Tredici.

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"Conoscevo un ragazzo che si è lasciato buttare giù."

Era uno dei tuoi difetti, ti lasciavo condizionare dalle persone, ma purtroppo non erano mai condizionamenti positivi. Siamo nati per intraprendere la via della cattiva strada, e così le persona intorno a noi ci hanno addestrato per sopravvivere. Le regole sono sempre state quelle, regole mai espresse verbalmente, ma regole che ci hanno fatto capire con sguardi e azioni.
Non desiderare la vita da brava persona, quelli come noi non la meritano.
Non farti piegare dai sentimenti, devi essere di roccia.
Non avere paura, quelli come noi vivono costantemente situazioni adrenaliniche, meglio abituarcisi.
Non parlare, le cose del gruppo rimangono del gruppo.
Impara a sopportare i pugni, ne riceverai molti, e ne dovrai dare tanti altri.
Non piangere davanti alla bara dei tuoi amici, quelli come noi non piangono e basta.
Così, ti sei convinto, che il posto per te, era nel fondo più buio, avvolti dalle tenebre, e nessuno ha potuto toglierti questa convinzione, e ad essere sinceri, nessuno tranne io, lei e lui, ci hanno mai provato. Abbiamo avuto paura anche noi, ma era una paura concessa, la paura di perderti.

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