Anaconda 6.0 - Flesh

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Brevi note iniziali: ringrazio tutti quelli che mi hanno spronato a scrivere un seguito di questa OS. Era stata scritta e, poi, pubblicata per gioco e ho amato tanto la stesura della prima parte. Non pensavo, quindi, di arrivare, addirittura, a scrivere una sesta parte e spero vi piaccia un pochino, come le precedenti, dato che... ebbene sì, è l'ultima.
Mi sembrava giusto porre fine alle sofferenze di Louis, sebbene questo sia il mio preferito tra tutti quelli che ho creato, e poi tirarla troppo per le lunghe l'avrebbe distrutta, quindi ecco qui, l'ultima parte di questa storia tragicomicoerotica (?).

La canzone di riferimento non ha un video ufficiale, quindi ho inventato tutto basandomi sul testo. Si intitola Flesh e la canta Simon Curtis. Da ciò che ho scritto penso sarà abbastanza chiaro anche voi che il testo è alquanto esplicito ma, se avete voglia di ascoltarla, aprite youtube.
Vi ringrazio nuovamente e vi auguro buona lettura.
(Sigh, mi dispiace salutare questi Larry per sempre :( ).
xx  




Stamattina ho incontrato un ragazzo che mi ha raccontato una storia strana.
Mi ha detto di aver ricevuto una proposta da una casa editrice per tramutare in libro la storia della sua vita.
Nei miei primi passi infelici nel mondo ancora più infelice dei modelli convinti, lui era stato con me, con fare esperto, a guidarmi, mentre Zayn mi lanciava a calci in culo fuori di casa e il mio agente faceva le sue veci una volta in studio.
Mi sono chiesto cosa avesse di tanto interessante da raccontare, poi sono rabbrividito quando è sceso nei dettagli senza che glielo chiedessi, e ho bevuto tutto il mio intruglio alla frutta in un sorso. Al diavolo le congestioni alle nove del mattino!

Io non lo volevo fare questo lavoro, lo sapete già per quante volte l'ho ripetuto.
Io non volevo niente di tutto questo, sono stanco, lo ero e penso che lo sarò per sempre.
Però adesso mi sto domandando perché nessuno ha chiesto a me di tramutare la mia storia in libro? Cavolo, non vi sembra giusto che tutti diventino partecipi delle mie tragedie e non solo voi vocine nel mio cervello?
Sono sicuro che sarete d'accordo con me, in fondo lo siete sempre.
Lo intitolerei "come conoscere la tua ossessione può cambiarti la vita."
Sarebbe un'ottima scusa per rivederla, la mia ossessione, per averla addosso mentre mi minaccia in tutti i modi affinché non pubblichi niente, per averla addosso e... e basta, solo per averla addosso.
Sento già il suono della sua voce, il suo fiato sul collo, il suo sguardo assassino... no, non è vero, tacete, non è assolutamente vero che non devo sforzarmi, ho smesso di sognarlo tutte le notti, ve lo giuro.
Sì, perché adesso lo vedo anche ad occhi aperti, è questo il problema.
Ok, magari il libro lo intitolerei "ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo."
Ma se questo ha un nome, un cognome, un corpo incommentabile e ti fa venire anche solo con lo sguardo, esattamente, come lo risolvi? In questo momento sono eccitato solo al pensiero di lui che mi urla contro e lo so che dico le stesse cose da mesi, fatelo scrivere a me un libro, che devo sfogarmi!

"Secondo me presto dovremo internarti."
Ormai Zayn parla sempre al plurale da quando lui e Liam vivono in simbiosi manco l'uno fosse il prolungamento dell'altro. Avevo detto di essere molto felice per il mio amico ma, beh, mentivo. Mentivo spudoratamente perché in realtà sono invidioso e mi verrebbe voglia di spaccarmi la testa contro il muro ogni secondo che chiudo gli occhi e lo vedo, perché tanto poi li riapro e lo vedo lo stesso, anche se per una frazione di secondo.
"Mi sorprende che non ci abbia già pensato da solo." Oppure le vocine nel mio cervello che mi ascoltano sempre ma la neuro ancora non la chiamano.
E li noto che si scambiano l'ennesimo sguardo di intesa, perché so già cosa stanno per chiedermi, rigorosamente in coro.
"Da quanto tempo non lo vedi?"
Ufficialmente da tre mesi, sei giorni e dieci ore, ufficiosamente da ieri.
"Non lo so" gli rispondo, e loro si accigliano pure nello stesso modo per farmi capire che, ovviamente, non mi credono affatto.
Vi starete chiedendo perché 'ufficiosamente' e vi rispondo subito: ho scoperto dove va a fare palestra. Per puro caso, ma l'ho scoperto, e ieri ho avuto la sfortuna di vederlo uscire. A quanto pare gli piace lo yoga e adesso capisco tante cose e mi sta venendo ancora più duro perché era sudato e aveva le labbra gonfie, tanto che mi sono chiesto se avesse qualcuno che gli regala piacere anche lì o se è rimasto illibato per me.

Perché mi ha detto che gli piaccio, e se fosse vero dovrei esserci solo io nei suoi pensieri in quel senso, non ho ragione?

"Tommo, guardami in faccia e ripetimi da quanto tempo non lo vedi" mi distrae Liam, mentre Zayn gli dà una pacca sulla spalla e inizia a guardarmi a sua volta.
Sbuffo rassegnato, a questi due non sfugge niente, ormai, e lo ammetto "troppo tempo, ragazzi, non lo vedo da troppo tempo."
Beh, più o meno.
"Ok, spiegami le cose come se fossi un bambino di sei anni, Tommo, prima che prenda sia te che Zayn a schiaffi: esattamente per quale motivo tu e Harry non state ufficialmente insieme?"
Se avessi avuto qualcosa in mano mi sarebbe sicuramente caduta a terra, anzi no, si sarebbe proprio frantumata creando un solco nel suolo dal quale avrei sentito provenire urla disumane.
Stare insieme?
Io e lui?
Per giunta ufficialmente?
"Tu non sai di cosa, o meglio, di chi stai parlando" gli dico appunto, perché devo anche autoconvincermi ad eliminare questa opzione dalla mia testa, altrimenti l'aggiungerò solo agli altri motivi per cui Harry Styles non mi fa dormire la notte.
"Proprio perché non lo so mi piacerebbe che me lo spiegassi, perché vedi... Zayn non è bravo in queste cose."
Oh, lo so fin troppo bene, mi prende per il culo e mi commisera da sempre! Non che faccia male, però adesso potrebbe anche smetterla, ecco!
Zayn, di rimando, sbuffa alzando gli occhi al cielo e si allontana per svanire chissà dove mentre Liam si volta preoccupato verso di lui. Ci manca solo discutano a causa mia e poi posso davvero internarmi come mi hanno consigliato.
Io mi rassegno a dire ad alta voce la dura realtà e mi auguro che Liam non chieda oltre quando "io lo amo, e lui mi ha detto che gli piaccio. Penso di dovermelo far bastare, ecco tutto."
E no, dirlo ad alta voce non mi fa sentire meglio, mi fa sentire più stupido, patetico e solo di prima.
Liam, per mia fortuna, non dice niente, si limita a guardarmi imbronciato (grazie tante, ci mancavi giusto tu) e a raggiungere il suo ragazzo.
Bravi, lasciatemi solo col mio dolore ed evitatemi le vostre smancerie.
Ho bisogno di una birra e di prendere una boccata d'aria perché tra poco inizierò ad urlare senza un motivo, me lo sento.

Vi ricordate che una volta correvo? Dopo un breve periodo di pausa, come ben ricorderete (forse. Oh dai, lo so che non avete altro a cui pensare), ho ripreso a pieno ritmo e quindi adesso ne approfitto e, anche se non sono esattamente in forma, inizio ad aumentare la velocità.
E' una corsa di quelle poco impegnative, la mia, e ve lo giuro, non l'ho fatto apposta: sono di nuovo davanti quella palestra.
Rallento qualche secondo fino a quasi fermarmi, immaginando la scena di un me stesso che entra spavaldo chiedendo del suo uomo o, peggio ancora, che si mette di fianco a lui a fare esercizi per vedere quanto ci mette ad irritarsi.
Rido da solo per questa idea malsana perché a che punto mi ha portato quel maledetto se non riesco nemmeno ad essere più padrone dei miei pensieri?
Scuoto il capo cercando di fingere tranquillità e sto per riprendere la corsa quando "sapevo saresti tornato" sento alle mie spalle, e le ginocchia non mi reggono più.

Sono a terra come un idiota e ancora non è entrato nel mio campo visivo eppure so che c'è, riconoscerei la sua voce anche in mezzo ad un milione, so quando ho le allucinazioni e quando è tutto reale.
Forse.
"Perché mi segui, Louis Tomlinson?"
Perché mi chiami ancora in questo modo così formale dopo che ti ho scopato in ogni posizione praticabile?
"Non ti seguo" gli rispondo, dandogli ancora le spalle, cercando al solito l'aria che la sua ingombrante presenza mi ha portato via come tutte le volte. Mi attaccherei ad una sua gamba, altro che non seguirlo.
"Vuoi dirmi che sei fermo davanti alla mia palestra per il secondo giorno consecutivo per puro caso? Girati, almeno, quando ti parlo!"
Niente, mi eccita quando mi dà ordini. Più di quanto mi ecciti il semplice suono della sua voce, intendo.

Ma non è una novità neanche questa.

Mi volto lentamente, quasi come se dovessi fronteggiare il mio peggior nemico che mi ha appena condannato a morte. Mi volto e respiro piano quando, incontrando quei suoi ipnotici pozzi verdi, ripeto "non ti seguo" con un tono che sembra più da lui che da me.
Oh dio quanto mi era mancato il suo viso, e i suoi occhi liquidi, e quel ghigno incazzato che mi riserva sempre. Vorrei già baciargli tutto, ma devo trattenermi, ho ancora un barlume di dignità da qualche parte, l'ho recuperato standogli lontano anche se non sembrava molto d'accordo.
La voglia di correre mi è passata, visto che non posso baciarlo perché lui non me lo permetterebbe, voglio solo sparire da lì, ma "dove pensi di andare?" mi chiede sornione e io mi sento stanco, stanco di essere così alla mercé della sua persona, stanco di non poterlo avere, stanco di vederlo divertirsi in questo modo con me.
"Non sono affari tuoi, Harry" provo a dire, superandolo, ma lui mi arpiona un braccio e, ad un palmo dal mio viso, mi dice "tutto ciò che ti riguarda è affar mio, ormai, Lou."
Ammetto di essermi spaventato e, per questo motivo, ho deglutito, voltandomi verso di lui, come a volergli mostrare il mio stato. Lui, di rimando, accenna un sorriso e inizia a fissarmi le labbra prima di inumidirsi le proprie e lasciarmi andare.
"Sono in ritardo" mi informa, "ci sentiamo presto, Lou." Ed entra in palestra.
Non ho nemmeno fatto caso a come fosse vestito, ai quei pantaloncini che gli lasciavano le gambe magre scoperte e a quanto sembrasse un ragazzino con quel felpone enorme.
Non ci ho fatto caso perché non mi andava di avere un'erezione in mezzo alla strada e così all'improvviso.
Sì, ho appena detto che sembrava un ragazzino, ma vi ho già spiegato che voi non lo conoscete, siete solo delle voci nella mia testa e se poteste vederlo capireste... forse, perché io non ci capisco più niente, ormai.
Sono quasi tentato di seguirlo ed informarmi sui prezzi per un corso di yoga, possibilmente lo stesso che segue lui, ma poi il mio barlume di dignità prende il sopravvento e mi fa girare i tacchi e sparire.

Ho bisogno di un'altra birra.

"Tre mesi, tre settimane, undici ore e quaranta minuti" è la mia risposta, quando Zayn mi pone di nuovo quella domanda, e sono quasi fiero mentre glielo dico.
"Ho appena deciso: ti faccio internare se non ti dai una mossa quando ti ricontatterà."
Deglutisco il nulla e cerco di cambiare discorso chiedendo "E Liam dov'è?" come se fossi davvero interessato, quando invece vorrei sparisse anche lui.
"Con Niall, sai quel suo nuovo collega? L'irlandese."
Ah sì, l'impiccione che non sta zitto un attimo, probabilmente Harry lo odierebbe più di quanto odia me se lo conoscesse.

"Mi piaci."

No. Anche le allucinazioni uditive no, mi sembra si stia esagerando, qui.
"Dovresti venire con noi, stasera, Tommo, questa tua lenta ed inesorabile trasformazione in un monaco tibetano mi preoccupa."
Gli lancio un cuscino del divano addosso, incurante del fatto che avesse la sigaretta in mano e potesse cadere a terra incendiando tutto.
Magari tra i vigili del fuoco troverei il mio tipo e inizierei ad avere uno scopamico o, meglio, un vero e proprio fidanzato che sia normale e non mi faccia parlare da solo in questo modo tutto il giorno.
Ma cosa sto dicendo, qualcuno mi aiuti.

"Tommo, mi hai sentito?" Forte e chiaro, ti sto solo ignorando.
"E se ti dicessi che Niall conosce Harry?"
Che cazzo dici.
Queste notizie così a bruciapelo.
Niall parla troppo per essere amico di Harry.
Ma forse lui non se lo scop... ah.
"In che senso, scusami" sono tordo, parla piano.
"Non in quello che temi tu, stai tranquillo, Niall è etero tanto quanto io e te siamo gay." E sghignazza pure, ma cosa ci sarà mai da sghignazzare!

Dieci minuti dopo siamo in auto direzione casa di Niall a raccattare lui e Liam per andare in un non ben identificato locale in centro.
Si vede che non esco da mesi, non lo avevo nemmeno mai sentito nominare.

Il desiderio di uccidermi inizia a sfiorarmi dopo nemmeno mezz'ora che sono lì dentro, tra Zayn e Liam che non la smettono di flirtare senza un motivo logico e Niall che ride per tutto e ha sempre un aneddoto da raccontare.
Come posso indirizzarlo verso l'unico argomento che mi interessa senza dare troppo nell'occhio?
"Sai che Tommo lavora per Harry Styles?" Grazie Liam, ma potevi essere meno diretto.
Il desiderio di uccidermi aumenta perché Niall non mi fa parlare per dei minuti che paiono giorni, perché "non l'ho mai visto ridere", "non so quante volte ha minacciato di staccarmi la lingua a morsi" e altre cose che immaginavo già.
Come fare a chiedere ad un soggetto simile se sta con qualcuno?
Come fare a smetterla di essere così patetico?

"No, aspetta un attimo... Tommo sta per Tomlinson, vero?"
Eppure mi pareva di essermi presentato subito. Forse è talmente stordito dal suono della sua stessa voce da ignorare quella degli altri, ecco perché ride in continuazione.
Harry, in questo ti appoggio.
Solo in questo, certo.
Oh, insomma, basta!

"Sì, ovvio, perché?" Mai fare certe domande quando si ha palese terrore della risposta.
"Ho provato solo una volta a fare il tuo nome in sua presenza e, credimi, non l'ho mai visto così sulla difensiva, nemmeno con quel coglione del suo ex."
Ex.
Ex.
E' l'unica parola che ho percepito in tutto quel blaterare, anche perché non faccio in tempo ad assimilarla che lui continua e qualcuno lo abbatta prima che mi faccia uscire pazzo.
"Io glielo dicevo sempre che erano incompatibili ma, se lavori con lui sai com'è fatto, sia mai che si provi a contraddirlo, anche quando fa cazzate. Adesso è con te che sta, vero?"
Il silenzio cala sul nostro tavolo mentre io valuto quale possa essere il miglior oggetto per tagliarmi le vene e farla finalmente finita. Non posso nemmeno sputare fingendo di aver capito perché non sto bevendo e "COSA?" riesco solo a rispondere, sbattendo gli occhi cento volte prima di "COSA?" ripetere ancora.
"Guarda che non c'è niente di cui vergognarsi, siamo tra amici, non sono un pettegolo, capisco che la situazione sia particolare perché lui è il tuo capo, ma..."
Dio, ma non gli si attorciglia mai la lingua?
"Ehi Horan, stai calmino, hai frainteso tutto, io e Harry non stiamo insieme."
"No certo, sei solo innamorato perso di lui, lo noterebbe anche un cieco, Tommo, posso chiamarti Tommo, vero? E..."
E adesso basta.
Mi sento strumentalizzato.
Un po' di affaracci suoi potrebbe anche farseli questo biondo irlandese, mi basto io a ricordarmi quanto sia triste la mia situazione.
"No, non puoi chiamarmi Tommo e ora, se non vi dispiace, me ne andrei."
Liam e Zayn, che non si erano intromessi nella conversazione (come se non sapessi che Niall avesse scoperto quelle cose da loro, me la pagheranno), hanno provato a protestare, ma credo che il mio sguardo assassino gli sia servito per capire che era inutile.
Torno a casa e mi faccio una sega.
O forse due.
Non lo so, sta di fatto che mi sono addormentato con la mano tra le gambe e... NO.

Il mio cellulare torna rovente dopo circa una settimana da quella triste serata. Liam, come al solito, è venuto a fare il paciere almeno tre volte anche a nome del suo ragazzo cagasotto e io avevo ben altri problemi per poter pensare anche a loro. Li ho perdonati, almeno ero riuscito a sapere l'unica cosa che mi interessava: Harry non stava con nessuno. E chissà se ogni tanto mi pensava.
Perché io lo pensavo abbastanza per entrambi e cominciavo ad essere esausto.
Prima di rispondere sbuffo e alzo le spalle tranquillo, dato che la suoneria aveva preannunciato fosse il mio agente che non mi perseguitava più da davvero troppo tempo per essere normale.
Non lavoravo da un po' perché non c'erano campagne degne del mio nome, dicevano, nessuno mi chiamava se non per cose di alto livello, ed era tutto merito di Harry Styles. Avevano paura che il coinvolgermi in qualcosa che non gli piacesse potesse irritarlo e io pensavo ogni volta a quanto potesse essere influente il suo nome in quell'ambiente, a se avesse mai avuto voglia di distruggere qualcuno. Se avesse mai avuto voglia di farlo con me.
Distruggermi, intendo.
"Finirò col darmi alle nuove leve se andremo avanti così" esordisce, lasciandomi perplesso, ma non dico una parola.
"Non restare in silenzio, tra te e lui non so chi mi farà uscire pazzo prima, probabilmente lui, perché con te ormai ci ho fatto l'abitudine!"
Sentite, io vi odio quando non mi spiegate le cose, che diavolo sta succedendo?
Glielo chiedo e forse era meglio non farlo, forse questa era l'occasione buona per dire che mi ritiravo tra i monaci tibetani o in una clinica dove fanno il lavaggio del cervello perché "vuole far parte del prossimo video" non mi sembra una risposta accettabile.

In che senso.
Ma così ci scopriranno.
E che fine ha fatto il rispetto per se stesso?
Dio, mi ritiene così importante?
No, ma magari vuole partecipare al mio posto.
Ma cosa sto dicendo, così lo brucio perché di guardarlo addosso ad altri non se ne parla proprio!

"E... sì, insomma... quale... quale sarebbe il problema?" provo a dire balbettando, col cuore in gola e lo stomaco che si contorce e mi urla LO SAI QUALE SAREBBE come se potesse parlare.
"Basta, dopo questo impiego mi licenzio, trovati un altro agente, Louis!" E mi sbatte il telefono in faccia.
Qui il mondo sta iniziando davvero ad andare al contrario, non so se voglio darmi un pizzicotto e svegliarmi perché, con la sfiga che ho, scoprirei che effettivamente stavo sognando e che in realtà Harry ancora si diverte a torturarmi senza cuore e il mio agente non urla. E soprattutto mi rimarrebbe un mega livido per il pizzico.
Poi torno un attimo a ragionare e quel coglione mi ha chiuso il telefono in faccia senza darmi ulteriori e fondamentali spiegazioni: dove, quando e perché.
Quanta è stata forte la botta che ha preso Harry? Dove l'avrà presa? Sicuramente in palestra, sto già andando a denunciarli per negligenza.
Internatemi, vi prego!

Richiamo il mio agente, risoluto, cercando di posizionarmi davanti ad uno specchio per acquistare un'aria professionale completamente inutile con lui e procedo con le domande.
"Non mi hai spiegato un cazzo. Che dovremmo fare? Dove e quando? O devo aspettare mi chiamino, come al solito, i suoi uomini ors... ehm, i suoi assistenti per sapere qualcosa?"
Che poi almeno sarei più calmo e non lancerei il telefono al muro, perché saprei già cosa vogliono.
"Lo sai che funziona così, con lui. Aspettati una chiamata, se non oggi, sicuramente domani." E chiude di nuovo. Sembrava proprio esasperato, perché quando mai qualcuno pensa a me.
Guardo il telefono come se fosse un'arma assassina e, dopo un po', lo lascio sul tavolino di fronte al divano, perché sono calmissimo e non sto affatto vivendo nell'ansia di sapere cosa dovrò fare questa volta.
No, affatto.
Infatti quello squilla circa un'ora dopo, quando ero ormai mezzo addormentato e forse stavo anche sbavando. Sai che novità, quello è IL divano, e il mio subconscio è più bastardo di me.
"Signor Tomlinson, gradiremmo averla in agenzia domattina verso le 10, le va bene?"
Tanto arrivo sempre in anticipo, e poi anche se non mi andasse bene farei finta che non è così, quindi perché lo chiedete?
"Signor Tomlinson, è ancora in linea?"
Annuisco come se potesse vedermi, poi gli rispondo affermativamente e chiudo la chiamata.
Guardo l'orologio e quando realizzo che ci vorranno poco meno di 18 ore a quell'incontro, mi ributto sul divano e finisco di sbavarlo.

Fino alle 7 del mattino.

Non so perché questa volta mi sento più agitato delle altre, in fondo ogni volta che sto per rivederlo la mia reazione è sempre la stessa: non capisco un cazzo.
E invece lo so perché, fingo semplicemente che non esista, perché dai, lui è un regista e, di certo, recita già abbastanza con me per mettersi in discussione davanti al mondo intero.
Non penso di essere così importante, ecco, per lo meno per lui, al di là di tutte le stronzate che mi hanno detto e che lui stesso ha detto.
Perché sono stronzate, ne sono certo.
Sono il suo pupillo, senza di me non riesce a lavorare, gli piaccio, e scopiamo come conigli ma questo non significa niente.
Per lui.
Purtroppo.
E io devo smetterla di parlare da solo, chissà se mai ci riuscirò, giuro che non sono sempre stato così.

La prima cosa che vedo, ovviamente, arrivato nel cortile dell'azienda di Harry, è la sua moto. L'istinto di toccarla e vedere se vi è rimasto qualche residuo di me nonostante siano passati mesi è talmente forte che lo faccio proprio nel momento in cui "sempre inopportuno" sento dire proprio da lui, mentre tengo una mano sul sedile e l'altra sul manubrio. Forse lo stringo anche, mentre deglutisco.
Perché l'ossigeno è sempre così poco quando lui è nei paraggi?
"S-scusa, non volevo tocc- sì, insomma, scusa." E vai!
"Non fa niente, ormai vi conoscete bene" molto bene, grazie, "entriamo che ci stanno aspettando."
Mi poggia una mano enorme tra le scapole e io sento un calore terribile che, paradossalmente, mi fa venire i brividi mentre inizio a camminare.
Ci?
Ma come, non sei tu il capo?
La mia vita è sempre più una menzogna.

"Dunque, Tomlinson, ora che è qui anche lei, volevamo presentarle l'aiuto regista di questo video un po'... particolare che il nostro Harry ha scelto per questo ingaggio."
Io quello lì lo conosco e no, non si occupa di film porno, sarà sicuramente un sosia!
"Ah" mi limito a dire, guardando prima lui, incerto se stringere la sua mano protesa verso di me, e poi Harry che, ovviamente, mi sta fissando compiaciuto e col suo solito ghigno che la dice lunga stampato in faccia.
Ho paura, ho ufficialmente paura.
"Perché un aiuto regista...?" come se non lo sapessi, ennesima domanda idiota, ormai credo di essere famoso per quelle.
"Mi sembrava le fosse stato spiegato che lei e il signor Styles sarete coprotagonisti del video."
Sì, ma avrei preferito fosse uno scherzo e che mi aveste chiamato per questo.
Ok, potrei fingermi morto prima dell'inizio delle riprese.
"Ah" dico ancora "e... che canzone sarebbe, di grazia?" Harry sogghigna sentendomi porre quella domanda, e mi passa un foglio. E' vicino, tremendamente vicino con quella sua giacca scura dai risvolti bianchi, la camicia col fiocco dorato e quei pantaloni che gli fasciano le gambe spalancate in un modo che mi chiedo come faccia a respirare ogni volta. E gli stivali, sono talmente lucidi che pare li abbia comprati dieci minuti fa.
No, non l'ho squadrato, io non le faccio queste cose.
La sua mano anellata sfiora la mia quando mi porge quel foglio, io lo prendo e inizio a leggere.

E penso di essere morto e resuscitato.

"No, aspettate, non... non penso di aver capito bene" mi lamento, non vedendo alcuna via d'uscita.
"Oh, invece hai capito benissimo, Louis Tomlinson" commenta lui, mettendo con zero grazia quella stessa mano anellata di prima sulla mia coscia.
Dio, smettila di mangiarmi con gli occhi.
"Ah." E viva la monotonia!
"E quando... dovremmo iniziare?" Per capire se ho ore o giorni di vita, sapete, per salutare i miei cari.
"Io sono pronto" mi comunica lui, stringendo la mano sulla mia coscia e puntandosi dove sa che io stavo già guardando, "già da un po'. Se lo sarai presto anche tu potremmo iniziare anche oggi stesso."
Presto? Io sono pronto dal momento in cui ti ho visto in cortile, non sottovalutarmi.
Certo, non pensavo di far finire in mondovisione la versione più patetica di me stesso.
Ma poi tu chi sei? Tutta questa calma da dove ti esce? L'hai rubata al mio agente?

Mi alzo dalla sedia risoluto, come a dire sì, ci sto, che poi è proprio così, e mi avvio verso la porta senza dire una parola.
Non sto scappando, ho davvero bisogno d'aria, ma il prolungamento del mio braccio che sembra tanto somigliare a quello di Harry Styles me lo impedisce ed eccolo il suo fiato sul collo.
"Dove credi di andare senza di me?" Da nessuna parte, ormai.
"Vuoi fare pratica senza telecamere?" lo provoco mentre mi si spalma letteralmente addosso e finiamo contro il muro, incuranti della gente presente nella stanza.
"Quello è sicuro" ammicca al mio orecchio, e posso sentire il soffio della sua risata, quando si allontana palpandomi il culo e annunciandomi che "dobbiamo andare nella stanza in fondo al corridoio... se sei pronto, intendo." E sì, sono morto di nuovo. Ormai lo stadio che ho raggiunto è questo.

Credo di aver letto quel testo almeno dieci volte nella mezz'ora che mi hanno concesso per entrare nella parte, come ha detto il pornoregista, come se ci fosse bisogno di entrare nella parte per una cosa del genere.
Quel testo parla di me, sono io, in tutto e per tutto, e lui lo sapeva, ne sono sicuro. Lo sapeva quando ha scelto questa canzone e sono anche certo che quello ad entrare in qualcosa, stavolta, non sarò io.
Oh dio, aiuto, venitemi a salvare!
Ma assolutamente no, non fatelo, lasciatemi morire con Harry Styles addosso, grazie!
Dò l'ok a non so bene chi e mi posiziono, in piedi, ad un angolo di questa stanza asettica con solo un letto messo a caso. Harry è esattamente all'angolo opposto e mi dà le spalle.
Non posso credere che lo stiamo davvero facendo.
Non posso credere che stia andando tutto così liscio.

Mi sento quasi la ragazzina del video di Elastic Heart, solo che non sono così agile e leggiadro quando gli vado incontro con la mia miglior faccia disperata (cioè la mia, quotidiana) e, mimando delle urla miste a pianto, tento di abbracciarlo.
Premetto che non ho idea di cosa debba fare lui, è tutto improvvisato, quindi sono in ansia, quando mi attacco alla sua enorme schiena e lui mi strattona con una forza inaudita e riesce a liberarsi, facendomi cadere.
Il grido di fastidio è inevitabile, ma al pornoregista sembra andare bene, quindi procediamo.

Harry non mi guarda, sempre di spalle, come del resto fa ogni volta che vuole fare il distaccato e io sto soffrendo, nella testa e tra le gambe, sento quella canzone in sottofondo e ho solo voglia di averlo dentro di me. Quindi quasi prendo la rincorsa, come se quella stanza fosse infinita, lo prendo per un braccio, anche male, lui si volta di sfuggita e mi guarda quasi grugnendo, mentre io lo imploro. Oh, i miei occhi, so che li conosce bene, so che sa cosa sto cercando di dirgli in silenzio. Lui sospira, mi guarda qualche secondo, sento qualcuno ridere di gusto ma a bassa voce, ed è in quel momento che Harry mi infila quasi le unghie nella carne e mi volta verso il muro che ha alle spalle. Mi si avventa addosso come un vampiro, tanto da non darmi neanche il tempo di rendermene conto e di raccogliere l'aria necessaria, mentre mi morde il collo e io lancio un urlo di dolore, perché cazzo, mi sta mordendo seriamente.
Quando si stacca, ha le labbra sporche di sangue e... è normale trovarlo bellissimo anche così?
Sono terrorizzato da tutto questo, ma lui adesso mi sta guardando fiero, famelico e quelle labbra sono troppo vicine perché possa ignorarle troppo a lungo.
Sono mesi che non le tocco, sono mesi che mi tocco pensando all'ultima volta che l'ho fatto. Lo bacio e torno a respirare normalmente.
Non mi importa del sapore metallico del mio sangue che sento sulle nostre lingue, né del rivolo che sta scendendo lungo il mio collo (dio, mi ha azzannato seriamente), mi importa solo che le sue labbra siano di nuovo incollate alle mie.
Mi importa solo che anche lui sembra respirare normalmente, con meno agitazione, ora che ci stiamo scambiando ossigeno direttamente dai nostri polmoni.
Sorride, guardandomi di sfuggita e io mi sento svuotato, fin nelle viscere, da quelle fossette profonde.
E' la prima volta che passa tanto tempo senza che si arrabbi con me.

"Stop" dice il pornoregista, mentre noi siamo ancora 'occupati' a restare incollati e lo so che sta pensando il tipo, non osare disturbare Harry Styles. Una cosa comodissima, al momento.
"Ehm, voi due, la state prendendo troppo sul serio" insiste, e che cavolo stai zitto.
Harry, purtroppo, lo sente anche lui e si stacca, mi lascia lì a rincorrere le sue labbra che non si fanno catturare di nuovo e il broncio mi esce in automatico. Lui ride, mentre si pulisce dal sangue e mi chiede scusa per la brutalità. Mi tocco il collo e resto sconcertato, il morso è notevole, non sarà che è un vampiro sul serio? Ho i polpastrelli sporchi di sangue, niente di esagerato, ma una parte è raggrumata più in basso e deglutisco a vuoto per la paura.
Paura di Harry Styles, questa mi mancava proprio.

Ci danno dieci minuti di pausa, durante i quali bevo sette litri di acqua e cerco di non stare troppo vicino ad Harry che, a quanto pare, sembra quasi essersi dimenticato della mia esistenza, dato che non ho la più pallida idea di dove sia finito.
"C'è un cambio di scena, adesso, dovresti spogliarti" mi comunica il pornoregista, di cui a breve cercherò di avere tutte le generalità, perché devo sapere chi mi sta uccidendo così lentamente.
Bevo altri sette litri di acqua.

"La cosa si fa interessante, adesso, Tomlinson" dice, sbucando in tutta la sua perfetta nudità (o quasi, quei boxer mi infastidiscono) da non capisco dove.
Senti, ridammi il mio Harry, avevo appena imparato a gestirlo.
Siamo davanti al letto, un po' pericolanti perché io continuo a tenerlo per un braccio e Harry a divincolarsi, come a voler resistere a qualcosa che, in realtà, vuole anche lui.
"Ti prego" lo imploro a bassissima voce e non so più se sto recitando o sono proprio io, visto che lui finalmente mi guarda, smette di divincolarsi e, per qualche secondo, sembra trattenere il respiro, prima di tirarmi a sé e baciarmi, mordendomi il labbro inferiore.
Credo di sentire un dolore terribile tra le gambe, tra poco esplodo.
E mi ritrovo sul letto, nudo, con solo i boxer a coprire la mia evidentissima erezione, e lui che mi sovrasta, coi suoi tatuaggi in bella vista, le sue spalle larghe che mi coprono del tutto, e le mani che afferrano le mie e le bloccano sulla mia testa.
"Cosa, Louis. Che cosa vuoi?" mi chiede. "Finalmente hai smesso di parlare in continuazione, che ti succede?" continua, e io ho il fiatone, mi sento male, ho il battito del cuore accellerato e lui sembra sentirlo, perché il suo sguardo si fa di nuovo famelico. Mi si avventa contro e io lo ringrazio quando sento le sue labbra marchiarmi il collo in più punti e succhiare lì dov'è ferito. Credo di aver già iniziato ad eiaculare, ma dio ti prego, non far finire mai questa giornata.
"Baciami, Harry. Non mi importa se ci guardano, baciami. Toccami, mordimi, non mi importa più di niente, voglio solo che resti con me."
Sei tornato.

E ce l'ho fatta, altro tassello di dignità andato a farsi fottere, ma diamine, arrivati a questo punto direi che posso anche smetterla di farmi problemi, no?

"Non vado da nessuna parte" mi informa, prima di bloccare qualsiasi mia possibile risposta con le sue labbra. Vorrei poterle incollare alle mie se fosse possibile.
Mentre sento la sua lingua contro la mia, cerco di non pensare a quelle parole. Non le ha dette davvero, stava sicuramente recitando.
Sì, dev'essere per forza così.
Si stacca un attimo per prendere fiato, e io lo guardo con gli occhi liquidi, notando nei suoi la stessa situazione. "Baciami, Lou, ti prego."
Esattamente che cosa stiamo facendo, già da un po'?
Obbedisco alla richiesta e mi sporgo verso di lui e quelle labbra carnose che, non ce la faccio, ci muoio sopra ogni volta. Sanno di fragola e menta anche dopo essere state marchiate dal mio sangue e dalla mia saliva e ho dolore laggiù e "tu toccami" ansimo sulle sue labbra, che gli mordo forte, sperando di far uscire del sangue. Lui ride quando nota che non riesco nell'impresa, non che poi volessi riuscirci veramente.
"Lou" sobbalza, pur avendo iniziato a scendere con la mano lungo il mio ventre. Gli faccio un sorriso sornione e "Harry Styles si vergogna?" Ed è in quel momento che sento una specie di click e lì capisco, le riprese sono finite, adesso siamo solo noi due più guardoni annessi.
Spero se ne vadano, sinceramente, perché da qui, io, non me ne vado di sicuro.
"Voglio guardarti ancora un po'" mi dice, facendomi arrossire, "sei così bello, è quasi fastidioso."
No, aspetta, non rubarmi le battute, ehi.
"Sei tu ad essere bellissimo, ma questo già lo sai" gli confesso, quando sento la sua mano tra le mie gambe e nei miei boxer, ad impugnare la mia erezione tremendamente bisognosa di attenzioni. Gemo al contatto, e lui affonda su e giù accarezzandomela, mentre mi bacia di nuovo il collo, la mascella, le labbra, per poi scendere verso il ventre.
"Ti voglio, Lou, sono stanco. Tanto stanco."
Di cosa? Questo non riesco a capirlo, inarco la schiena e gli permetto di togliermi quell'unico ingombrante indumento e di prendere il mio membro in bocca.
Le sue labbra, le lascerei incollate anche lì, se si potesse.
"Oh cristo, Harry, mi sei mancato da morire" esclamo, gettando la testa all'indietro, quasi balbettando tra una parola e l'altra, mentre gli scopo quella bocca di rosa così delicata e profumata. Ero talmente al limite da ore che sono esploso in maniera vergognosa quasi subito, ma lui non sembra lamentarsene, si libera e, con la stessa mano che mi aveva accarezzato, mi infila senza alcuna grazia due dita nella mia apertura. Credo di aver soffocato un urlo perché non me lo aspettavo.
"Impossibile, a me sei mancato di più, ed è una sensazione che non mi è piaciuta per niente. A me non manca mai niente, non... non sono abituato" grugnisce quasi e questi sprazzi del lui che conosco che riappaiono mi mettono ansia e disperazione.
Non riesco a rispondere, mentre mi sforbicia dentro per qualche altro secondo. Le tira fuori e poi le rimette proprio quando riesco a prendere un po' di fiato per dirgli "puoi... ah, puoi avermi, Harry, tutti i giorni, se vuoi. Lo sai." Come tutti, che dipendo dalla sua persona.
Lui annuisce, si blocca e quello sguardo no, è troppo presto per quello, non volevo farti arrabbiare, per favore, non mi cacciare.
"Lo so" dice soltanto, entrandomi dentro tutto d'un colpo. Nel farlo, trovandoci di traverso sul letto, mi spinge all'indietro, finisco per cadere, con lui sopra di me, e ci teniamo la testa con le mani a proteggerci a vicenda. Quasi piango quando realizzo la reazione automatica di entrambi.
Il dolore alla schiena passa in secondo piano se lui è ancora attaccato a me, in tutti i sensi.
Mi sta guardando in un modo che, giuro, credo di non avergli mai visto e non osate togliermi da questo sogno, è il più bello che sto vivendo e penso di meritarmela una gioia.
Mi sta guardando, le labbra gli tremano, mentre ha ancora le mani a proteggermi la testa, probabilmente le ha sbattute violentemente ma non ha emanato un suono.
Uomo di ghiaccio.
"Ti amo, Lou. Io... oh dio, non posso credere di averlo detto veramente. Io... voglio averti, Lou, sempre. Posso, vero?"
Io sono fermo alle prime due parole.
Sicuramente nella caduta ho preso una botta, non è possibile che io le abbia sentite sul serio.
"Giorno e notte, Harry. Ogni notte e ogni giorno, anche quando sarai arrabbiato e scontroso, io..." e un'altra spinta mi ricorda della sua presenza ingombrante dentro di me, delle sue labbra che, adesso, stanno giocando sul mio petto, delle mie mani, che gli tengono strette le spalle come a temere che possa svanire.
Non so chi sia questo Harry o chi fosse quello che ho conosciuto secoli fa, ma ne amo ogni sfaccettatura e "ti prego, continua" riesco a dirgli, allargando di più le gambe, porgendogli il collo che ama così tanto mordere.
"Ti prego" insisto, scendendo lungo la spina dorsale, arrivando a fatica alle sue natiche sode, morbide come un batuffolo di cotone, prima di venire sul mio petto e sentirlo gemere piano mentre si alza quel tanto che basta per prendere il mio liquido tra le mani e porgerlo sulle mie labbra e baciarle.
Sogghigna di nuovo, è serio, forse fiero, e io non ci credo, sono sfinito.
Sento che sto per svenire per questo misto di sapori e forse lo faccio, perché quando rinvengo lui è di fianco a me, con una mano sulla mia guancia e una gamba attorcigliata alle mie.
Mi sta guardando teneramente e io sono di nuovo preoccupato perché non sono abituato, oggi troppe cose nuove per me, devo un attimo capire in che dimensione spazio-temporale mi trovo.
Non vorrei abituarmi troppo e cullarmi su qualcosa che, in realtà, è fasullo perché questa è esattamente la rappresentazione della realtà come la vorrei e no, non voglio svegliarmi.

Assaporarla e poi perderla sarebbe peggio di non averla vissuta affatto.

"E'... è tardi. Meglio che vada" annuncio, come da copione. Provo ad alzarmi, ma lui usa il suo peso per tenermi a terra e "no" dice, "no, Lou. Stavolta non andrai da nessuna parte. Non senza di me."
Sto ancora sognando.
"Stavolta andremo a casa insieme."
Lasciatemi qui, vi ho voluto bene, non ho più bisogno di voi.  

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