Sono fico, sono tanto fico.

Fidanzato.

"Sì, sono fidanzato."

Ammisi con una sicurezza ed una scioltezza tali da destare l'attenzione di tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze, a girovagare per il corridoio dell'istituto.
Incredibile: era bastata una risposta ad un quesito per creare una folla composta da una trentina di studenti.
Non che la cosa mi mettesse a disagio, figuriamoci.
Quasi quasi mi facevano più vergognare quelle ragazze che, alla fulminante notizia, si misero a piagnucolare chiedendo spiegazioni.
Ah, povere illuse, come se fossi di proprietà loro! Di certo non avrei mai scelto una tipa che avrebbe continuato a tempestarmi di letterine con sopra scritte richieste come: "diventa il mio partner, per favore!".
Esalai un sospiro velato, chiudendo le palpebre.
Era arrivato il momento di reagire.
In fondo erano già passati sei lunghi mesi nel vago, tutti prima o poi avrebbero dovuto sapere la verità, dico bene?
Mi feci coraggio, prendendo la saggia decisione di riprendere il filo del discorso. Anche se ci volle un po' per ottenere il silenzio di tutti.

"Lei è meravigliosa, in tutti i suoi pregi e difetti. Magari spesso mi fa incazzare e litighiamo quasi tutti i giorni, ma non posso fare a meno del suo profumo.
Non posso fare a meno dei suoi occhi verdi smeraldo, che ancor prima di sbattermi un libro in testa si accendono di rabbia, non posso fare a meno della sua pelle bianca come la porcellana, non posso fare a meno dei suoi capelli biondi e del suo corpo costituito da piccole e armoniose forme. Ma soprattutto, non posso fare a meno del suo sorriso. È stato proprio quel sorriso a smuovere qualcosa dentro di me, rompendo quel cuore di ghiaccio che avevo. E adesso siamo ancora partner, fortunatamente, sebbene abbia fatto le peggiori cose per fare in modo che accadesse... questo. Sì, insomma, sono stato un bastardo, un coglione, uno stronzo, l'ho sempre ferita ed è una cosa che non riesco ancora a perdonarmi.
Sì, sì, avete capito chi è. Prendetemi pure in giro, sfottetemi quanto volete. Tanto a me non importa un cazzo, anzi. È il minimo prezzo da pagare per la mia smisurata immaturità."