Anaconda 3.0 - Beauty & The Beat

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Smetterla.
Louis devi smetterla.
Sì, certo, perché pensate sia bastato averlo rivisto, pensate sia bastata la consapevolezza che tanto, ogni volta, finiamo per scopare.
Pensate che abbia smesso di contare i giorni.
No.
Non ho smesso proprio per niente.
L'unica cosa che ho smesso di fare è stata negarmi quando mi si proponevano nuovi ingaggi.
E' stata la pessima consapevolezza, magari in parte errata, che anche lui mi volesse.
Che volete farci, lo sapete che sono patetico.
Due mesi, quattro giorni e tre ore e la mia vita era talmente piena di impegni che, se fossi stato una persona normale, non avrei avuto il tempo di pensare a lui.
Ma io non sono normale, e a lui pensavo continuamente.
Quando iniziavo uno shooting e il fotografo mi faceva l'occhiolino dopo un ottimo scatto.
Quando lo finivo e mi davano il book.
Quando tornavo a casa e tentavo di mangiare poco perché altrimenti addio lavoro.
Quando mi infilavo nel letto e poi le mani nelle mutande.
Ci pensavo continuamente.

Zayn ormai condivideva l'appartamento con me solo perché gli conveniva per le spese, aveva trovato un fidanzato e aveva iniziato ad arrogarsi il diritto di darmi consigli sulle relazioni.
Non aveva proprio idea di cosa stesse parlando, di cosa stessi passando.
Il fatto è che io non volevo Harry Styles come fidanzato, mi sarei talmente vergognato di circolare al suo fianco che non avrei retto a lungo, ammesso che ce l'avesse fatta lui.
Conoscendolo, non gli sarà sfiorata l'idea nemmeno per un secondo.
Conoscendolo, adesso sarà sicuramente occupato ad intimorire qualcun altro, perché non ci credo di essere l'unico ad aver ceduto, è talmente bello da vedere e da toccare che bisognerebbe essere pazzi per resistergli.
In effetti, ora che ci penso, vorrei tanto incontrare le persone che mi hanno permesso di conoscerlo, perché le coincidenze esistono, ho iniziato a crederci quel giorno di quasi sei mesi fa, quando incontrai il suo sguardo per la prima volta.
Da un lato capivo perché fossero fuggiti prima dell'irreparabile.
Forse io ero solo un debole.
Forse lo sono ancora.
Ok... senza il forse.

"Mentre tu stai qui in attesa di un miracolo, io esco con Liam, non aspettarmi."
Ormai Zayn mi diceva questa frase un giorno sì e uno no, come a sottolineare che lui avesse una vita sessuale attiva e felice, mentre io la condividevo solo con la mia mano destra.
Mica era colpa mia se Harry sembrava non avere più bisogno di me!

Tre mesi e mezzo.
Il mio agente mi aveva fatto notare come fossi troppo magro per nuovi shooting e mi aveva suggerito una veloce dieta ingrassante che avrebbe impiegato una settimana o due per fare effetto.
Io non mi vedevo così magro come asseriva, ma era lui a decidere i miei ingaggi e, se non gli andavo bene per nessuno, tanto valeva obbedirgli, mi mancavano gli hamburger e le patatine fritte.
"Non esagerare" mi dice al telefono, mentre entro in un Mc Donald's di Oxford Street.
Ordinando un mc chicken menu, mi siedo poi tranquillo in un tavolo attaccato al muro, proprio di fronte alle vetrate che danno sulla strada.
Mi piace guardare la gente che passeggia, un po' meno quando quasi mi fa strozzare con la coca cola che sto bevendo.
Chi cazzo è quello che gli tiene una mano sul culo?
Sbatto le ciglia più volte credendo di stare sognando, perché di certo non mi aspettavo di vederlo così all'improvviso.
Eppure è lui: solito cappello nero con la piuma, occhiali scuri, i ricci sempre più lunghi che gli cadono disordinati sulle spalle, e una delle sue improbabili camicie su skinny jeans neri e gli immancabili stivali di camoscio.
Harry Styles è dall'altra parte della strada (e io non l'ho affatto squadrato) con un tizio assurdamente più alto di lui che gli sta arpionando il culo facendolo ridere, e il mio unico pensiero è di lasciare il mio panino, correre da lui e chiedergli se, nel frattempo, ha stracciato il contratto che avevo firmato.
No, non gli avrei mai chiesto di quel tipo, mica è il mio ragazzo, non ho l'esclusiva.
Beh, nella mia testa ce l'ho.
Volete sapere la cosa più esilarante di tutto questo? Che nel momento in cui ho tirato fuori tutti questi pensieri, loro erano già scomparsi dalla mia visuale.
Patetico, vero?

Torno a casa dopo un'infruttuosa passeggiata e mi accascio letteralmente sul divano, ho la testa che mi scoppia.
Mi addormento all'istante e vengo svegliato dall'incessante squillare del mio cellulare.
Ho messo una suoneria diversa per identificare il mio agente, gli assistenti/collaboratori/quel che cazzo sono di Harry e i miei amici, così quando sento la prima suoneria trattengo un insulto borioso e rispondo.
"Metti subito su Itv1!"
"Buonasera anche a te, eh!"
"Louis, sbrigati, sta per finire!"
Ma cos-
Accendo la tv facendo non poca fatica a trovare il telecomando, scivolato tra i guanciali del divano, metto itv1 e lancio un urlo non proprio virile.
Mi cade il telecomando, il telefono si rovescia a terra e io temo si sia rotto, ma sento ancora la voce del mio agente, quindi è intatto, mentre guardo fisso quegli occhi sullo schermo.
Purtroppo sono già ai ringraziamenti e io non ho idea di cosa sia successo.
Riprendo il telefono e il mio agente bofonchia robe del tipo "ha finalmente ammesso pubblicamente di avere un'esclusiva con te, ha fatto il tuo nome, diventerai famoso sul serio, non sei contento?"

Ma che cazzo dice.
E' la mia fine.

"Quindi sarà per questo che in tre mesi e mezzo non mi ha calcolato di striscio, capisco."
"Ma che dici, Lou, dovresti cogliere la palla al balzo, adesso tutti vorranno conoscere il pupillo di Harry Styles!"

Io invece non voglio conoscere nessuno, mi è bastato lui.

"Mi stai ascoltando?" continua quell'altro. Io mi limito a dire sì, ma poi chiudo la comunicazione e vado a cercare una birra nel frigo.

Neanche cinque minuti dopo, il mio telefono riprende a squillare, stavolta è la terza suoneria e sono quasi certo sia Zayn pronto a prendermi per il culo. Non mi sbaglio, infatti.
Dieci minuti di conversazione dove ho avuto anche il tempo di parlare e farmi sfottere dal suo ragazzo, che il telefono risquilla.
Per poco non mi cade la lattina a terra, ma devo rispondere.
"Il signor Styles gradirebbe sapere se ha impegni urgenti nei prossimi tre giorni."
Aspetta che non ricordo nemmeno come mi chiamo, in questo momento.
"No, non ne ho" rispondo, cercando di sembrare serio e professionale.
"Bene, allora la aspettiamo domattina, seguiranno comunicazioni per gli orari, ricorda dove si trova la nostra sede, vero?"
Rispondo con un semplice sì e la conversazione finisce.
Fisso lo schermo del cellulare come se temessi che a breve ne possa uscire un mostro, prima di poggiarlo sul tavolo e finisco la mia birra.
Nello stesso istante, mi arriva un messaggio: "La aspettiamo alle 11, e sia puntuale, per favore."
Certo, perché altrimenti la principessa si innervosisce.
L'ho davvero chiamato principessa?
Devo prendere un'altra birra.

E' mattina. Come sono arrivato al letto? Dalle lattine che trovo nella spazzatura (quattro) deduco che devo essermi ubriacato seriamente, perché non ricordo nulla.
Ubriacarmi con la birra, che cosa triste.

Sono le 9:45 e mi sto guardando allo specchio da almeno dieci minuti, la doccia fredda che mi sono fatto non è servita a ridarmi delle sembianze vagamente umane, ma sono fiducioso, manca ancora un po' prima di uscire.

