Stavo studiando quando qualcuno bussò alla porta. "Vattene" bussarono di nuovo "ti ho detto di lasciarmi in pace!" "scusa, sono io" ero sdraiata sul letto a studiare con il computer appoggiato sulle gambe. Rotolai di lato e vidi Holly. "Ciao. Vieni, ti faccio vedere una cosa" lei si avvicinò a me e aprì un sacchetto di carta firmato Chanel. "Cosa?" "guarda, ti piacerà" mise una mano dentro al sacchetto e tirò fuori un ammasso di stoffa nera e viola. Divise il vestito dalla gonna e dal top e rimasi davvero stupita. Come avevo detto, holly non aveva gusti nel vestire ma quella volta dovetti ricredermi. Il vestito viola era verammente carino. Arrivava a metà coscia, come la gonna e la parte sopra era molto semplice, con delle spalline strette e uno scollo a U. La gonna nera invece era abbinata a un crop top corto e attillato con un motivo a fiori e con dei tagli orizzontali sulla schiena. Erano bellissimi. "Wow, sono per noi?!" risposi entusiasta "si, sono per noi." Non vedevo dei vestitii cosí belli da tantissimo tempo. Di solito uscivo sempre con jeans e maglietta. Non che odiassi i vestiti ma ero semplicemente piú comoda. Sorrisi eccitata. "Aspetta, ho un'altra sorpresa". Frugò nel sacchetto e tirò fuori un paio di orecchini fantastici. Erano neri, con una pietra verde lucente al centro.Le sorrisi preoccupata. "Tutto questo a cosa lo devo?" Si mise a fare la misteriosa. Sapeva che odiavo i segreti. "Beh... ho comprato questi vestiti tre settimane fa, ma li ho conservati per un'occasione speciale. Li ho conservati per ricattarti e per essere sicura che avresti accettato". Lo sapevo. C'era sempre qualcosa sotto. "Sai che mark é molto amico di Matt, il capitano della squadra, e si dice in giro che si sia appena lasciato con la sua ragazza... avevo pensato che..." La interroppi subito "No, non puoi farmi questo. Partiamo dal fatto che sono fidanzata..." "Ma lui non ti ama!" "Questo tu non puoi saperlo" Certo, ne ero consapevole anche io, ma le bugie fanno meno male della realtà. "Come no, é da due settimane che ti evita. Come fate a definirvi ancora una coppia?" "Uff, ok, tralasciamo questo dettaglio... Comunque questa cosa puzza troppo di un'uscita a quattro... E poi, ammettilo. Non riuscirai mai a convincere Matt ad uscire con me." "Con NOI. E poi ti sei dimenticata che lui e Mark sono migliori amici. Lui riuscirà di sicuro a convincerlo. Dalle scale arrivò una voce. "Tesoro, questa sera io e papà usciamo. Va bene se stai a casa da sola? Se vuoi puoi invitare un'amica. Holly, vuoi rimanere qua a dormire?" holly mi guardò di traverso e sorrise. No, non poteva farlo. "Ma certo signora Carter. Io e Jo dobbiamo gia uscire per la partita stasera, quindi sarei molto felice di rimanere a dormire!!!" oh no... "Wow jo, non mi avevi detto che saresti andata alla partita. Mica non ti piaceva il football?" "certo mamma, e non mi piace tuttora." "beh, una partita non ti ucciderà mica. Ad ogni modo, ci vediamo domani mattina." sbuffai. Ormai ero costretta ad andarci, quindi cacciai holly dalla mia camera e mi cambiai. Io misi la gonna nera e il top, abbinate con delle adidas che usavo tutti i giorni. Non me la sentivo di vestirmi tanto elegante. In fondo per me la partita era solo un evento noioso. Non ci capivo nemmeno niente di football...
Alle dieci i miei genitori uscirono e Holly si appostò sotto casa mia in macchina. Come faceva quella ragazza ad essere sempre puntuale?
Arrivate a scuola seguimmo la massa di persone che si dirigeva sugli spalti. Aveva piovuto, perciò il terreno e i posti a sedere erano tutti bagnati, ma faceva caldo comunque. Trovammo due buoni posti in fondo, da cui holly riusciva a seguire la partita e io potevo ascoltare la musica al telefono senza essere disturbata. Poco dopo ci raggiunsero camille e jenny, due ragazze popolari che non conoscevano nemmeno il mio nome. Si misero a parlare di quale tra tutti i ragazzi della squadra di football avesse più muscoli, quale gli occhi più belli, quale i capelli più soffici e la voce piu sexy. Momento perfetto per chiudere gli occhi e ascoltare la playlist dei miei brani preferiti. La partita continuava lentamente. Non avevo mai visto holly così agitata e iperattiva. Un paio di volte le avevo chiesto come procedeva ma lei mi aveva risposto con dei termini incomprensibili, così ci rinunciai. "Devo andare in bagno, non la tengo piú. E poi é finitio il primo tempo." annunciò holly. Era da un'ora che aspettavo quelle parole. Ne dovevo approfittare per sgattaiolare al bar e bere del caffè. Mi stavo per addormentare. Andammo verso il bar sull'altro lato della strada, di fronte alla scuola, aperto 24h su 24. Lei fece una scappatina veloce al bagno e tornò subito sugli spalti per seguire la partita. Io rimasi a bere il caffè e a perdere tempo. Mi sedetti sulle morbide panchine del bar e appoggiai la testa sul duro tavolo di legno. L'ultimo ricordo di quella serata è il sapore del caffè che mi si scioglieva in bocca e scompariva lentamente e la luce accecante del bar che mi penetrava negli occhi.
Quando mi svegliai avevo delle macchie di caffè sul vestito ma di fatto ero completamente asciutta. Mi guardai intorno e notai una figura maschile ricurva su un tavolo più avanti del mio. Controllai il telefono. Erano le 3.27. I miei dovevano essere gia tornati a casa. Dovevo sbrigarmi e inventare una scusa. 57 messaggi non letti. Oddio... Avevo detto a holly, dopo che era andata in bagno, che l'avrei raggiunta al più presto. Chissà quanto doveva avermi aspettato, perché tutti i messaggi dicevano "dove sei?" "la partita è finita!" "sei svenuta nel caffè?" e alcuni erano azzeccati... poi gli ultimi messaggi dicevano "Matt non é venuto. Era troppo stanco e ha segiuto la squadra al bar" "Mi dispiace che tu mi abbia lasciato qui da sola" "sappi che sono delusa" "bell'amica..." Ero proprio una stupida e pessima amica. Come avevo potuto addormentarmi nel caffé?! Mi alzai e mi avvicinai al ragazzo addormentato sul tavolo. Non vedevo la sua faccia perché era coperta dalle braccia, così lo scossi un paio di volte, poi lo sollevai pesantemente dal tavolo. Aveva una guancia rossa perchè si era addormentato in una posizione decisamente scomoda. Lo schiaffeggiai delicatamente un paio di volte. In quel momento mi resi conto che reggeva un fazzoletto intriso di caffè. Doveva essere stato lui a pulirmi.
Si svegliò.
"Ehm... Ciao"
"Cosa? Ah si... Sono andati via tutti?" mi guardò in silenzio. "Allora?!"
"Ah si, sono andati via tutti..." tutti chi? Quante persone mi avevano visto dormire, tutta bagnata di caffè? "Sei stato tu ad asciugarmi?"
"Oh, si..." sembrava decisamente imbarazzato. "Volevi rimanere bagnata?" cosa? "No, certo che no! È stato un gesto carino. Grazie." sembrava arrabbiato e deluso. "Cosa c'è che non va?" avevo fatto qualcosa di male? Mi guardò dalla testa ai piedi. "Niente." mi stavo arrabbiando anche io. "No, ora mi dici cos'ho." "niente. Sei solo bellissima." ora era nervoso e ancora piu stizzito. "Solo, era troppo bello per essere vero." "cosa, scusa?" "beh, il fatto che fossi diversa." Iniziavo a capire. Da seduta non si notava il vestito corto e provocante, per questo ora pensava fossi una sciacquetta. Mi rilassai. "Credi davverro che sia una facile? Si vede che non mi conosci proprio." si distese anche lui mi guardò il vestito interrogativo. "Tranquillo, mi hanno obbligato." e in effetti era vero. "Senti, ora dovrei proprio andare, i miei mi uccideranno!" sembrò che si fosse svegliato in quel momento. Si guardò intorno con aria assonnata, poi i suoi occhi color cioccolato tornarono a me. "Hai la macchina?" "no, non ho ancora la patente" "beh, allora se vuoi ti posso accompagnare io!" sembrava felice. "Va bene, ma lasciami all'inizio della via. Non vorrei che i miei si sveglino sentendo il motore della macchina."
Partimmo e non spiccicai parola finchè non spense il motore della sua bellissima auto da un sacco di soldi e sprofondammo nel buio della notte. Lo guardai imbarazzata. Dopo un pò tossicchiai e lui sembrò svegliarsi da un coma profondo. Scese dalla macchina, ci girò intorno e venne ad aprirmi la portiera. Era veramente gentile. Mi diede la tracolla e prima di andarmene gli chiesi. "Come ti chiami?" Lui sembrava in difficoltà. Come se non volesse che sapessi il suo nome. Come se si aspettasse da me dei pregiudizi. Feci per andarmene dopo un altro lungo silenzio imbarazzante ma esitai. "Io soni Jo".
Quando arrivai davanti alla porta di casa sentii le sue prime e ultime parole da quando avevamo lasciato il bar "Ian". Erano sussurrate al vento, come protette da un grande segreto che ora condivideva con me. Lo sentii a malapena mentre entravo in casa facendo attenzione a non svegliare nessuno. Mi accasciai contro la porta e sorrisi al nulla. Dopodichè, senza fare rumore, salii in camera e andai a letto, ancora vestita, sognando quel ragazzo sconosciuto e misterioso di cui conoscevo solo il nome.
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JO
RomanceJo, una normale ragazza diciottenne si trova ad affrontare una serie di tragici avvenimenti che la sconvolgono. Riuscirà a ricostruirsi una vita? Riuscirà a pensare al suo futuro? Troverà il tempo per pensare all'amore?