Possessivo.

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Stavo camminando con disinvoltura per le strade di Death City, da solo, io assieme ai miei pensieri.
Maka era rimasta a casa a studiare per un importante esame del quale io non mi curavo, quindi non avevo nulla di cui preoccuparmi davvero.
Ma proprio quando venne il momento di intrufolarsi in un vicolo buio, un maledetto bastardo mi prese per il colletto della felpa e mi sbatté contro il muro.
Purtroppo, la poca luce mi impediva di vederlo chiaramente in volto, ma non ci voleva un genio a capire che si trattava di un ragazzo appartenente alla Shibusen.

"Ti ruberò Maka. D'ora in poi sarà solo mia."

Una vena cominciò a pulsarmi violentemente sulla tempia, l'espressione tesa.
Sinceramente, non mi importava scoprire di chi si trattasse, ma una cosa era certa: non doveva azzardarsi a toccare Maka.
Con molta probabilità provavo qualcosa per lei, ma mai avrei avuto il coraggio di ammetterlo apertamente e, come al solito, mi sarei nascosto dietro la scusa che la difendevo solo perché si trattava della mia Meister.
Riuscii a trovare la forza necessaria per dimenarmi da quella stretta, ribaltando la situazione: adesso ero io quello a tenere il coltello dalla parte del manico, stringendo il tale per la maglietta e tenendolo spiaccicato al muro.

"Allora, chiariamo qualche cosetta: TU SEI UNO SCONOSCIUTO DEL CAZZO E NON PUOI PERMETTERTI DI AVVICINARTI A MAKA. LA MIA MAKA, LA MIA MEISTER E LA MIA COMPAGNA CON CUI CONVIVO. Sarei disposto a tutto pur di proteggerla da individui come te. Adesso, se non ti spiace, fammi un favore: sparisci."

Detto ciò, con voce maledettamente graffinante, lo spinsi via in malo modo. La cosa più divertente è che non si era aspettato una reazione simile e corse via. Quanto a me, misi le mani in tasca e me ne andai via, come se nulla fosse successo, sebbene le guance mi pizzicassero leggermente.

Sono fico, sono tanto fico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora