2||Wearing

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Oh my god, look at that face, you look like my next mistake.
-Blank space, Taylor Swift

La mattina dopo, Alessio si svegliò con un potente mal di testa, uno di quelli che non ti fanno neanche reggere in piedi senza vedere la stanza girare.
Erano solo le dieci e un quarto, vide dal telefono, così rimase a letto un'altra ora abbondante, fissando il soffitto bianco e ascoltando sua madre che cantava cucinando al piano inferiore.
Eppure non gli sembrava di aver bevuto così tanto... Ma sapeva bene di essere una persona che non reggeva nemmeno due bicchieri di birra, e anche per questo odiava quando Davide lo trascinava a quel tipo di feste.
Ma quella volta, sinceramente, non gli era dispiaciuto più di tanto: il pompino che il biondo, quel Genn, gli aveva fatto nello squallido bagno della discoteca era uno dei più incredibili che avesse mai ricevuto in diciott'anni di vita. Si sentiva eccitato solo a pensare a quel ragazzo tra le sue gambe, gli sarebbe piaciuto davvero tanto rivederlo... Decise che da quel momento avrebbe accompagnato Davide ad ogni singola festa.
Proprio allora, il telefono si illuminò per un messaggio dell'amico

Da Davide:
Fra, dov'eri finito ieri? Quando sono uscito dalla camera di Giò non ti ho più trovato (sesso fantastico, a proposito 😏)

A Davide:
Cazzo lo sapevo che lo avresti conquistato! Non avevo dubbi, non avrebbe mai potuto resistere al tuo fascino

Da Davide:
Stai evitando la mia domanda... A me Vittò ha detto che eri con un biondino

A Davide:
Potrebbe o no avermi fatto un pompino. Forse.

Da Davide:
Okay VOGLIO SAPERE. Ora.

A Davide:
Domani a scuola ti spiego tutto, mh? Ora vado, sono le undici e sto ancora nel letto... Vorrei evitare di diventare un vegetale.

Da Davide:
Non credere di essertela scampata così facilmente, domani voglio tutti i dettagli

Alessio si alzò velocemente e si diresse in bagno, pensando già al momento in cui avrebbe dovuto dire all'amico della sera precedente.
In meno di dieci minuti era pronto, e scese verso la cucina guidato dal naso e dallo stomaco: per tutta la casa si spandeva odore di lasagne e carne, ed entrando vide una montagna di cibo accatastata sul piano della cucina e sua madre che si aggirava felice tra pentole e teglie di cibo, accompagnata da Comfortably Numb che risuonava nell'aria, non accorgendosi nemmeno del suo ingresso.
"Mamma... Che sta succedendo qui?"
"Ciao Ale, buongiorno! Non te l'ho detto prima, ma stasera abbiamo ospiti... Un mio collega e suo figlio vengono qui a cena, ma vedrai che non ti annoierai, suo figlio ha la tua età, giusto qualche mese in meno, e suona, vi divertirete insieme!"
"Sì, vedremo... Sei sicura che sia un collega a venire a cena?" Disse con un sorrisino malizioso, capendo di aver centrato nel segno quando la vide arrossire. Era da quando era morto suo padre, dodici anni prima, che Alex era l'unico uomo nella vita di sua madre.
"Dai Alex, non t'impicciare che poi vedrai stasera. Vai a sistemare in camera tua piuttosto, sono sicura che sia un porcile come al solito e stasera ti servirà."
"Non ho intenzione di far usare la mia chitarra a nessuno, lo sai vero? E comunque tranquillizzati, non c'era mica bisogno di fare tutta sta roba da mangiare, non sta venendo a cena la Regina Elisabetta!"
Tornò in camera sua e constatò che non era poi tanto in disordine, così si limitò a buttare nell'armadio i vestiti sparsi per la stanza e a tirare su il letto, buttandosici sopra con la chitarra in mano, consapevole del fatto che quel giorno non avrebbe pranzato a meno che non avesse voluto perdere una mano tentando di scroccare qualcosa ai preparativi per la cena.
Finì che si addormentò ancora, da bravo pigro qual era, risvegliandosi alle cinque del pomeriggio con il rumore dell'aspirapolvere che andava in soggiorno. Il telefono era intasato dai messaggi di Davide che gli chiedeva se fosse morto, evidentemente annoiato.
Decise di ignorarli bellamente e, sentendosi in un enorme déjà vu, scese le scale e raggiunse sua madre, rimanendo a bocca aperta: la donna indossava un abito da sera lungo, blu notte, che risaltava i capelli neri e la carnagione scura, gli occhi blu sottolineati delicatamente dalla matita. Era bellissima, e dimostrava dieci anni in meno dei 37 che aveva.
"Wow"
"Chiudi la bocca che ti entrano le mosche caro, comunque grazie. Ti ho lasciato il tuo vestito in bagno, vatti a cambiare che tra mezz'ora arrivano e devi essere pronto"
Come vide il suo vestito, Alessio sbiancò: giacca e cravatta con pantalone nero... L'ultima volta che aveva messo qualcosa del genere era stato probabilmente alla sua comunione.
Sarebbe stata una lunga serata.



Nel frattempo, dall'altra parte della città, Gennaro Raia era in una situazione analoga: un padre disperato in smoking e un completo elegante davanti a sé che non aveva assolutamente intenzione di indossare.
Lui vestiva con skinny jeans e felpe sformate di tre taglie in più, non voleva certo mettersi in tiro per andare a conoscere una collega di suo padre e il suo stupido figlio!
"Gennaro, se non ti metti quel cazzo di completo giuro che ti sfascio la chitarra. Sbrigati, siamo già in ritardo!"
"Come se fosse una novità... Ho alternative?"
"No, nessuna via di uscita. O ti metti quello o ti porto lì in mutande, chiaro? Saremo tutti vestiti eleganti, almeno per stasera fammi contento"
Gennaro sbuffò, roteando gli occhi al cielo e infilandosi finalmente nel completo nero.
Beh, almeno un pregio suo padre ce l'aveva, il saper scegliere i vestiti: esso, nero come la notte, aderiva perfettamente al suo corpo come una seconda pelle e gli risaltava il culo in maniera favolosa, oltre ad illuminare la carnagione e gli occhi chiari.
Pregò che il famoso figlio della collega non fosse un cesso, almeno quella sera si sarebbe potuto divertire un po'.
Quel pensiero gli riportò subito alla mente il ragazzo a cui aveva fatto un pompino la sera precedente, in discoteca.
I suoi occhi scuri lo avevano colpito subito... Sì, come no. Quell'Alessio era uno dei ragazzi più fighi che avesse mai avuto il piacere di incontrare, ed era tutto dire visto che il suo migliore amico era Giò Sada.
Ovviamente, aveva dovuto prestare le dovute attenzioni a questa bellezza, e non gli era nemmeno dispiaciuto così tanto, proprio per niente. Era sempre bello vedere come chi di turno si sciogliesse grazie alle sue mani e alla sua bocca esperta, soprattutto in quel tipo di lavori. Soprattutto a sconosciuti in discoteca.
Nel paesino in cui stava prima di trasferirsi si era ripassato tutti, chi se lo meritava anche più di una volta. Ogni ragazzo del paese conosceva bene il suo culo, che faceva ovviamente pacchetto completo con la bocca, che sembrava proprio nata per quello.
Il connubio di questo con il viso da angelo lo aveva reso uno dei ragazzi più desiderati della High School, e lui non si faceva nessun tipo di problema.
"Gennà vieni giù o facciamo ancora più tardi, sei pronto?"
"Sì eccomi, scendo"
Si diede un'ultima occhiata distratta allo specchio, constatando che era davvero un gran figo, e scese al piano di sotto. Anche suo padre si era messo in tiro, con un vestito quasi come il suo ma molto, molto più elegante.
Insieme salirono in macchina e si avviarono verso la casa della donna, che risultò non essere nemmeno troppo distante da dove si erano stabiliti provvisoriamente, in attesa di una sistemazione stabile.
Dopo neanche venti minuti erano arrivati davanti ad una casa gialla, molto normale.
"Gennaro, mi raccomando. Non essere maleducato, sorridi almeno una volta e, ti prego, non mettere le cuffie nelle orecchie a metà serata come al solito"
"Si pa', non sono uno scemo... Non ti farò fare brutta figura davanti alla donna che ti piace" ghignò Gennaro davanti alle gote arrossate del padre.
"Ma va via, non mi piace proprio nessuno. Entriamo." replicò lui, suonando il campanello.
Stettero qualche istante fermi a fissare la porta, prima che gli venisse aperta da un ragazzo con gli occhi scuri.

Come il campanello di casa suonò, Valentina spiccò un salto sul posto e corse in sala da pranzo, per assicurarsi che fosse tutto in ordine.
"Mamma devi stare calma, visto che hai detto che non è nessuno... Vado ad aprire io"
Quando la porta si spalancò, rivelando i loro ospiti misteriosi, si ritrovò davanti ad un paio di occhi azzurri maliziosi che aveva già avuto il piacere di conoscere.

Merda









Okay, sono tornata!
Ringraziate la mia prof di inglese addormentata per questo aggiornamento veloce ahaha.
Capitolo un po' di passaggio, ma alla fine i due nostri baldi eroi si rincontrano!
Cosa succederà? Lascio alla vostra immaginazione fino al prossimo capitolo...
A presto!
Francy xx

Dancin' around the lies we told-Gennex [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora