Panico

366 21 9
                                    

Sentivo dei passi arrivare verso di me, mi misi dietro una roccia, pronto ad attaccare un altro dei quei cosi. Mi sopraffò una luce intensa: dopo sentii delle voci, vedevo tutto offuscato, una persona con una tuta gialla con tanto di maschera antigas mi si avvicinò chiedendomi cosa fosse successo, prima di rispondergli rivolsi gli occhi verso mia madre, aveva il braccio tutto pieno di sangue, quell'infetto gli s'era appiccicato addosso come una sanguisuga, meno male che ero arrivato in tempo, chi sa se no cosa gli avrebbe fatto. Gli risposi dicendo che avevamo sbandato fuori strada finendo addosso a un pino. Volevo alzarmi e andare a vedere come stavano gli altri membri della mia famiglia ma appena mossi la gamba per cercare di alzarmi, l'uomo in giallo mi infilò sul braccio una siringa contenente un qualche tipo di sonnifero( almeno credo che fosse sonnifero) facendomi perdere i sensi. Al mio risveglio mi ritrovai in una stanza bianca, l'unica fonte di luce era una finestra chiusa male, notai che avevo addosso i classici vestiti da ospedale, quelli tutti bianchi. Mi alzai e provai ad aprire la porta della stanza per vedere cosa succedeva fuori; appena la aprii vidi correre tre uomini con tuta antisommossa e con in mano un m4a1. I tre uomini non si accorsero della mia presenza ma rimasi sconvolto quando impugnarono i fucili e li puntarono verso un gruppo di persone per poi freddalle con una raffica di proiettili. Chiusi subito la porta e corsi sul letto impaurito. Erano così tante le domande che avrei voluto fare a chi mi avesse portato in questo posto ma non era il momento di porsele. Presi coraggio e aprii la porta, in giro non c'era nessuno meno male, cominciai a cercare la mia famiglia in quella struttura governato da quelle persone. Stavo correndo verso un corridoio, meno male mi fermai in tempo perché due uomini iniziarono a sparare verso altre persone, caddi a terra dal terrore, avevo paura che appena avrebbero attraversato il corridoio mi avrebbero visto e successivamente freddato come gli altri, ma per fortuna tornarono indietro. Mi nascosi per un po'dietro a un mobile, non sapevo ne dove ero, ne dove fosse la mia famiglia e nemmeno il perché queste guardie stavano uccidendo tutte le persone che trovavano sotto mira, di solito la polizia salvava la gente no la uccideva. Mi alzai ed entrai dentro a una stanza alla mia destra, una volta dentro capii che ero entrato nel magazzino della struttura/ospedale della morte, corsi subito a prendere dei vestiti puliti, la mappa della struttura e visto che c'ero, il coltello con cui avevo ucciso quei due infetti nel bosco. Guardai la mappa, mi confermò che mi trovavo dentro a un ospedale, più precisamente all'ospedale di Atlanta, mi trovavo nel blocco D, l'uscita più vicina si trovava nel blocco A, perciò dovevo attraversare tutto il blocco B e C con le guardie e forse con altro alle spalle. Non mi dimenticai di cercare la mia famiglia, infatti appena uscito dal magazzino, ispezionai stanza per stanza grazie all'aiuto della mappa. Stavo perdendo le speranze di ritrovare la mia famiglia, ma prima di arrendermi sentii il gemito di una bambina piccola, era uguale al pianto della mia sorella Electra, corsi verso la stanza da dove proveniva il lamento. Aprii la porta di scatto, grazie a dio era davvero Elettra, l'avevano rinchiusa dentro una stanza, mi avvicinai verso di lei per prenderla in collo ma sentii un rumore provenire dall'armadio della stanza. Presi il coltello in mano e intimai a chiunque si trovasse lì dentro di uscire con le mani alzate. Uscì una donna, molto probabilmente era una infermiera addetta a Electra; raccontò che degli uomini armati avevano fatto irruzione nell'ospedale uccidendo tutte le persone che vedessero, lei per paura di essere uccisa si era nascosta dentro l'armadio. Gli chiesi come si chiamasse, lei rispose Beth, dopo la invitai a unirsi a me per cercare di uscire da questo posto, lei ovviamente accettò. Appena lei si alzo entrò una delle guardie, credo che volesse ucciderci tutti quanti compreso la piccola Elettra, senza sapere di ciò che facevo, presi il coltello e mi voltai di scatto verso la guardia, gli conficcai il coltello nella gola tagliandogliela, cominciò a perdere molto sangue fini a cadere a terra. Non so dove avessi preso tutta questa forza per fare una cosa del genere ma sapevo di aver fatto la cosa giusta per tutti. Dopo avergli preso tutte le armi che aveva, Beth prese in collo Elettra e cominciammo a correre verso l'uscita. Dopo aver attraversato tutto il blocco B e C, arrivammo al blocco A, eravamo a pochi passi dall'uscita quando una voce di un uomo ci intimò di fermarci e di mettere le mani sopra la testa. Ubbidii all'istante gettando l'arma per terra, appena ci disse di girarci presi il coltello che tenevo nascosto nella manica destra e lo assalii senza pensare chi fosse, me ne pentii poco dopo.

FEAR POST:THE BEGINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora