Capitolo 1

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Mamma: << Aaaaaileen muoviti o faremo tardi! >>

<< Sto arrivando mamma, un'attimo >>

Eccoci qui. Anno nuovo, scuola nuova, casa nuova e nuovi amici, si spera.. La mamma e il papà hanno optato per il Canada, è già la terza volta che cambiamo casa; a loro piace viaggiare e, essendo economicamente ben messi, ogni cinque anni si cambia città. Purtroppo è una loro decisione, o l'approvo o vado a vivere sotto un ponte. Ripensandoci i ponti non sono così male.

Ma tornando al presente. La città in cui adesso 'viviamo' è molto.. colorata, allegra. In questo momento io e la mamma ci stiamo dirigendo verso la nuova scuola, con la guida un po' brusca di questa donna che mi ripete di guardare sul navigatore se stiamo seguendo la strada giusta. Sono agitata, molto. E' normale mi dico, mentre il mio subconscio mi prende in giro ripetendo 'che strano'. Beh il fatto è che mi preoccupa sempre cambiare scuola, farmi nuovi amici; non so quanto sarà facile, non sono un tipo di persona sociale: me ne sto per i miei, la maggiorparte delle volte con gli auricolari nelle orecchie.

<< Aileen, mi senti? >> mia madre mi sventola una mano davanti alla faccia << Siamo arrivati, prendi la borsa >> indica lo zaino che sto tenendo tra le gambe, il mio bellissimo zaino, tutto imbrattato di bianchetto e pennarello indelebile, con i nomi di tutti i miei vecchi amici.. mi mancano.
Scendo dalla macchina, mi tremano le gambe.

Concentrati Aileen, andrà tutto bene; non ti devi sposare.

Entro dalla porta principale con la mamma affianco che scruta attentamente l'edificio da poco imbiancato e non molto affollato, d'altronde è molto presto, mia madre è ossessionata dall'essere puntuali, in tutto e per tutto. Una giovane donna con i capelli chiari e gli occhi verdi mi chiede nome e cognome e in pochissimo tempo acoompagna me e la mamma in un corridoio spiegando che l'ultima aula a sinistra sarà la mia classe per i prossimi due anni. Varco la soglia, la mamma mi saluta e dice che ci rivedremo alle due. I banchi sono quasi tutti vuoti ma riconosco il mio: ci hanno messo un foglio con scritto 'la nuova'. spero solo di non essere considerata così per tutto l'anno... mi siedo e poso lo zaino a terra, mentre l'aula comincia a riempirsi di studenti.

<< Ciao, chi sei? >> chiede un ragazzo poco più alto degli altri, con i capelli castani e il ciuffo che si posa sull'occhio destro.

<< Chi io? >> chiedo distratta

<< Si, proprio tu >> risponde con un sorriso perfetto e indicandomi con il dito indice.

<< Oh, io sono Aileen >> accenno un sorriso venuto male

<< Io Derek, piacere >> credo sia l'unico ad avermi vista, gli altri non ci fanno molto caso. Sono seduta al terzo banco, che non è ne troppo avanti ne troppo indietro, il che è perfetto. Sono seduta vicino a Dirk.. no merda, Derek, si chiama Derek. Spero di non confondere nomi.... sono un disastro.

Un professore non molto alto, sulla trentina entra tutto allegro -credo sia l'unico- e dopo aver fatto roteare il gessetto per aria si mette a scrivere alla lavagna:

'Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo'

<< Ditemi, cari alunni, sapete per caso di chi è questa citazione? >> chiede il professore che, per intuizione, credo insegni letteratura

<< Lui è il prof. di letteratura >> spiega a voce bassa Derek << comincia sempre le lezioni con una citazione diversa >>

<< Mr. Roy, vuole spiegarci lei il senso di questa citaz... oh ma lei dev'essere la nuova studentessa, signorina...? >>

<< Aileen Butler >> rispondo timidamente

<< Ciao Aileen, io sono Mr. Lachance >> fa un piccolo inchino << lo so fa ridere, puoi chiamarmi tranquillamente Mark >> mi sorride professionalmente e continua la spiegazione.

<< Questo era Charles Bukowski, uno dei miei scrittori preferiti. Ora prendete il libro a pagina 74 >>

Derek sposta il suo libro verso di me, per farmi leggere.

<< Grazie >> sussurro al mio nuovo compagno di banco che mi sorride per la decima volta in meno di un'ora. La lezione seguente è di scienze della terra, parliamo un po' dei minerali, in particolare della grafite. La campanella -che per me ha un suono troppo lungo e fastidioso- ci annuncia l'inizio della ricreazione.

<< Hey Derek la vuoi tenere tutta per te? >> domandano due ragazze avvicinandosi ai nostri banchi

<< Ciao >> salutano. Ricambio.

<< Forza dicci da dove vieni >>

<< North Dakota >>

<< Dai, su, fai una bella presentazione >> mi incitano le due ragazze di cui non so il nome. Credo siano le 'pettegole' della classe, se non della scuola

<< Allora, vengo dal North Dakota, come ho già detto, e ci sono stata per cinque anni. Mia madre è nata nel Georgia e mio padre è di origini italiane.

<< Wow. devi essere ricca sfondata! >> esclama la ragazza dai capelli a caschetto. questa è una delle cose che più mi da fastidio, essere considerata la ragazza ricca. Non mi piaceva nella vecchia scuola e tanto meno ora.

<< Piantala Mia, non sei divertente >> mi difende Derek

<< Non ho detto niente di male, tu non vorresti essere ricco? >> chiede quella che si chiama Mia.

La campanella mi salva ma non ho fatto in tempo ad andare in bagno, così sono costretta a tenerla per altre due ore, per altro noiose, di matematica.

Suona il secondo intervallo e Derek sparisce assieme a due ragazzi di altre classi e io, dopo essere andata in bagno, lo passo da sola.

<< Scusami, mi hanno trascinato >> dice Derek tornando in classe

<< Oh, ma figurati. Non vorrai mica stare tutto il giorno con me? Cioè.. non che mi dia fastidio, ma sembreresti strano a stare con me >>

<< E perchè dovrei? i miei amici ti reputano una gran fig... scusa, il fatto è che sei molto carina >> arrossisce e credo se ne accorga perchè si gira dall'altra parte e tira fuori un libro dallo zaino. Sto insinuando che passi il tempo con me solo per quello...
Ah. Ma è suonata la campanella.
Passiamo un'altra ora discutendo sulla Shoah, dato che oggi è il 22 gennaio, e tra un po' sarà il giorno della memoria.
Il professore dell'ultima ora è ammalato perciò ci lasciano andare a casa prima. Scrivo un messaggio alla mamma dicendo di venirmi a prendere. Odio chiedere passaggi, non vedo l'ora che sia marzo, per prendere la patente della macchina.
Intanto sono assieme a Derek e Paula, una ragazza che pare sia sua amica ma a parere mio ne è innamorata persa: gli sta addosso e lo fissa in modo snervante. Penso che abbia un anno in meno di me, anche se non è molto bassa..

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