Non so perché, ma decido per un look semiserio, tshirt, giacchetta leggera, jeans scuri e le mie vans preferite. Pettino i capelli di lato e cerco di trovare un'espressione che nasconda il mio nervosismo.
Posso farcela, so che non posso incontrarlo.
Non bisogna mai essere certi di niente nella vita.

Arrivato al luogo dell'appuntamento, la prima cosa che noto è la sua moto e subito comincio a domandarmi robe senza senso del tipo perché è qui, cosa vuole ancora da me, sono presentabile, mi parlerà. Poi ricordo che, ormai, è il mio capo anche lui, e devo stare solo zitto.

"Tomlinson da questa parte, per favore" sento da una voce grossa di un uomo che non si volterà mai a guardarmi, fino a che non mi avrà fatto accomodare in un ufficio fin troppo colorato per i miei gusti.
Che sia il suo?
Non faccio in tempo a domandarmelo che subito entra il solito essere gentile con cui ormai parlo sempre da quando questa assurda storia è iniziata. Lo saluto piano mentre si accomoda e attendo istruzioni.
"Il signor Styles la ringrazia per essersi reso disponibile immediatamente, e si scusa per non poter essere qui, come sa è sempre molto impegnato."
Oh, grazie al cielo! Certo, non farò domande sulla presenza della sua moto in cortile e fingerò concentrazione.

"Lei sa nuotare, ragazzo?" mi chiede improvvisamente il tizio, dopo aver parlato incessantemente del fatto che, questa volta, avremmo lavorato in un posto un po' fuori mano perché non avevano trovato lo spazio necessario per ciò che gli serviva.
Annuisco e subito lui inizia a battere le mani euforico comunicandomi che l'avrebbe detto a Harry, il quale gli avrebbe poi risposto su quando si sarebbe liberato per andare verso la piscina.
Piscina?
Ma di che diavolo stavano parlando, adesso?
"Ci vorrà molto?" chiedo senza pensare.
"E' impaziente, ragazzo?"
Sì, di vederlo, di scappare, di uccidermi.
"No, assolutamente."
"Bene, perché il signor Styles mi ha appena scritto che ci aspetta in cortile."
Non si danno certe notizie in questo modo.
Deglutisco a fatica e mi alzo subito dopo l'uomo euforico in giacca e cravatta che mi indica di seguirlo.
Perchè ogni volta devo tremare come una ragazzina?

Arriviamo al cortile e mi accorgo subito che la sua moto non è più dove la ricordavo. Tiro un sospiro di sollievo quando sento un rombo e la vedo riapparire in pochi secondi davanti a me.
"Chi si è permesso di spostare la mia piccola dal suo posto?" sbraita verso l'uomo al mio fianco che lo guarda intimorito dal suo tono di voce. Sembra incredibile, ma sta diventando più piccolo di me per la vergogna.
"Non ne ho idea, signore, mi informerò."
"E smettila di chiamarmi signore, santo cielo, potrei essere tuo figlio!" continua, come se io non ci fossi. E qual'è la novità.
"Ma lavoro per lei, signore..."
"Harry, cazzo, mi chiamo Harry! Oh, e ciao a te, Louis Tomlinson, sei pronto?"
Non so se è solo frutto della mia mente malata, ma la sua voce, nel momento in cui si è rivolta a me, è cambiata leggermente. Ho sorriso come un cretino e ho annuito.
"Mh, lo vedo. Allora salta su, ho un casco anche per te."
Se avessi avuto qualcosa in bocca, probabilmente l'avrei sputata perché non poteva averlo detto veramente.
"Che stai aspettando? Dobbiamo muoverci!"
Mi porge il casco e io lo prendo e lo indosso senza dire una parola. Salto in groppa alla moto e mi sento avvampare. Dove diavolo metto le mani, adesso?
"Aggrappati se non vuoi volare via" mi dice, manco m'avesse letto nel pensiero.
"Come?" provo a ribattere, ma il rombo del motore mi sovrasta e istintivamente mi aggrappo ai suoi fianchi. Quanto corre, dio santo, ho davvero temuto di restarci secco.
"Tieniti forte" mi dice, una volta usciti dal centro abitato, e io secondo lui che cosa stavo già facendo?
Lo abbraccio letteralmente e poggio la testa sulla sua schiena perché non mi era affatto mancata, figuriamoci, nemmeno il suo odore mi era mancato.
Avrei voluto solo che il mio corpo non reagisse come invece aveva fatto, per evitare che, venti minuti dopo circa, lui se ne uscisse con un "anche io sono felice di vederti" che mi ha fatto desiderare di sprofondare al centro della Terra.

Riprendendo il contatto con la realtà, mi accorgo che ci troviamo di fronte ad una piccola villetta che, ad occhio e croce, sembra disabitata da anni.
Ne avrò la conferma quando entreremo e non troverò alcun mobile sparso per le varie stanze.
"Guarda che non è un museo, non imbambolarti, Tomlinson!"
Il suo tono autoritario mi dà su i nervi, ma solo perché è chiaro che finga, per incutere timore ai suoi dipendenti.
Sì certo, perché in me non incute affatto timore, figuriamoci.
Mi incute timore, ma anche qualcos altro che non ho voglia di spiegare in questo momento.

Lo vedo sparire verso una enorme balconata semi aperta, quindi decido di seguirlo.
Mi ritrovo in una specie di praticello artificiale, al centro del quale c'è una enorme piscina... dentro la quale sta nuotando niente meno che la donna alla quale non ho ancora dedicato una statua, semplicemente perché non ho abbastanza soldi per ordinare quintali di platino: Nicki Minaj!
"Ehi Harry, hai vinto la scommessa, sei arrivato prima di Justin" la sento dire verso Harry che... è un sorriso, quello? No, ti prego, non sorridere in quel modo, devo mantenermi professionale e non sciogliermi come neve al sole!
Ma Justin chi?
"Però ti ho portato la nostra piccola star!"
Nostra?
Io sono solo tuo, hai capito?
Ma che sto pensando, santa pazienza!
Nicki esce dalla piscina e si avvolge in un asciugamano scuro mentre mi viene incontro e mi tende la mano. Io gliela stringo e penso che non avrei mai creduto che questo momento potesse arrivare, mentre sorrido e mi stacco dalla presa.
"E' un peccato tu sia già impegnato, conosco svariate persone che avrebbero voluto conoscerti" mi dice poi piano in un orecchio.
"Io non sono impegnato!" E perché l'ho detto? Tanto non ho forze nè la voglia di stare con nessuno che non sia Harry.
Harry che si sta versando da bere e ci interrompe urlando "adesso basta chiacchiere, dobbiamo lavorare! Louis vieni qui!"
Ho obbedito al suo ordine come un automa e non mi sono sentito ridicolo nemmeno per un secondo, nemmeno quando ho sentito la risatina di Nicki che si affievoliva.
Quando sono di fronte a Harry, lui non mi dà il tempo di respirare regolarmente che mi si avvicina e mi informa che "appena andrà via potrai baciarmi" impedendomi di restare fermo sul posto.
Non dico niente, anche perché lei sparirà nel giro di dieci minuti scarsi, i più lunghi della mia esistenza.
Mi volto per salutarla, mentre sto sorseggiando il cocktail che mi ha passato Harry, quando me lo ritrovo improvvisamente addosso che mi sta mordendo il collo.
"Mi sei mancato, Louis caro, mi sei mancato terribilmente."
"Dunque ce li hai dei sentimenti" gli rispondo, cercando di sembrare calmo mentre lo sento leccarmi.
"Sento solo che morivo dalla voglia di morderti, e tu che stai aspettando a baciarmi? Baciami!"
Quando capirà che non serve che me lo ordini?
Ho poggiato piano le mie labbra sulle sue, già eccitate per via dei morsi che mi aveva dato, e non so nemmeno io perché.
Forse perché ogni volta sentirle mi faceva stare di un bene che probabilmente sarei venuto in quel momento, o forse altro, non saprei. Fatto sta che stavolta non sa di menta ma di vodka, e la sua lingua sembra proprio non volersi staccare dal mio palato.
Mi stacco, ma poi lo guardo negli occhi, ricordo quanto sia difficile per me sostenerli, e mi ributto sulle sue labbra che adesso inglobano quasi le mie.
Sempre così carnose.
Sempre così rosse.
Le vorrei su tutto il mio corpo.
Mentre gli arpiono i fianchi per stringermelo addosso, lo sento sorridere leggermente e mi sorprendo un attimo perché non era mai successo prima, ne sono sicuro.
Purtroppo non faccio in tempo ad elaborare la cosa che qualcuno bussa alla porta a vetri (quando l'aveva chiusa?) e lui mi allontana malamente facendomi quasi cadere a terra.
Come al solito, la sua dolcezza durava sempre pochi secondi.
"Ehi Styles, spero di non aver interrotto nulla, Nicki è già andata via?"
Ma quello è Justin Bieber? Non è possibile!
"L'hai persa per poco, ma tranquillo, mi stavo annoiando nell'aspettarti."
Ah dunque è così?
Vengo introdotto anche a lui, che mi stringe la mano con fin troppa forza per i miei gusti e, finalmente, si decide a spiegarmi qualcosa del video.
"Spero abbiate trovato qualcuno migliore di me nel nuoto altrimenti dovrò cambiare idea per questo video."
Ed è così che ho scoperto che Justin Bieber ha problemi di asma, quindi non può stare sott'acqua e io avrei dovuto fargli da controfigura quando non gli ballavo dietro.
"Aspettate ma... io non so ballare, cioè scusami se mi permetto di darti del tu, ma ti ho visto ballare e io non ne sono proprio capace." Ecco, adesso Harry si sarebbe infuriato. Infatti continuava a stare in silenzio.
"Tranquillo, ragazzo, sono pochi e semplici passi, in una settimana li imparerai, per il resto dovrai solo stare sott'acqua per determinate strofe al posto mio, ci stai?"
Gli stringo di nuovo la mano sorridendo e accettando la sfida, mentre Harry è ancora lì con gli occhiali calati sugli occhi che sembra stia aspettando chissà cosa.
Mh, forse lo immagino.

"Allora ok, Styles, questo posto è perfetto, solo fai sparire quel chioschetto, portalo dentro casa, non so, vedi tu. E mettici un tavolo da biliardo, al suo posto, grazie."
Harry si limita ad annuire mentre lo accompagna alla porta, mentre io resto a guardare quella piscina immensa rendendomi conto che siamo rimasti soli.
"Il tavolo da biliardo sembra una idea interessante, lo farò portare qui prima possibile. Dov'eravamo rimasti, Louis?"
Ma è normale?
"Al fatto che ti stessi annoiando, quindi penso sia giunto il momento, ora che qui è tutto finito, che io me ne vada."
Io normale non lo sono di certo, dopo questa.
Lo vedo raggiungermi con grandi falcate e spingermi con una mano all'indietro, per poco non cado addosso al chioschetto alle mie spalle.
"E sentiamo, come te ne andresti, a piedi? Non sai nemmeno dove siamo!"
In effetti...
"E smettila di guardarmi come se fossi un fantasma!"
Oggi è ingestibile, di nuovo non so come comportarmi, proprio come la prima volta.
"Mi accompagneresti a casa? Perché immagino che venire da te sia escluso."
Audacia, quando mai ne ho avuta? Lui non mi risponde nemmeno, si limita ad un "mi irriti, Tomlinson" prima di sparire verso l'interno della casa dove lo seguo come un cagnolino.
Non lo vedo, ma sento subito il rombo della moto fuori. Esco e lo trovo fisso a guardarmi, ad aspettarmi, quasi, mentre mi dice "mettiti davanti, visto che hai arie di indipendenza, oggi."
Ok. Direi che è ufficialmente pazzo.
"E come vorresti guidare in questo modo?" chiedo titubante. Averlo alle spalle mi avrebbe messo non in soggezione, di più.
"Oh, tranquillo non sarà un problema se sarai collaborativo."
Eh?
"In che senso?"
Volevo davvero saperlo?
"Oh dio mio, ma non la smetti mai di fare domande? Sali e stai zitto, ogni tanto!"
Oggi non mi sta riuscendo proprio di farlo stare calmo.

Salgo sulla moto e, istintivamente, metto le mani sul manubrio, dove subito dopo le metterà anche lui.
"Andremo piano, stavolta, non preoccuparti" mi sussurra all'orecchio. Che cazzo, sono già eccitato? Imbarazzante.
Usciamo dal cortile e io mi sto domandando quando è stata l'ultima volta che ho guidato una moto, rispondendomi che non l'avevo mai fatto prima e merda, adesso sono in panico.
"Stai calmo, Tomlinson, è la mia piccola che stai maneggiando."
Perfetto, ci mancava solo che facessi un incidente, poi avrei potuto richiedere un biglietto solo andata per Kepler.
Siamo finalmente sulla strada e lui continua a tenere le mani sulle mie, come a volermene bloccare sul volante e io... io non lo so.
"Te la cavi bene, per essere la tua prima volta" mi dice. Come cavolo ha fatto a capirlo, è così evidente? Voglio morire!
Ad un certo punto le sue mani abbandonano il volante e io perdo l'equilibrio per un paio di secondi procedendo a zig zag.
"Merda, tieni fermo quel volante, sto facendo una cosa qui."
Di che diavolo parla? Perché non posso guardarlo? Perché non posso abbandonare questa fottuta moto da qualche parte, e scoparlo sulla prima superficie disponibile?
Sto impazzendo, devo calmarmi.

"Dove stiamo andando?" chiedo titubante, sperando che il mio tono di voce sia abbastanza alto da farmi sentire, nonostante il casco.
"A casa tua, mi pare ovvio, altrimenti perché ti starei facendo guidare?"
Ma parrà ovvio a te, a me no!
A casa mia?
"Accellera un po', vuoi che cadiamo a terra?"
Voglio te.
Annuisco e accellero leggermente. Non ho idea del perché lui non mi stia toccando e cerco di non pormi il problema di dove possano essere le sue mani quando sento qualcosa sfiorarmi il fondo schiena.
"Alzati un attimo e fai come ti dico, voglio vedere il tuo culo."
Che?
"Sbrigati, cazzo, non farti pregare ogni santa volta!"
Sempre così esigente, incredibile, solo che questa volta proprio non riesco a seguirlo.
"Che stai facendo?" provo a chiedere, ma lui mi arpiona i fianchi e, pian piano, scende verso la cerniera dei miei jeans e inizia a tirarla giù.
"Il giorno in cui finirai di fare domande sarà quello in cui qualcuno che non sarò io ti taglierà la lingua. Stai zitto, cazzo!"
Sono praticamente sospeso a mezz'aria e guidare in quella posizione è davvero assurdo, oltre che scomodo. Qualcuno sbircia dalle poche auto che incrociamo, ma alla fine ci ritroviamo soli quando mi dice "siediti" e mi tira giù i pantaloni praticamente strappandomeli.
Mi sono seduto per lo strattone, no di certo perché lo volessi, anche se non è che fosse bello essere mezzo nudo su una moto, ed è quando lo faccio che lo sento.
Oh eccome se lo sento.
Vuole farlo qui? Ci saremmo schiantati sicuramente!
"Ehi, piano con quei piedi, graffierai la mia bambina e la mia bambina può essere maltrattata solo da me" dice, come se avere il suo cazzo che mi sta entrando dentro mentre sono su una fottuta moto fosse normale.
Prego affinchè mi venga un orgasmo dopo essermi fermato da qualche parte, ma purtroppo casa mia pare ancora parecchio lontana.
"Credevo volessi andare a casa mia a..." comincio, ma vengo interrotto da una delle sue mani sulla mia bocca.
"Shhh, e guarda la strada, questi saranno solo degli amorevoli preliminari."
Sono finito nelle mani di un maniaco, qualcuno mi salvi!
Ma anche no.
"S-sei diverso, oggi" mugolo mentre, chissà come, continuo a guidare e lui continua a spingere.
"Mi sei solo mancato, tutto qua, e guarda la strada, cazzo, prima che ti faccia scendere."
Come fa a parlare così tranquillo mentre sono praticamente seduto sul suo cazzo e usa le piccole buche e i dossi della strada per affondarmi sempre più dentro? Se non avessi un minimo di istinto di sopravvivenza, avrei lasciato il volante per potermi toccare e con l'altra mano lo avrei attirato a me, pregandolo di martoriarmi il collo.
Invece no, devo guidare, mentre lui mi accarezza piano la schiena e si spinge in avanti.
"Non pensavo ti sarebbe mai venuta voglia di toccarmi" confesso, arrossendo leggermente. La mia erezione che sta per esplodere mentre viene sfiorata dalla sua mano grande.
"Ho detto che questi sono solo i preliminari, Louis, tieni a bada il tuo amico ancora per un po'" sputa, afferrandomelo con forza.
Trattengo un gemito e per poco non finiamo fuori strada ma, per fortuna, siamo arrivati a casa mia. L'orgasmo che mi muore in gola mentre la sua mano si allontana.
Spengo il motore e lì capisco che sarei stato in quei preliminari tutto il giorno, che adesso che siamo fermi riesco a sentirlo dentro di me sul serio, che adesso mi ha attirato a sé e mi sta baciando il collo voglioso.
Cazzo, allora gli sono mancato davvero, allora forse la mia speranza non è del tutto vana.
"Toccami, Harry, ti prego" dico, rantolando quasi. Sono sudato, rosso in viso e con la voglia di guardarlo in faccia mentre gode. Ma la nostra posizione me lo impedisce, allora cazzo, Harry, fammi almeno vedere le tue mani!
"Scendi" dice, invece, rovinando tutto. Mi alza quasi di peso ed esce da me facendomi sentire svuotato.
Che diavolo è appena successo?
"Perché?" domando incerto.
"La smetti? Lo sai che succede se mi fai incazzare."
Oh eccome.
"Vuole andare via, signore?"
"Louis..."
"No, Louis un cazzo, mi hai scopato come fossi un cane, di spalle, sulla tua moto, col rischio che ci vedesse mezza città e adesso siamo davanti casa mia e..."
"...e ho bisogno che tu mi dia un bacio, subito!"
Cosa?
"Eh?"
"Ho detto subito, ti prego."
Ed eccolo di nuovo a pregare. Dargli il cambio per un attimo era stato divertente.
"Per baciarti dovrò di nuovo montare sulla tua bambina" lo provoco, sorridendo con un ghigno.
"E fallo, cazzo, ma ti prego, dammi un bacio e poi portami in casa!"
Non ce la fa proprio a chiedere le cose senza che appaiano come degli ordini, ma chi sono io per disobbedire.
Mi metto di fronte a lui, questa volta, le nostre gambe intrecciate, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio forte, quasi a voler fondere le mie labbra con le sue.
"Voglio scoparti, Louis" mi dice, riprendendo fiato.
"L'hai già fatto, mi sembra" lo informo, occhi negli occhi. E' così disperato e voglioso che l'avrei coricato lì.
"Voglio scoparti di nuovo, ma questa volta ti voglio guardare, e tu farai altrettanto, perché non esiste nessun altro oltre me, per te, almeno per oggi. Va bene?"
Almeno per oggi?
"Dove diavolo vuoi che vada?"
Ho acquistato una strana sicurezza, in quel momento, forse perché lui per primo è strano, diverso. Non mi chiedo il motivo, nè lo chiedo a lui, perché tanto si sarebbe solo infuriato e l'ultima cosa che voglio è che vada via.
Scendiamo entrambi dalla moto e io vado ad aprire la porta di casa, realizzando solo una volta entrato delle condizioni pessime in cui si ritrova.
Dio, che vergogna.
"Non porti molto spesso gente qui, vero Tomlinson?" ammicca, ma io non rispondo. Già il vederlo aggirarsi nel mio appartamento mi sta facendo impazzire, perché non è possibile stia succedendo veramente.
"Che cazzo hai da guardare?" dice poi, alterando il tono di voce.
"Ti guardo perché sei bellissimo."
No, Louis, che cazzo fai.
"E tu sei patetico... mi stai annoiando."
Ah è così?
"Cosa vuoi che faccia, scusami?"
"Ti sei accorto, sì, che hai ancora addosso quei pantaloni distrutti? Magari potresti disfartene definitivamente per facilitarmi l'impresa."
Oh merda.
"E potresti venire qui, perché muoio dalla voglia di baciarti e di avere il tuo corpo addosso."
Musica per le mie orecchie.
Mi libero dei tessuti distrutti e tolgo anche la tshirt, mentre lui si apre lentamente la camicia e si morde il labbro.
Se non ero ancora impazzito sulla moto, sarei impazzito adesso, è sicuro.
"Avvicinati, Louis" dice piano, mentre si siede sul divano e pian piano si sbottona i jeans.
"Voglio che mi guardi mentre te lo succhio" soffia, già chino sulla mia erezione che non vede l'ora di incontrare le sue labbra.
Se non vado errato, non mi ha mai fatto un pompino, prima, e sto letteralmente morendo. Ecco perché piego istintivamente la testa all'indietro e lui mi urla di non farlo, staccandosi da me. Lo fa altre due volte, fino a che arpiono il mio sguardo su di lui. E' talmente concentrato sull'inglobare tra le sue labbra carnose e color fragola la mia erezione che io stento ancora a crederci: è qui, tra le mie gambe, e io sto vedendo le stelle. Ad un certo punto, quasi come se avesse notato il mio leggero tremolio pre-orgasmo, alza gli occhi e, incrociando i miei, gli vengo copiosamente in bocca, facendogli ingoiare tutto.
Cerco di regolarizzare il respiro affannato, ma lui è già sulle mie labbra e me le sta succhiando, nonostante siano molto più piccole delle sue.
Non avrei mai creduto di poter vivere un'esperienza simile, e sento che sto per urlare.
"Ti prego, prendimi."
"Cosa hai detto, Louis?"
Ops.
"Ti voglio, Harry, ti prego."
Ti voglio sempre, sempre ti ho voluto e per sempre ti vorrò.
Lui trattiene un verso non meglio identificato mentre si morde ancora una volta il labbro inferiore e mi attira a sé dalle gambe. Le apre e ci si mette in mezzo.
"Anche tu sei bellissimo" dice, penetrandomi.
Adesso che riesco a guardarlo, mi rendo conto di come sia diverso da quando ero io al suo posto e chissà, forse è per questo che oggi sembra quasi più buono.
Ma non importa, siamo di nuovo uniti e io sto per avere un altro orgasmo mentre scivola le mani sulle mie cosce e mi stuzzica i capezzoli.
"Baciami" gli dico, e lui stranamente non se lo fa ripetere due volte. Non si irrita nemmeno, e mi bacia, mi morde il labbro, scende verso il collo e, infine, viene, staccandosi da me e andando a cercare i suoi vestiti.

Non dico una parola, so in quale fase siamo.
Adesso è lui quello che se ne deve andare.
E lo fa, senza nemmeno voltarsi, senza nemmeno un ultimo bacio sulla fronte.
Come ultimo ricordo, il rombo della sua moto che diventa sempre più impercettibile alle mie orecchie.

Una settimana dopo sono pronto per girare il video, ovviamente lui non si fa vedere nemmeno per sbaglio e Nicki e Justin giustificano la cosa con un "non gli piace stare nello stesso posto con noi due contemporaneamente" a cui sembrano credere sul serio.
Prendo un raffreddore colossale e, per questo motivo, la mia dieta ingrassante fallisce miseramente.
Ma questa volta non me ne importa.

Harry Styles mi vuole e l'unica cosa su cui avrei dovuto lavorare d'ora in poi era il riuscire a farglielo ammettere apertamente.
Bisogna assecondare le proprie dipendenze.







E la saga continua!
Sono sincera, quando ho scritto la prima parte di questa storia non avrei mai pensato a dei sequel, né che potesse piacere così tanto a qualcuno, quindi grazie, perché stimolate la mia fantasia.
Spero che questa terza parte, un po' diversa (top Harry on the way, baby) vi possa piacere come le altre e che lasciate degli commentini... non è finita qui! :)
Buona serata!  

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