il bacio.

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Era successo.
Avevo dato il mio primo bacio, per giunta alla persona che meno di tutti mi sarei aspettato: Maka Albarn.
Sembravo sempre così sincero e spavaldo, così sicuro di me, ma non avevo mai intrapreso un'esperienza simile.
Non prima di quel giorno.
Perché? Perché posare le labbra su quelle di una ragazza senza provare nulla, senza nutrire sentimenti profondi per quest'ultima, mi metteva a disagio.
Ed io che continuavo a mentire e a dire menzogne: "Ho baciato spesso! Vi sembra che un fico come me non l'abbia mai fatto?"
Certo, come no.
Ma questa è un'altra storia.
Rimasi incollato alla mia biondina, scombussolato.
Mi ero davvero invaghito di quella senzatette?
Sconvolgente.
Tutto era cambiato molto, troppo in fretta.
Ci eravamo conosciuti nella Shibusen, mentre suonavo il mio amato pianoforte, per i fatti miei, rinchiuso in una stanza.
Ah, il piano. Maka lo aveva sempre amato.
Specialmente perché a suonarlo ero io e nessun altro.
Poi, una volta diventati partner, cominciammo a litigare, a pestarci, a scambiarci occhiate taglienti... come ci eravamo spinti fino a quel punto?
Non ne avevo idea.
Mi staccai quasi a malincuore, la bocca ansante e il cuore impazzito. E se io ero esausto, lei era letteralmente crollata contro il mio petto.
Ovviamente mi allarmai e cominciai a scuoterla delicatamente per le spalle.

"Maka, ci sei...?"

Esalai un profondo sospiro, ma la compresi: era stata una giornata davvero sfibrante. La presi in braccio, come se fosse una bimba che aveva appena giocato sullo scivolo e che poco dopo era priva di forze, bisognosa del padre che la potesse sorreggere. Ammetto di essermi incantato per qualche istante per fissare quel visino angelico: era così bella tra le braccia di Morfeo.
O meglio, tra le mie.

"Su, si torna a casa, bimba."

Sono fico, sono tanto fico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora