ora so che non si volterà mai più. Freddo il suo sguardo e di pietra la sua bocca, odio le sue parole e rancore e dolore, sale amaro il suo respiro, cenere le sue mani. Ora so che ho perso un marito, ho perso un amore. Le sue spalle mi fanno più male di mille parole, incidono nel mio cuore le parole della solitudine.

Il mio popolo mi rigetta, mio marito non osa guardarmi e nemmeno io ci riesco più. Lo specchio è mio nemico e non importa se il mio sguardo è stanco e i capelli rovinati. Non importa, perché nulla è rimasta di Elena, nulla più della signora di Sparta. Solo dolore e lamenti e sogni infranti, solo le tombe silenziose di chi è morto per riportarmi in una casa che più non mi vuole.


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