Sono tante le cose imbarazzanti che ho fatto nella mia vita, sbavare sul divano di casa non era ancora nella lista.
No, cosa state pensando, mica sto dormendo lì una volta alla settimana, assolutamente no.
E invece sì, a chi voglio darla a bere, ormai mi conoscete e so che è da pazzi, ma io lo sento ancora il suo odore su quel tessuto, ecco perché sbavo, perché mi sveglio pensandoci.
Questa cosa non finirà mai e io non riesco a farci niente, non voglio farci niente.
Come si vive con la consapevolezza che Harry Styles ti vuole? Il tuo sogno erotico ti vuole, come, spiegatemelo che proprio non lo so.
"Louis, questa casa è un porcile."
Il mio agente è venuto a trovarmi senza preavviso, e lo ringrazio per aver evitato di dire che anche io sembro un porco ben a mio agio nel porcile, perché è così che mi sento, con quella canotta slabbrata e la faccia piena di bava.
"Uhm, sì, mi sono appena svegliato, che vuoi?" Le domande idiote, eccole.
"Ho avuto una conversazione un po' strana con Styles questa mattina."
No, aspetta.
Uno, che vuol dire questa mattina? Che ore sono?
Due, smettiamola di agitarci al solo sentire il suo fottuto cognome.
Tre, ho bisogno di bere.
"Ha qualcosa da offrirmi?" chiedo. Qualcosa che non sia se stesso, intendo dire.
"Non lo so, non è sceso nei dettagli, sembrava anche parecchio nervoso, e sai meglio di me cosa succede quando si innervosisce, quindi forse è meglio se lo richiami."
Bella battuta.
Annuisco, mentendo spudoratamente e, dopo vari convenevoli e rimproveri sul fatto che devo rimettermi da questo raffreddore perché c'è bisogno di me, va via.
Non avevo ancora acceso il cellulare, ma quanto avevo dormito? Sono le... le tre del pomeriggio? Oh merda!
Il telefono inizia a trillare incessantemente ed è tutto un susseguirsi di messaggi relativi a chiamate perse e insulti da parte di Zayn che "Styles ti ha risucchiato, Tommo?"
Oh magari l'avesse fatto!
Gli rispondo come merita e lancio il telefono sulla poltrona, ormai è una specie di rito. Accendo il televisore e direi che è giunto il momento di cambiare canale perché non può essere sempre sintonizzato su Mtv e non posso sempre beccare me stesso.
Il video di Beauty and a Beat è a metà e io riesco ancora a sentire i brividi di quei giorni di riprese, poi la presenza di Harry e sono passato dall'accarezzare il divano su cui abbiamo scopato ad accarezzare me stesso.
Nel momento esatto in cui l'ho preso in mano sono caduto in una specie di trance, non ho capito come ma ho iniziato a sentire la sua voce, e le sue mani anellate fredde sul mio corpo.
Non posso andare avanti così, devo instaurare con lui una conversazione seria, prima o dopo aver scopato non ha importanza, ma è giunto il momento di farlo.
Perché sono una persona seria e professionale, ci tengo al mio lavoro.
Quindi vado a cercare il telefono caduto chissà dove, cerco il numero dei suoi uffici e, dopo averlo guardato per almeno trenta secondi moltiplicati per trenta, avvio la chiamata.
La prima la interrompo dopo due squilli.
La seconda dopo tre.
Alla terza mi fregano perché rispondono al volo.
"Chi cazzo è?" sento dire da un vocione. Nella sfiga sono sempre fortunato in qualche modo, ma sotto sotto sapevo che lui non avrebbe mai potuto rispondere.
Mi schiarisco la voce ripetendomi che sono una persona seria e professionale e mi introduco. Non capisco perché scoppiano a ridere in almeno tre e attendo finiscano.
"Cominciamo bene, Tomlinson, ve l'ho detto che Harry è un genio!"
Non mi va che Harry parli di me con quelli, anche se sono proprio stupido a pensare che non lo faccia, dato che lavoro per lui.
"Sei il suo pupillo" è la frase che, ormai, da quel maledetto giorno in cui dovevo essermi bevuto il cervello, mi ripete chiunque, persino Zayn, che mi ride in faccia ogni volta che la sente.
Anche il fatto che tutti ridano di me comincia ad infastidirmi.
"Potrei sapere che devo fare?" Ed ecco la serietà che va a farsi friggere e cede il posto alla sottomissione. Quelli, infatti, ricominciano a sbellicarsi, io mi spazientisco e solo per educazione non gli chiudo il telefono in faccia.
"Vieni a scuola, Tomlinson" è l'ordine del tipo col vocione da orso. Non faccio in tempo a capire di che scuola parlasse che la comunicazione viene interrotta e io guardo il cellulare perché:
-e adesso che cazzo faccio?
-ci sono mille scuole in questa fottuta città;
-nessuno mi aveva avvisato che avrei rivisto Harry così presto;
-sono sempre in tempo ad andare lì e porre fine a tutto questo;
-sì, ma lì dove? E quando?
Lancio di nuovo il telefono contro il muro, tanto ormai c'è persino un solco, manco prendessi la mira ogni volta, e mi sdraio sul divano sbavato. Devo farlo lucidare, ma non ho soldi, magari lo farò dopo averci scop... no, Louis, fai il professionale!
Sono lì da dieci minuti, e dovrei uscire e andare a correre dato che oggi produttività zero, invece l'unica cosa che faccio è saltare perché sento la stramaledetta suoneria che mi mette ansia.
Rispondo meravigliandomi di come possa quel catorcio funzionare ancora dopo tutte le botte che ha preso e sento soltanto un "domani mattina, alle 10, alla nostra vecchia palestra. E sii puntuale, Louis Tomlinson."
Ma non poteva mandarmi un messaggio? No, figuriamoci, lui si diverte a torturarmi nei modi più subdoli possibili, e io ci sono cascato di nuovo.
Penso che adesso inizierò a boccheggiare.
Mica mi aspettavo mi chiamasse, addirittura, che scomodasse le sue belle ditine lunghe e affusolate per comporre il mio numero e chiamarmi. Porca puttana mi è venuto duro solo al pensiero di lui che muove le dita, non sono affatto una persona seria!
Ho deglutito a vuoto ed in quel momento il mio telefono ha deciso di spegnersi e non accendersi più.
Sapevo che non avrei dovuto giocare col fuoco a lungo.
Comprare un cellulare nuovo è un'esperienza mistica, nel senso che io non sono un maniaco della tecnologia, quindi non entro in negozi del genere da secoli.
Questo era stato un regalo di mia madre, quando si era resa conto che il precedente non era nemmeno più in produzione ed era alquanto vergognoso che una persona come me girasse con un robo come quello.
Devo ancora capire che idea si sia fatta del mio lavoro e della mia vita, ma fintanto che mi fa regali del genere a me sta più che bene.
Cocco di mamma? Forse, ma non diciamolo a nessuno, sia mai gli venisse da vomitare.
Sono uscito con in mano l'iphone 6s gold e "Tomlinson" sento, mentre ricevo una pacca per niente delicata su una spalla.
Sono certo che prima o poi finirà questo continuo susseguirsi di incontri inquietanti quando non li chiedo.
"Mh, s-salve" chiunque tu sia.
"Dio santo, ma sei verde, che ti è successo?" Ma si può sapere chi cazzo sei, o...?
"Oh, scusami, che maleducato, non mi sono nemmeno presentato, sono Nick, il migliore amico di Harry."
Voi mi state dando troppe notizie tutte insieme, oggi, non vi state proprio regolando.
"Ah" è il mio unico commento, più che altro sconvolto dal fatto che Harry possa avere degli amici, e per giunta averne scelto uno migliore tra essi.
"Sì, insomma" mi dice ammiccando, "lo saprai bene quanto me, a lui non piacciono certe cose, mi sono affibbiato questo merito da solo. Non può fare a meno di me ed è una cosa che lo fa sempre irritare."
Stai irritando me, in questo momento.
"Ci conosciamo, quindi?" cerco di non risultare sprezzante, ma sono geloso, cazzo, tremendamente geloso. Nella mia testa c'è un turbinio di chiedigli come sta, dov'è, se mangia dorme e scopa regolarmente. Chiedigli tutto, perché è ovvio che lo vuoi sapere, invece mi limito ad un "allora?" incrociando le braccia.
"No, certo che no, quando sceglie il suo pupillo può toccarlo solo lui, lo sai. Ho visto le tue foto, i video e beh... sfido chiunque a non riconoscerti!"
Con la prima parte di questa frase hai guadagnato qualche punto, Nick, o come cavolo ti chiami tu, ora passiamo alla parte in cui mi dici che andiamo da lui, dai.
"Quindi niente, siccome ti avevo riconosciuto, ho voluto presentarmi. Ora devo scappare, è stato un piacere."
E che cazzo, devo davvero aspettare fino a domani? Non si gioca così con le persone, mi sono stancato.
Ma quando mai.
Alle 9:59 sono alla palestra e, appena ci entro, mi sento come assalito da una marea di ricordi. Se quelle scale, o quello spogliatoio potessero parlare, si ecciterebbero nello stesso modo in cui avevo iniziato a farlo io. Mi sembra quasi di sentire ancora quell'odore di menta e... devo farmi curare, basta.
Mi siedo sulle scale, notando il deserto lì dentro ed inizio a sbuffare. Stai a vedere che ho sbagliato posto, e quindi ora sarà chissà dove incazzato nero e sto andando nel panico, perché dobbiamo parlare seriamente, non posso perderlo prima di farlo, non...
"Louis Tomlinson, sei la mia unica gioia, quest'oggi!"
Eh? Da dove cazzo sei sbucato?
"Ciao a te" dico, perché sono professionale, sono due giorni che me lo ripeto e pare proprio funzionare.
"Sono tutti in fottuto ritardo e io ho mal di testa, non ho le forze di licenziarli. Vuoi accomodarti?"
Sei sicuramente un gemello, non è possibile che mi tratti così. Non dopo due mesi, diciassette giorni e quindici ore dall'ultima volta che ci siamo incontrati.
"Vuoi restare lì imbambolato ancora per molto?" Deglutisco di nuovo a vuoto, realizzando che cazzo, siamo completamente soli e questo non l'avevo previsto, perché dov'è la sua moto, qui fuori non c'era niente e io non sono pronto e "Louis, cazzo!"
Sì, magari me lo dai.
"Ti sto ascoltando" dico, e perché nessuno mi dà un Oscar per questa recita? Dentro di me c'ho l'omino che si sta strappando i capelli.
Lui sbuffa, lo vedo che è spazientito e che novità esclamerei se non fosse che tira fuori un foglio piegato ai bordi e quasi me lo lancia contro.
"Leggilo e fammi sapere che te ne pare, io devo andare."
E tu ti saresti scomodato solo per questo?
"Dove vai?" No, Louis, che fai, sii serio, sei professionale, tu.
"A lavorare, Louis Tomlinson, o hai qualcosa da dirmi?" Si lecca le labbra in maniera a dir poco oscena e dio, ma sono più carnose dell'ultima volta? Non penso di reggere a lungo.
Butto un occhio su quel foglio per cercare di distrarmi dal fissarlo e leggo solo il titolo della canzone. Ovvio che mi scappi un "non me l'aspettavo" che lo fa sorridere tra i denti e... no, le fossette no, questo è davvero troppo!
"Neanche io" mi dice lui, tornando verso di me, che sono fermo immobile. Perché ho ripreso a fissarlo?
E' ad un palmo dal mio naso quando si aggiusta il fedora, si arriccia leggermente e "non pensavo mi avrebbe fatto così piacere rivederti" sussurra, prendendomi una mano per metterla sulla sua erezione. Sento tramite la stoffa dei suoi strettissimi skinny jeans che è durissima e mi lascio andare ad un gemito che lo fa sorridere di nuovo e scoccarmi un bacio sul naso. Penso anche di essere diventato viola in volto, e chissà che altro ho pensato quando ho chiuso gli occhi e, riaprendoli dopo qualche secondo, non ho trovato più nessuno di fronte a me.
Constato, una volta tornato a casa, che anche a me aveva fatto fin troppo piacere rivederlo, tanto che masturbarmi e venire urlando il suo nome, questa volta, è stato persino più bello delle precedenti.
Non si capisce per quale motivo il mio agente sia così entusiasta di questo nuovo incarico. Quella canzone non si addice a quel per cui ho lavorato fino a quel momento e non è per essere pignoli, ma avrei preferito qualcosa di diverso.
Teenage Dirtbag sta risuonando per la settima volta in tutta la palestra, mentre vengono allestiti tutti i dettagli per trasformarla in una sala degna di un ballo di fine anno e io mi sto girando i pollici.
Harry, ovviamente, non c'è e io sono di nuovo circondato da quegli uomini orso che mi spiegano cosa dovrò fare. La coprotagonista è una biondina niente male e sicuramente attirerà l'attenzione di tutti, anche la mia, se non fossi decisamente distratto da altro.
Dopo aver provato la scena del lento senza alcun problema, i tipi se ne escono con "proviamo la scena in bicicletta, Tomlinson, qui fuori ce n'è già una che ti aspetta."
Mi sto annoiando terribilmente, ma ok, facciamolo, così questa giornata sarà definitivamente conclusa, avrò guadagnato qualche altro soldo e non avrò concluso niente neanche questa volta.
Come se mi dispiacesse avere salva quel po' di sanità mentale che mi è rimasta.
La bicicletta è cigolante e leggermente arrugginita in più punti, e solo quando ci salgo sopra mi rendo conto che sono vestito in modo ridicolo. Avrei voluto dire ai tipi che bastava la mia faccia afflitta e disperata per sembrare uno sfigato, ma loro non avrebbero capito sicuramente.
Inizio a pedalare e avrei dovuto andare a cadere a pochi millimetri dalla piccola colonna al lato opposto del cortile se non fosse stato per un "concentrati" che sento e mi distrae, facendomi sfracellare poco prima.
I tipi sbuffano, io mi lamento, mentre cerco di capire se ho tutte le parti del corpo ancora attaccate, e Harry ride.
Se ha imparato anche a teletrasportarsi sono veramente fottuto.
"Non si può dire che tu mi abbia ascoltato."
In effetti vorrei che tu ascoltassi me, ma non è il momento a quanto pare.
Mugugno qualcosa di incomprensibile, i tipi sbuffano di nuovo e lui si mette seduto a gambe aperte sul primo muretto che trova. Certo, e io dovrei concentrarmi, secondo lui!
"Riprendi a pedalare e falla bene, questa caduta, non abbiamo voglia di star qui tutta la mattina" si lamenta, col suo solito tono autoritario.
Ormai lo amo quando mi dà ordini, cioè sempre.
Forse lo amo, oh dio, ma che ho detto? No, mi avete frainteso.
Al terzo tentativo, riesco a sfracellarmi esattamente nel punto richiesto, i tipi non sbuffano più e lui si è messo gli occhiali da sole per poter sghignazzare meglio. Come se non conoscessi qualsiasi dettaglio del suo volto e dei suoi occhi, ormai.
"Vieni qui, LouLou" mi dice serissimo, troppo serio per sembrare normale e i tipi adesso chissà perché capiscono che è il caso di togliere il disturbo.
Grazie, forse vi farò una statua.
"LouLou?" Mi si sta rabbonendo il capo, allarme rosso! Ma che me ne frega, chiamami come ti pare!
"Non ti piace? Vuoi che continui con Louis Tomlinson?" mi stuzzica, sempre lì seduto su quel muretto. Ha le gambe sempre aperte e le mani in grembo. Potrei giurare che si stia sfiorando coi pollici, ma non ne sarei così sicuro.
"Tutto pur di farla felice, signore." E io sono un cretino, prendetemi a sprangate.
"Comincia col venire qui, invece di blaterare come tuo solito."
Aspettavo il tuo permesso.
Sono tra le sue gambe e sento il cuore che tra poco mi esce dal petto per quanto batte forte. Lui mi sta guardando dal basso verso l'alto, si bagna di nuovo le labbra con la lingua e "da quanto tempo non ci vediamo, LouLou?" chiede, marcando volontariamente su quel nomignolo che mi ha affibbiato.
Da due mesi e... ma non te lo posso dire, non devo sembrare psicopatico.
Mi arpiona i fianchi con le sue mani grandi e sbatto le ginocchia contro quel muretto. Poi, poggiando la testa sul mio grembo, esclama "comincia ad irritarmi il fatto che senta sempre troppo la tua mancanza", e io penso di essere morto e risorto e poi rimorto, quando mi infila le mani sotto la maglietta. Mi sta accarezzando la schiena e io sento che sto per dire o fare qualcosa di inappropriato (sì, certo, ma che cazzo dico), ma non mi importa.
Gli tolgo il fedora per potergli baciare la testa, immergo le mani tra i suoi ricci e ci affondo il naso per annusarli. Lui geme sul mio petto che inizia a baciare nonostante sia coperto dalla tshirt.
"Anche tu mi manchi sempre" mi lascio sfuggire e, ovviamente, lui reagisce come reagirebbe Harry, quello vero, quello professionale. Si stacca violentemente, mi guarda male e corrugando la fronte mi scaccia sbraitando un "non dirlo neanche per scherzo" che mi confonde.
Io lo guardo incredulo, un po' di calore che ancora mi pervade il corpo e un principio di eccitazione che ho sentito anche tra le sue gambe.
"Lo dico perché è la verità e dovremmo parlarne, Harry, perché è evidente che tra noi c'è qualche serio problema. Che sia solo attrazione fisica non importa, ma qualcosa c'è. Quindi se tu senti la mia mancanza, anche io sono libero di sentire la tua. E la sento, cazzo, la sento pure troppo."
Quando mi alzo al mattino e accendo il cellulare sperando di trovare tue chiamate anche se contemporaneamente vivo nel terrore di riceverne. Quando accendo il televisore e mi vedo. Quando il mio agente mi parla di nuovi ingaggi. Quando spero di vederti in situazioni normali e non succede mai. Quando mi chiudo in bagno o mi sdraio tra le lenzuola del mio letto a masturbarmi perché le tue mani sul mio corpo sono quel pezzo in più che mi manca.
Mi manchi sempre, troppo, e non potertelo dire mi sta facendo uscire pazzo.
Non è più divertente, tutto questo.
Non per me, almeno.
"Mi è bastato sentire il tuo odore per farmi venire voglia, ma se continui a parlare me la farai anche passare, e non mi andrebbe proprio per niente."
Ma ha sentito cosa ho detto o è sordo/stronzo?
"Harry..." sospiro, facendo spallucce. Lui finalmente si alza in piedi, si sfiora di nuovo tra le gambe e prende a camminare verso di me. Ad un palmo dal mio naso mi osserva, poi mi lecca le labbra, prima di darmi un bacio lieve su una guancia.
Oh, al diavolo tutti i bei discorsi!
Lo tiro a me facendo cozzare i nostri bacini e penso di avergli infilato la lingua direttamente in gola per come mugugna subito al contatto. Lo sento che prende il mio sedere tra le mani e lo stringe facendomi gemere sui suoi denti, che mordono piano il mio labbro inferiore.
"Dio, starei così per sempre" lo sento dire, e non posso credere che sia successo veramente, mi viene quasi da piangere, ma devo contenermi.
Ansima mentre continua a pressare le sue labbra carnose contro le mie e sposta le mani all'interno dei miei jeans e dentro i boxer. Il contatto della sua pelle con quella nuda delle mie natiche mi fa venire una leggera pelle d'oca, lui ride e io inizio a spostarmi verso la sua mascella e il collo.
Potrebbero denunciarci per atti osceni in luogo pubblico, ma non me ne importa proprio niente.
"Ho bisogno di te... dentro di me" gli dico piagnucolando, con la fronte poggiata alla sua. Lui chiude gli occhi, tirando fuori le mani dai miei pantaloni e, sospirando, mi dice "stavo per dirti la stessa cosa" per poi riaprirli. Dio santo, le sue iridi verdi a quella distanza sono quasi improponibili!
Deglutisco a vuoto e "ricambierò il favore senza problemi, lo sai" sussurro.
Ho il respiro affannato perché quello è un altro Harry, quello è l'Harry che sogno la notte, quello con cui vorrei svegliarmi al mattino. Quello a cui vorrei dire tante cose e al quale, invece, dico solo "fatti toccare" in un orecchio, mentre agguanto la cerniera dei suoi jeans e, abbassandola, glieli tiro giù insieme ai boxer.
"Sono qui apposta, sbrigati" si lamenta serioso. Lo guardo fisso negli occhi mentre lo spoglio e poi "stai fermo" gli dico, mentre mi abbasso e gli prendo l'erezione tra le mani.
Niente, mi sembra di essere a casa ogni volta che la bacio.
Lecco la punta come se fosse un calippo, ci giro intorno con la lingua e poi la bacio di nuovo, prima di inglobarla e affondare tutta la lunghezza in bocca.
Mi mancava come l'aria.
Sento la punta sbattere sul retro della mia gola a quasi ogni affondo e lui ansima, geme, forse cerca anche di dire lamentoso il mio nome, quando mi arpiona i capelli, come a volermi implorare di non smettere mai. Vorrei toccarmi, vorrei lo facesse lui, ma la posizione non lo permette, e lui viene, nella mia bocca, facendomi ingoiare tutto.
"Sei uno sporcaccione, Louis Tomlinson" dice affannato, guardandomi come se volesse mordermi. Magari lo facesse, non aspetto altro.
Resto inginocchiato, perché le forze per rialzarmi proprio non riesco a trovarle, e lui si riveste come se niente fosse, si sistema il fedora sulla testa e poi gli occhiali e, arricciando ancora una volta il naso mi comunica "ancora domani, e poi avremo finito. Stessa ora, non tardare."
Si alza senza nemmeno soffermarsi troppo su di me, ancora lì piegato come un cagnolino scodinzolante. Mi osserva solo piano, mordendosi il labbro e sorridendo leggermente.
No, tutto questo non mi diverte più.
"Lo sai, Tommo, secondo me anche lui ti ama, a modo suo."
Sì, ma se me lo dici con quel tono sarcastico io come faccio a non sentirmi preso per il culo.
Non so perché Zayn è a casa mia, pensavo che non ne potesse più della mia patetica presenza, e lo capisco eccome. Parlo di Harry Styles venti ore su ventiquattro (dovrò pur dormire, ogni tanto. Ovviamente spero di non parlare di lui anche nel sonno), e nessuno crederebbe al fatto che non stiamo insieme.
Non siamo nemmeno amici con benefici, perché anche quelli si vedono più spesso e si trattano meglio di noi.
"Zayn, ma che cazzo dici" è la mia esclamazione, più che disgustata, triste, perché ormai mi capita sempre più spesso di pensarlo come un punto fisso nella mia vita e non solo tra le mie gambe e non va bene.
Non sto affatto migliorando.
Finiamo con l'ubriacarci sul divano a cui ho fatto mettere una specie di guaina per coprirlo (Zayn ha notato lo strano odore, che proprio non accenna a svanire, appena si è seduto) e poi non so se abbiamo giocato a FIFA e quindi lui ha iniziato ad insultarmi per quello.
Sicuramente non è andata così, ma non fa niente.
Lo lascio a dormire lì e sgattaiolo nella mia stanza, sperando che tutta la birra che ho ingerito mi aiuti a collassare, cosa che, apparentemente, succede.
Alle 10 in punto sono di nuovo alla palestra.
C'è trambusto, musica ad alto volume, luci stroboscopiche in ogni angolo e diciottenni vestiti come se dovessero andare ad un ballo.
Ma questa scena l'abbiamo già girata ieri, mi dico. Poi ricordo che attorno a noi non c'era nessuno ed un brivido mi percorre la schiena quando vedo gli uomini orso sbucare dall'ingresso sistemandosi la cravatta compiaciuti.
Sembrano quasi dei robot per come lo fanno in simultanea e mi viene un po' di angoscia a guardarli.
"Ciao" mi dice timida la biondina. Ha un vestitino tutto pieno di brillantini e i capelli lisci acconciati in una seria coda di cavallo. E' davvero bella e io sto quasi vincendo la battaglia di concentrazione se non fosse che, proprio alle sue spalle, vedo Harry appoggiato alla parete con le braccia incrociate.
La biondina (scusa, mi hai detto il tuo nome cento volte ma non lo ricordo perché non me ne può fregare di meno) mi mette una mano sul fianco e l'altra sulla spalla avvicinandosi lentamente al mio corpo, pronta per il ballo. Io cerco di fare lo stesso, ma di guardarla per più di tre secondi proprio non se ne parla.
Se magari non mi sentissi osservato da quegli occhi verdi sarebbe meglio per la mia sanità mentale, ammesso che sia vero che ne abbia ancora un briciolo.
Non dura molto, cerchiamo di sorriderci e io spero davvero mi abbiano beccato negli unici rari momenti in cui guardavo lei per le inquadrature, prima di staccarmi come se fosse una lebbrosa. Lei forse ci resta anche male, e io davvero... scappa dalla mia esistenza, non posso turbare anche la tua.
Gli uomini orso circondano la ragazza, si congratulano a turno, e lei arrossisce mentre qualche comparsa mi si avvicina per chiedermi un autografo.
A me? Mai chiesto un autografo a Harry Styles solo per il modo in cui esiste, respira, cammina e vive tra noi? Se ci penso troppo potrei anche scrivere il suo nome al posto del mio!
"Louis, cazzo!"
Magari.
Mi fa cenno con una mano di andare da lui e io penso che no, non voglio, basta trattarmi così, non sono il suo cagnolino ma "sì, cosa volevi?"
"Mh, odio ripetermi" mi risponde, mordendosi le labbra.
Simpatico come un dito (magari il suo) su per il culo!
"Sono a sua disposizione, signore" gli dico, aprendo involontariamente le gambe. Lui sorride sornione e ti prego basta, sto cercando di mantenere la calma e la dignità.
"Mi porti a casa tua, quindi? O preferisci che ti sbatta contro questo muro appena si leveranno tutti dalle scatole?"
Mi è venuto duro al solo pensiero.
"Io entro qui dentro" gli dico, passandogli di fianco, verso la porta del nostro familiare spogliatoio, "vedi un po' tu."
"Da quando sei tu quello che dà ordini, Louis Tomlinson?"
Da quando mi hai detto che vuoi sbattermi!
Nello spogliatoio c'è una leggera puzza di sudore e gomma. Cerco di riordinare le idee, perché me ne fregherei completamente della gente in palestra e lo bacerei davanti a tutti, ma so che non posso.
Trattenermi non è mai stato il mio forte, dovete farmi un applauso.
Mi sembra di essere rimasto lì da solo per un tempo infinito, quando sento aprirsi la porta e apparire lui che, a fatica, mi guarda, arrossato in viso e "porca puttana, Tomlinson, perché non mi hai ancora baciato, oggi?"
Mi è addosso in un secondo, mi prende per i fianchi e mi spinge contro l'armadietto più vicino, facendomi gridare leggermente per la botta. Dopodiché finalmente mi bacia, mi morde le labbra, famelico, sento la sua lingua sul mio palato e cazzo, sa di menta, sempre di menta, potrei venire solo al pensiero.
"Harry" ansimo, mentre lo sento marchiarmi il mento e il collo con la lingua, mentre si allontana da me quel tanto che basta per poter prendere la mia maglietta e alzarmela.
"Toglitela, togliti tutto" ordina in un gemito. Ha le labbra talmente rosse e gonfie che fissarle e non baciarle di nuovo è impossibile. Lo faccio e lui non si nega, si fa esplorare con la lingua e sentire quella menta sul palato mi fa eccitare ulteriormente. Poi però mi pianta la mano aperta sul petto e "ho detto togliti tutto" mi ordina di nuovo, con un fil di voce.
Io annuisco e mi spoglio, mentre lo vedo stuzzicarsi un capezzolo turgido sotto la camicia semi aperta. Gliela strapperei a morsi, perché la trovo una continua provocazione e non può permettersi di andare in giro così.
"Toglitela anche tu, ti prego" piagnucolo quasi. Sta per succedere di nuovo e io, di nuovo, non sono riuscito a parlargli. Avrei voluto mi avesse ascoltato, quando ci ho provato.
Lui poggia il fedora e gli occhiali da qualche parte, si bagna le labbra e, lentamente, si sbottona la camicia.
La lascia aperta sulle sue spalle e io sto quasi per chiedergli dove devo firmare per poterci vivere per sempre aggrappato quando, invece, finisco di sfilargliela e posso vedere il suo petto muscoloso e pieno di tutti quei tatuaggi che avevo ripreso a voler leccare.
Gli sfioro entrambi i capezzoli turgidi con i pollici e lui geme, scuotendo leggermente il capo, poi mi guarda e "stiamo perdendo troppo tempo" dice, puntando tra le mie gambe nude e arpionandomi le cosce per tirarle su. Io mi aggrappo ai suoi fianchi perché tanto, ormai, sta andando tutto a farsi fottere, letteralmente, e ancora una volta e io... oh, ma che ve lo dico a fare, siate contenti per me, che lo so che anche voi non mi sopportate più, proprio come Zayn.
"Vuoi proprio che ti scopi, quindi" mi dice, piegandosi sul mio collo e baciandolo. I miei gemiti sono la risposta che si aspettava, perché lo sento premermi ancora di più contro quell'armadietto e aderire al mio bacino col suo.
Ma secondo lui cosa posso mai volere ormai?
Mi entra dentro che quasi nemmeno me ne accorgo, probabilmente il mio corpo è più abituato di me alla sua presenza, e non mi fa penare quando lo sento aprirmi le carni e sfiorarmi la prostata.
Mi aggrappo più che posso alla sua schiena e i gemiti osceni che mi escono non penso possano essere ripetuti. Probabilmente mi ritroverò metà corpo viola alla fine di ciò, ma che problema c'è quando ho di nuovo Harry Styles addosso?
"Oh cristo, sì... dio, ti amo." E no, non avrei dovuto dirlo, lo so, ma è stata la passione del momento, il culmine dell'orgasmo, e sicuramente lui non l'avrà sentito, posso stare tranquillo, certo... ditelo al me stesso che si è ritrovato improvvisamente di culo a terra.
"Che cazzo hai detto?" mi rimprovera, rivestendosi con una velocità inaudita. Io cerco di regolarizzare il respiro fin troppo affannato anche per la caduta inaspettata e "no" biascico "era un modo di... dire, io..." ma sono poco credibile e lui non è stupido.
Tomlinson, sei proprio un coglione!
"Certe cose non si possono definire modi di dire, tu... sparisci dalla mia vista, ora! Subito!"
No, non possiamo essere di nuovo a questo punto, ma cos'è, una vita in loop?
"Ma..."
"Vattene, ho detto!"
Raccatto i miei vestiti e me li infilo alla meno peggio, dopodiché esco di lì e inizio a correre come inseguito dal diavolo.
Che cosa è successo? Non lo so.
L'unica cosa che voglio è poterlo rivedere.
Perché forse sì, non era un modo di dire.***
In un momento di totale sconforto, delusione, angoscia generale come questo, ho pensato che una botta (?) di vita potesse servire.
Sono arrivata alla quarta parte di questa storia e wow, non lo avrei mai nemmeno lontanamente pensato.
Per chi mi ha chiesto di pubblicare: questa potrebbe essere la penultima, penso si sia capito, se siete arrivate a leggere fino alla fine, il motivo. E grazie infinite per l'entusiasmo!
Per chi, invece, non mi aveva chiesto niente e men che meno gliene può fregare, mi auguro abbiano voluto leggere lo stesso :)
Buona serata (si spera)!
xxx

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Anaconda
FanficQuesta doveva essere una one shot, poi non so cosa è successo. ** "Ah, è quello?" sentii dire da un'altra voce. Era molto più roca e profonda, tanto che per qualche secondo mi convinsi appartenesse ad un vecchio, magari della stessa età del cinquant...