Tre.

53 8 0
                                    


"Ho conosciuto un bambino a cui piaceva il calcio, il basket e le corse al parchetto."

Correvi sempre, o con il pallone tra i piedi, o con il pallone tra le mani, restavamo ore a giocare, con i tuoi amici; erano tuoi, perché erano maschi, e io dovevo essere una brava "femminuccia", davanti a mia mamma e a tua mamma lo ero, ma per i tuoi, nostri, amici, ero uguale a te, giocavo a calcio, a basket e gareggiavo con voi a chi "arriva primo all'albero". Mi avevi anche insegnato tutti i tuoi "trucchi", e ad urlare "cambio portier", quando toccava a me stare in porta, puntualmente non lo facevo, perché mi sembrava stupido urlare per avvisare del cambio di un portiere, lo trovavo ridicolo, e non so nemmeno perché, così, io ti guardavo, tu annuivi, facevo per urlare, ti riguardavo e lo lasciavo fare a te. Scuotevi la testa e tornavamo a giocare, mentre io sorridevo. E poi, magari ogni tanto mi davano addosso, e puntualmente eri lì per difendermi, "toccatela e vi accoltello.", dicevi, nonostante avessimo solo sette anni, e comunque, solo tre mesi in più di me. Ma io ero intoccabile. Poi ho dovuto imparare anche io, a difendermi.

Good luck. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora