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Marianne stava camminando per le vie di New York, aveva deciso di non stare sempre e solo all'Istituto, anche perché a differenza della sorella lei sapeva come difendersi contro demoni o nascosti, il vento le faceva muovere i capelli lunghi che le sbattevano sulla schiena, indossava ancora la tenuta da cacciatrice e le poche persone che si accorgevano della sua presenza la guardavano in modo strano ma lei non le diede molto peso, passò per una strada buia isolata, a sinistra c'era un bar con un insegna di legno appeso a un palo di ferro battuto che era l'unico indizio della presenza in attività commerciale in quella strada tortuosa, poi c'era un grande portone con dei decori dorati che scintillavano alla luce della luna, e così Marianne rimase ad osservarlo, non lo aveva mai visto eppure era passata molte volte per quella strada, guardò se ci fosse qualche nome ma c'era solo un'iniziale "S. M.", non sapeva il perché, ma quella casa la attirava particolarmente, tanto che non si accorse che qualcuno stava arrivando alle sue spalle, quando però il ragazzo calpestò un rametto per terra lei si girò di scatto trovandosi un ragazzo molto simile a lei, effettivamente erano quasi identici, -e tu chi sei?- chiese il ragazzo -chi sei tu?- chiese lei un pò sulla difensiva -Sebastian- disse lui, -Marianne- rispose lei e si chiese se quella casa fosse sua, il ragazzo sembrò leggerle nella mente -si, è casa mia, diciamo che il mio cognome è abbastanza noto per certa gente- aveva un velo di mistero che a Marianne piaceva particolarmente, non riusciva a capire perché la attirasse, ma era come se si potesse fidare ciecamente di lui, -e quale sarebbe?- chiese lei incuriosita -lo scoprirai presto- disse con un sorriso sul volto, e prima che Marianne potesse dire qualcosa, lui era già sparito, insieme alla strana casa, non sapeva cosa fare, probabilmente lui non sapeva della sua esistenza, ma lei sapeva che probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto e capì che non era un mondano e che forse era uno shadowhunters in fuga, con questi pensieri continuò a camminare fino a quando sentì che il telefono le squillava, il numero era privato, ma rispose lo stesso -pronto?- disse -ciao sorella- disse lo sconosciuto -chi sei?- chiese guardandosi intorno -come non mi riconosci? Eppure non è passato molto dal nostro incontro- disse la voce per poi ridacchiare, Marianne ci penso su per poi dire il primo nome che le venne in mente -sebastian- quasi lo sussurrò ma il ragazzo la sentì -ci vediamo domani a mezzogiorno al bar davanti al nostro incontro, a domani sorellina- disse per poi staccare senza lasciare il tempo a Marianne di rispondere -a domani- disse sarcastica mettendo il telefono in borsa, -meglio tornare all'Istituto- disse per poi telefonare alla sorella che però non rispose, -perfetto!- disse sarcastica ad alta voce, poi in un secondo le venne un flashback, vedeva delle immagini, erano lei è suo fratello, si stavano allenando, ma al tempo stesso ridevano, poi ad un certo punto arrivò Jocelyn che la prese in braccio, aveva il pancione e corse via mentre il fratello piangeva e urlava, poi le immagini sparirono

All'Istituto Clary stava scegliendo qualcosa per la festa di Magnus Bane, lo stregone che ha tolto i ricordi a lei e a sua sorella, Isabelle continuava a farle vedere top scollati, gonne corte o vestiti striminziti, Clary non si sentiva molto a suo agio, e infatti si guardava allo specchio molto titubante -prova questo- disse Isabelle mostrandole un vestito nero meno scollato e meno corto, era perfetto per lei -va benissimo, ti ringrazio- disse Clary una volta averlo indossato -non preoccuparti- disse lei giocando con un boa di piume azzurro, in quel momento entrò Jace nella stanza e rimase a guardare Clary per qualche minuto -sei bellissima- disse continuando a guardarla dalle scarpe ai capelli, -grazie- rispose lei mettendosi una ciocca di capelli rossi dietro all'orecchio, -bene andiamo?- chiese Izzy mettendosi un ultimo velo di rossetto, -certo, vi aspetto giù- rispose Jace prima di uscire dalla stanza, qualche minuto dopo andarono anche loro giù dai ragazzi, -allora come sta?- chiese isabelle fiera del risultato -come una che dovrebbe lasciare il numero nel muro di un cesso pubblico- rispose Alec per poi andare avanti di forza, Jace invece era rimasto incantato a guardare Clary, -sei bellissima non dargli ascolto- disse per poi andare avanti, Isabelle e Clary li seguirono subito dopo;

La mattina dopo Marianne era in ansia, era tornata a casa sua e l'aveva trovata completamente distrutta, la sua camera e quella di Clary erano distrutte come se ci fosse stato un incendio, e si era chiesta che cosa fosse accaduto, ma avrebbe avuto risposte solo quando avrebbe incontrato il fratello, in quel momento lo stava aspettando seduta in un tavolino fuori dal bar e mancavano pochi minuti all'appuntamento quando lo vide avvicinarsi al bar -ciao sorella- disse sedendosi -ciao fratello- disse cercando di essere il più sicura possibile nel tono di voce -vogliamo andare- disse facendole il gesto di alzarsi -andare dove?- chiese lei titubante -oh tesoro non era scontato? Andiamo a casa- disse facendo un sorriso di quelli che dovrebbero incutere paura, ma non a Marianne che sentì dentro di lei qualcosa riaffiorare, una strana sensazione di malvagità che sentiva seppellita da troppo tempo, il suo sguardo cambiò e Sebastian fu felice di notarlo -andiamo allora- disse lei convinta facendo lo stesso sorriso del fratello che gli fece cenno di seguirlo per poi iniziare a camminare verso una direzione ignota a Marianne che però aveva intuito non fosse una casa vera e propria, ma una casa astrale, un simbolo ma come diceva sempre sua madre "ogni cosa a suo tempo" ed era anche quello che le aveva risposto Sebastian quando gli aveva chiesto esattamente dove stessero andando.

Le indicazioni stradali sull'invito li portarono in una zona industriale semiabbandonato di Brooklyn dove le strade erano costeggiate da fabbriche magazzini alcuni nota Clary erano stati convertiti in loft in gallerie d'arte ma c'era ancora qualcosa di inquietante nelle loro forme imponenti e squadrate in cui si aprivano pochissime finestre coperte da inferriate. -pensi che siamo nel posto giusto?- chiese Alec indicando qualcosa che Clary non poteva vedere perché era nascosto dietro una grossa auto nera. -cos'è quello?- chiese Jace raggiungendo Alec, e Clary lo senti ridere; quando Clary li raggiunse video tantissime moto e c'era qualcosa di stranamente organico in S come nelle biocreature di un dipinto di Giger -vampiri- disse Jace -a me sembrano moto- disse Simon quando li raggiunse con accanto Isabelle. La ragazza corrugò la fronte alla loro vista -infatti lo sono ma sono stato modificato per funzionare con dei motori demoniaci- spiego a Simon e Clary, -le usano i vampiri così di notte possono girovagare senza essere disturbati e alcune di esse possono pure volare con queste moto senza che nessuno se ne accorga- disse Alec affascinato dal fatto che possano volare, a Clary sembrava Simon davanti a un nuovo videogame, -o possono diventare invisibili nel giro di un secondo andare sott'acqua...- continuò Alec per poi seguire Jace che era saltato giù dal marciapiede e stavo girando attorno alle moto per esaminarle. Allungo una mano era passato il telaio affusolato di una di esse dove c'erano delle parole dipinte in argento sulla fiancata: NOX INVICTUS, -notte vittoriosa- tradusse Jace. Alec lo guardava con un'espressione strana -cosa stai facendo?- chiese -niente- disse -bè sbrigati, non mi sono vestita così per vederti perdere tempo con un branco di moto- disse isabelle -e va bene andiamo- disse Jace e prima di iniziare a camminare sposto lo sguardo su Clary -questo edificio è quello giusto?- le chiese Jace indicando il magazzino di Martini e rossi, Clary sospiro -penso di sì- disse insicura -sembrano tutti uguali- disse, -c'è solo un modo per scoprirlo- disse Isabelle salendo decisa i scalini d'entrata. Guardando i campanelli d'entrata solo su una c'era un nome: Bane; Isabelle suonò ma non accade nulla quindi sono di nuovo, niente, stava per farlo una terza volta quando Alec le prese il polso -non fare la maleducata- le disse ricevendo però da parte di lei solo un'occhiataccia, in quel momento la porta si aprì e davanti a loro comparve un uomo magro che li osservò con curiosità; su Isabella riprendersi per prima della sorpresa e a sfoggiare un sorriso scintillante -Magnus? Magnus Bane?- chiese -in persona- rispose il giovane uomo che bloccava l'entrata, era alto e magro come una pertica e i suoi capelli erano una corona di fitte guglie nere , era asiatico. Il volto dagli zigomi eleganti era molto bello e le spalle larghe nonostante la struttura esile e snella; era vestito per una festa con un paio di jeans aderenti e una camicia nera coperta da dozzine di fibbie di metallo, i suoi occhi erano coperti da una mascherina di glitter color carbone le labbra dipinte di blu scuro. si fece passare una mano inanellata tra i capelli a punta e li guardò pensieroso -figli dei Nephilim, dunque dunque, non ricordo di avervi invitati- disse e Isabelle sventolò l'invito come una bandiera bianca -ho un invito e loro sono con me- disse indicando gli altri. Magnus le strappò l'invito di mano e lo guardo con evidente disgusto -dovevo essere ubriaco, vabbè- disse e spalancò la porta -entrate. E cercate di non uccidere nessuno dei miei ospiti- disse e Clary sentiva che sarebbe stata una lunga serata.

Sebastian's TwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora